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Azzurrina

Post n°1534 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Montebello (Rimini) è la località in cui si svolge la vicenda.
Un bellissimo castello, visitabile tutt’ ora, è stato testimone della tragedia che ha sconvolto la vita della famiglia di Ugolinuccio, allora, Signore del luogo.
Ma ritorniamo al tempo in cui avvennero i fatti. Seconda metà del XIVsec.
Nel castello viveva una famiglia benestante, Malatesta, Signori del posto. La vita scorreva serena, nonostante il periodo controverso (storico).


 



La coppia vive la felicità della nascita di una splendida bambina, Guendalina (Malatesta). Ma la sorte gioca con le loro vite, perché Guendalina nasce con i capelli bianchi (albina). Nel Medioevo, l’albinismo, era segno di sventura e stregoneria. Chi ne era colpito veniva accusato di essere indemoniato e condannato a morte atroce.
I genitori di Guendalina, per farla sopravvivere, le tingono i capelli con una sostanza a base erbe, che scuriscono la chioma, ma al contatto con la luce del sole, emana dei riflessi azzurri. Da questo anomalia, la piccola, ebbe il nome di Azzurrina. I genitori per tutelarla, decidono di non farla mai uscire dal castello, ma cercano in ogni modo di allietare le sue giornate. E’ scortata da due guardie in ogni momento delle sue giornate. Curata amorevolmente da mamma e servitù, la piccola cresce serenamente sino a quel tragico 21 giugno 1375.

Quel giorno, un forte temporale imperversava nella zona, … i lampi squarciavano il cielo, illuminando la campagna circostante. Azzurrina giocava con una palla fatta di pezza e corda, come si usava a quel tempo. Ad un tratto la palla le sfuggì di mano rotolando lungo una scala che conduceva alle cantine del castello. Guendalina scese lungo i gradini con l’intento di recuperare il suo giocattolo. Le guardie non l’accompagnarono, poichè la scala conduceva alla cantina ed alla ghiacciaia, non c’erano pericoli nè altre uscite.
Ma un grido lacerò l’aria! I due soldati si precipitarono verso la scala. Ma…di Azzurrina non c’era traccia. Era come svanita nel nulla.
Per molti giorni, il castello, le campagne e l’intero borgo, furono setacciati nella disperata ricerca della bambina. Ma non fu mai più ritrovata.
(Interno del castello. Scorcio delle cantine)

azzurrina-il-fantasma_01.jpg

Da quel tragico 21 giugno, ogni 5 anni, nella notte del solstizio d’estate, nel castello di Montebello, appare il Fantasma di Azzurrina. La si sente ridere, parlare o piangere. Molti i testimoni, tra cui anche una troup della Rai che casualmente riuscì a registrare suoni e voci durante un servizio svolto sul luogo.
L’Università di Bologna ha registrato nello stesso posto un nastro, ove si odono suoni da cui emerge il pianto di una bambina alternata dal rombare dei tuoni, come se ci fosse un temporale. (1990)
Nel 1995 (21 giugno), l’Università di Bologna, volendo approfondire lo studio sul fenomeno, riesce a captare nuovi suoni: il rumore della palla che rimbalza lungo le scale, il ritocco delle campane, la voce di una bimba (Guendalina?) che chiama “Mamma”. Nel 2000 nuove registrazioni vengono eseguite, ed il fenomeno si ripete creando sconcerto anche nei ricercatori più scettici.

 

Altre testimonianze le ritroviamo in una cronaca del ‘600 presente in uno dei volumi della biblioteca del Castello.
Nel 1989, l’anno precedente alle prime intercettazioni, il Castello fu ristrutturato dagli eredi Giunti, per creare un museo con visite guidate. Durante i lavori, che si estesero anche alle cantine, vennero alla luce molti cunicoli, alcuni portavano ad accessi murati nei secoli precedenti, per scongiurare saccheggi ed attacchi. Tutte le porte murate vennero abbattute, dando libero accesso alle stanze, tranne una. Durante la ristrutturazione, si accorsero che una stanza non era più accessibile. Chi murò l’accesso,fece in modo, che se fosse stato violato, la stabilità dell’intero castello sarebbe stata compromessa.

 

I misteri non hanno fine a Montebello. Durante le visite guidate, numerosi i turisti che sentono voci accavallarsi a quelle delle guide, passi e rumori,…
Spesso i visitatori, si sentono male, vengono assaliti da stati d’ansia, alcuni svengono,…

Sempre nel castello, è presente una panca color rosso-sangue dove vi è raffigurata una donna incinta all’interno di una tenda. La panca pur avendo oltre 1000 anni, si mantiene intatta nel tempo. Alcuni dicono sia stata tinta con il sangue. La panca fu donata al ritorno di una delle crociate.
La storia legata a questa panca è orribile. Si narra che serviva al controllo demografico della tribù a cui fu sottratta. Quando il popolo arrivava ad un numero prestabilito di abitanti, le donne partorienti, venivano legate sulla panca, in maniera tale da impedire loro il parto, condannandole insieme al feto, a morte certa dopo terribili agonie.

 

Uno dei custodi assunti dagli eredi del Castello, qualche anno fa, fu testimone di un fatto sconcertante: nella sala in cui è custodita la panca, mentre era impegnato nelle pulizie serali di routin, sentì dei rumori alle sue spalle. Quando si voltò … una donna scalza camminava sul soffitto, fissandolo. La donna era a testa in giù e la sua lunga chioma sfiorava il pavimento. Il racconto del custode fu avvalorato dalle impronte femminili, ritrovate sul soffitto. Rimaste indelebili per molti anni.

Anche nel 2005 furono eseguite nuove registrazioni,… ma non hanno dato soluzione … il mistero continua!

(

 
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