Il labirinto
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Scrittori dimenticati:Hans Fallada
Hans Fallada, pron. Fàllada, pseudonimo di Rudolf Wilhelm Friedrich Ditzen (Greifswald, 21 luglio 1893 – Berlino, 5 febbraio 1947), è stato uno scrittore tedesco.
È uno fra gli autori di lingua tedesca più conosciuti del XX secolo. Le sue opere, tradotte in diverse lingue, hanno riguardato essenzialmente scritti a sfondo sociale. Alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati postumi.
Il suo lavoro più noto è il romanzo E adesso, pover'uomo? (titolo originale Kleiner Mann, was nun?), scritto nel 1932. Quest'opera è conosciuta in Italia anche attraverso la riduzione per la televisione che ne fu fatta nei primi anni sessanta con il titolo Tutto da rifare pover'uomo e con l'interpretazione, fra gli altri, di Ferruccio De Ceresa, nel ruolo del protagonista, Paolo Poli, Luigi Vannucchi, Carlo Romano e Laura Betti.
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Lo scrittore adottò il suo pseudonimo ricavandolo da due fiabe dei fratelli Grimm: Hans im Glück (contenuta nella raccolta Kinder und Hausmärchen, composta fra il 1812 ed il 1822) e Die Gänsemagd (in Italia pubblicata con il titolo La guardiana delle oche), scritta intorno al 1815 e catalogata con il n. 89 in cui si narra di un cavallo di nome Fallada.[1]
Nato in una famiglia agiata, che trasferì la propria residenza più volte (a Berlino prima, nel 1899, e a Lipsia, successivamente, nel 1909) Fallada ebbe una gioventù caratterizzata da conflittualità con il padre che avrebbe desiderato per lui una carriera da giurista .
Nel 1911, all'età di diciotto anni, si iscrisse al Fürstliches Gymnasium a Rudolstadt (Saalfeld-Rudolstadt, Turingia). Fu in quell'anno che tentò il suicidio (secondo talune fonti fu invece coinvolto in un duello) insieme al suo amico Hanns Dietrich von Necker. Ferito gravemente, riuscì a salvarsi dalla morte ma fu internato in una clinica psichiatrica a Jena.
Lasciato il liceo senza diplomarsi, per emanciparsi dalla famiglia lavorò successivamente dapprima come agricoltore e poi come giornalista. Dal 1917 al 1919 si sottopose a diversi periodi di cure disintossicanti dalla dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti. Trascorse anche periodi più o meno lunghi in carcere: nel 1924 (tre mesi, nel 1926 (due anni e mezzo) e nel 1933 (undici giorni).
I suoi primi romanzi furono pubblicati nel 1920, Der junge Goedeschal, e nel 1923, Anton und Gerda.
Nel 1929 si sposò con Anna Margarete Issel.
Il suo primo libro di successo è stato Bauern, Bonzen und Bomben, del 1931. In esso l'autore evoca le rivolte popolari di Neumunster avvenute durante la crisi del biennio 1928-1929.
"E adesso, pover'uomo?" [modifica]Il suo secondo romanzo fu Kleiner Mann, was nun? (del 1932), pubblicato in Italia con il titolo E adesso, pover'uomo?: acuminato profilo della società tedesca fra le due guerre, gli garantirà una notorietà al di fuori dei confini tedeschi.
Il romanzo narra le vicissitudini di un giovane contabile tedesco, Johannes Pinneberg, rappresentante della borghesia onesta e laboriosa, che viene avvinto nelle spirali della miseria a causa della grave crisi economica in cui versa il suo paese durante gli anni venti. L'unica risposta possibile al quesito posto dal "E adesso?" del titolo sembra essere insita per lo sventurato contabile nel suo rifugiarsi fra le rassicuranti mura domestiche.
Nel 1933, con l'ascesa al potere di Adolf Hitler, Fallada si ritira a Carwitz, nel Meclemburgo. Per lo scrittore ha inizio un periodo di prolificità che lo porta a scrivere molti dei suoi più conosciuti lavori: Wer einmal aus dem Blechnapf frißt e Wir hatten mal ein Kind nel 1934, Das Märchen vom Stadtschreiber, der aufs Land flog, nel 1935, Wolf unter Wölfen, nel 1937, Der eiserne Gustav, nel 1938, Der ungeliebte Mann, nel 1940 (nell'edizione italiana pubblicato con il titolo Senza amore), Ein Mann will hinauf, nel 1943.
Nel 1944 Fallada si separa dalla moglie intraprendendo una relazione con Ursula Losch, che sposerà poi nel 1945. Nel 1944 aveva iniziato a scrivere il romanzo Der Trinker, che sarà pubblicato solo nel 1950, sorta di racconto autobiografico in cui riassume fin dalla gioventù la sua attività di scrittore, alcolista e morfinomane.
Nel 1945, Johannes R. Becher lo invita a raggiungerlo a Berlino Est a lavorare al giornale Täglichen Rundschau. Potrà continuare la sua carriera di scrittore e dare alle stampe nel 1946 i suoi ultimi lavori: Der Alpdruck e Jeder stirbt für sich allein (tradotto in italiano come: Ognuno muore solo), l'ultimo romanzo, definito da Primo Levi "uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo". Ha pubblicato anche per i ragazzi Un tasso di nome Fridolino [2]
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