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I pastori sordi

Post n°1109 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da odette.teresa1958

Un giovane sordo che pascolava le capre, avendo perduto un capro, lo andò a cercare.
Cammin facendo incontrò un pecoraio, anche lui sordo, e gli domandò: «Collega, non è che hai visto il mio capro?».«Il villaggio? Comincia dopo questa collina. Vai dritto per il sentiero e ci andrai a sbatter contro», rispose il pecoraio.
Il capraio proseguì nella direzione indicata e di là dalla collina trovò, per caso, il capro che aveva perduto.
Desiderando mostrare la propria riconoscenza al pecoraio, scelse dal gregge una capra con le corna spezzate e ritornò verso di lui.
«Ecco, mio caro, ti ho portato in dono questa capra, perché mi hai mandato nel luogo in cui si trovava il mio capro, che avevo cercato invano mezza giornata. »«Come?», urlò adirato il pecoraio. «Io non ho rotto le corna a questa capra!», e proseguì per la sua via.
Ma il capraio gli andava dietro, gridando con tutto il fiato che aveva in gola: «Te la regalo! Ti prego di accettarla!».
Mentre camminavano così, si imbatterono nel custode di una mandria di cavalli. Questi era sordo anche lui e si sforzava di cavalcare un cavallo rubato.
Come lo vide, il pecoraio prese la briglia del cavallo e gli disse: «Guarda, collega! Costui sostiene che io avrei rotto le corna della sua capra!».«Non vuole accettare il mio dono!», gridò il capraio.
«Se non lo accetta, non avrò fortuna. »
«Non ho visto il vostro cavallo!», disse il mandriano e cercò di procedere oltre; ma il pecoraio gli si era piantato davanti al cavallo.«Va bene! Se il cavallo è vostro, prendetelo! Ma la sella è di mia proprietà e non ve la do», disse spaventato il mandriano.
Saltò giù dal cavallo, si prese la sella e cominciò a scappare.
Il pecoraio non badò al cavallo, che, dopo aver nitrito un po', si diresse verso la mandria.
Il pecoraio si mise a correre dietro il mandriano; e il capraio inseguiva il pecoraio, portando la capra tra le braccia e gridando a pieni polmoni: «Accettala, ché fa del buon latte!».
Continuarono a correre così, uno dietro l'altro, gridando tutti quanti, finché arrivarono al villaggio.
Gli abitanti, spaventati delle loro grida, uscirono tutti dalle loro case, credendo che arrivassero i tartari o che il villaggio fosse assalito dai briganti.
Li presero, li legarono stretti e li portarono dal giudice.
«Perché spaventate la gente con le vostre grida?», domandò loro irritato. «Che storia è questa? O siete dei furfanti?».
I tre pastori sordi, credendo che il giudice fosse al corrente del loro passato e che sarebbe stato meglio dire la verità, si tradirono.
«Signore», lo interruppe il capraio «dirò le cose come sono. È vero, in vita mia ho rubato più di cento capre e ho spezzato loro le corna perché i proprietari non le riconoscessero; ma, siccome questo pecoraio mi ha mandato dove si era perso il mio capro, volevo ricompensarlo dandogli una capra. Ebbene, pensate un po', lui non vuole accettarla!»
Il pecoraio parlò così:«È vero, in vita mia avrò rubato più o meno mille pecore; ma non sono stato io a rompere le corna a questa capra. C'è qui anche il mandriano, che ho fermato mentre andava a cavallo affinché mi fosse testimone. Lui però non ha voluto, ma è saltato giù da cavallo ed è scappato via come un matto. Perché mai? Non riesco a capire».
E il mandriano: «Non riesco a ricordare il numero esatto dei cavalli che ho rubati in vita mia, ma stavolta sono completamente innocente. Quando quest'uomo ha detto che il cavallo era suo, subito sono saltato giù e gliel'ho lasciato. Mi sono tenuto soltanto la sella, perché è veramente di mia proprietà».
Allorché il giudice udì quanti furti avevano commesso questi ladri, rimase con la bocca aperta per lo stupore.
Naturalmente furono condannati tutti e tre e finirono in galera per le loro azioni disoneste.

 
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