Il labirinto
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Giovanna d'Angiò
el 1343, alla morte di re Roberto d’Angiò, detto “il pacificatore d’Italia”, salì al trono la giovane nipote Giovanna (1326 Napoli-1382 Muro Lucano), appena ventitreenne. Figlia di Carlo l'Illustre, duca di Calabria, e di Margherita di Valois, aveva sposato per volontà del nonno Roberto d'Angiò, Andrea di Durazzo, secondogenito del re d'Ungheria Carlo I.
Nel 1345, alla vigilia dell'incoronazione ufficiale di Giovanna, Andrea fu assassinato, vittima di una congiura alla quale, pare, non fosse estranea la stessa regina. Sposò, infatti, nel 1348 in seconde nozze proprio il promotore del complotto, Luigi di Taranto. Il fatto provocò la guerra con l’Ungheria, e le conseguenti invasioni del 1348 e del 1350 del regno da parte di Luigi I d'Ungheria, fratello del defunto Andrea, che nel frattempo era succeduto a Carlo d'Ungheria. Dal 1350 al 1352, Giovanna fu costretta a riparare in Provenza, suo feudo comitale. Grazie alle tribolate vicende ungheresi, poté rientrare a Napoli dopo il 1352.
Di nuovo vedova nel 1362, sposò nel 1363 in terze nozze Giacomo III d'Aragona-Maiorca e in quarte, nel 1376, Ottone di Brunswick, quando aveva compiuto i 53 anni, età non da poco per l’epoca. Ma la regina, non aveva avuto figli dai quattro mariti. Nominò erede alla successione Carlo di Durazzo, suo pronipote, anche per ristabilire in via definitiva la pace con l’Ungheria.
Nel 1378 scoppiò la grave crisi politico-religiosa, che ebbe conseguenze di portata storica, ricordata come lo Scisma d'Occidente. I rapporti di potere e i già fragili equilibri dell’epoca ne vennero pesantemente compromessi. A Napoli, la regina Giovanna si schierò con l'antipapa Clemente VII, e perciò venne scomunicata dal pontefice Urbano VI.
In effetti, Giovanna aveva sempre mal sopportato le ingerenze papali nella vita politica. Amante delle arti, della poesia – doti ereditate dal nonno Roberto – e di quella che oggi definiremmo “laicità”, Giovanna appoggiò lo scisma nel tentativo di ribellarsi al papa di Roma, che da secoli continuava pervicacemente a considerare Napoli come uno stato vassallo e, quindi, disponibile e “sacrificabile” alla politica pontificia. Giovanna aveva anche saputo risolvere annosi contenziosi, e nel 1372 aveva riconosciuto all'aragonese Federico IV “il semplice” il possesso della Sicilia, anche se in posizione di vassallaggio.
L’erede designato, Carlo di Durazzo, si schierò invece con il papa legittimo, in ciò sospinto dall’intento di difendere i propri interessi in Ungheria. Attaccò militarmente il Regno di Napoli, e Giovanna reagì estromettendolo immediatamente dalla successione. Nel 1380 adottò, nominandolo legittimo erede al trono, Luigi d'Angiò (1339-1384), fratello di Carlo V, re di Francia. Giovanna tentò di resistere ai durazzeschi, frattanto penetrati a Napoli nel 1381, rinchiudendosi in Castel Nuovo. Sopraffatta dalle forze avversarie, fu presa prigioniera e relegata nel castello di Muro Lucano dove l'anno successivo venne fatta strangolare dal suo antagonista.
Nel fare un bilancio del Regno di Giovanna I d’Angiò, non si può prescindere dalla situazione europea ed italiana dell’epoca, caratterizzata da instabilità, guerre, scisma religiosi, congiure continue. Giovanna fu monarca assoluta, ma allo stesso tempo illuminata. Fu spietata, ma seppe essere generosa. Fu vendicativa, ma anche capace di agire con diplomazia. Ebbe coraggio, molto, non si piegò mai, né al papa, né ai nemici, né alle invasioni. Colta, raffinata, dotata di orgoglio fino a diventare sprezzante. La stessa sua tragica fine, sta a dimostrare quanto fosse ancora temuta dal suo avversario.
Così ci appare la prima regina del Sud, napoletana a tutti gli effetti.
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Inviato da: RicamiAmo
il 01/08/2014 alle 18:11
Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:22
Inviato da: do_re_mi0
il 23/04/2014 alle 18:01
Inviato da: odio_via_col_vento
il 14/04/2014 alle 20:57
Inviato da: Krielle
il 23/03/2014 alle 04:38