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Scrittori dimenticati:Klaus Mann

Post n°1901 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

el 1942 un soldato americano di nome Klaus Henry Mann chiese, prima di essere mandato in Africa e poi in Italia con la Quinta Armata, di avere un colloquio con un cappellano militare cattolico.
Come risulta dalle lettere di Klaus Mann, intitolate Briefe und Antworten (lettere e risposte), ancora inedite in Italia, Klaus era attratto dal cattolicesimo e desiderava lasciare il luteranesimo in cui era nato.


Sembra che l'incontro ci fu e il cappellano non accettò. Anche se finora non si sa il perché si può fare l'ipotesi che la causa sia stata l'omosessualità di Klaus Mann.

Quest'uomo di 36 anni che aveva fatto di tutto per diventare cittadino americano e andare come volontario nella Seconda guerra mondiale era un grande scrittore, misconosciuto in America ma celebre nella sua patria, la Germania, e nel resto d'Europa. Ancora più celebre era suo padre, Thomas Mann(1875-1955) considerato il maggiore scrittore tedesco del Novecento.

Klaus Mann era nato a Monaco il 18 novembre 1906,secondogenito di Thomas Mann e della bella e intelligente Katia Pringsheim, discendente di una colta e ricca famiglia ebraica convertitasi nel 1825 al luteranesimo. Thomas Mann era luterano ma ateo come egli stesso scrisse in tarda età.

Padre e figlio erano personalità molto diverse: Thomas era un gentile tedesco del nord,egocentrico,dedito al suo lavoro come ad una missione, geniale scrittore e gay represso, come testimoniano chiaramente i suoi Diari.

Il figlio Klaus era buono e della delicata, affascinante bellezza della madre. Klaus era dichiaratamente gay fin dai 19 anni, sensibile e fragile ma tenace nel combattere fin dal 1933 il nazismo tanto da andare in esilio e diventare uno dei più coraggiosi avversari del Terzo Reich.

Anche Thomas Mann fu un tenace antinazista. In famiglia purtroppo vide nel figlio inizialmente uno scapestrato che aveva abbandonato il liceo. Nella bella novella "Disordine e dolore precoce" lo ritrasse nello svagato Bert che gira per la sontuosa villa del padre, un professore, sfaccendato, vestito con una casacca russa e che ha il cuore di un poeta.

Sembra che la freddezza di Thomas Mann verso il figlio dipendesse dal fatto che Klaus aveva scelto di vivere apertamente la sua omosessualità e di scriverne fin dal primo romanzo "La pia danza", un libro delicato, ambientato nella Berlino gay di metà anni 20, in cui si sente un misticismo e una purezza di cuore singolare.

Klaus scrisse 9 splendidi romanzi, 7 commedie, molti racconti, centinaia di articoli, lettere e tenne un diario.Amò senza essere ricambiato lo scrittore francese,seguace del Surrealismo,René Crevel e più tardi ebbe una storia di qualche anno con un giornalista americano Thomas Quinn Curtiss.

Fu amico fraterno della scrittrice lesbica Annemarie Schwarzenbach, del celebre scrittore André Gide, che era ugonotto, e di Jean Cocteau, autore di romanzi, di opere teatrali e regista cinematografico. Sia Gide che Cocteau erano dichiaratamente gay.

Del 1925 è l'esordio teatrale di Klaus nella sua commedia "Anja e Ester"(ancora inedita in Italia)in cui racconta il delicato amore tra due ragazze.

Tre anni dopo Klaus scrive un appassionato romanzo su Alessandro Magno,il giovane che dalla Persia conquistò mezzo mondo fino alla magica India,un eroe gay destinato ad una breve esistenza.Già in queste opere di un ventenne emerge talento e una vena struggente mai retorica.

Klaus era un giovane brillante,mondano ma anche infelice:nel 1933 sceglierà l'esilio e diventerà un grande antinazista. Era di idee liberali,nel senso più nobile del termine e vicino al socialismo.

Animo generoso e spiritualmente cristiano, amico di intellettuali, nobili, proletari, frequentatore del porto di Marsiglia e di fugaci amori con marinai, morfinomane per superare la sua depressione, scrittore instancabile ed ipersensibile nel 34 scrisse il primo romanzo in esilio ad Amsterdam: "Fuga al nord" in cui Johanna, la protagonista, è una studentessa comunista che lascia la Germania.

Si rifugia in Finlanda da un'amica e compagna di università, una dolce e sensibile ragazza finlandese Kristin. Johanna è sconvolta dal regime nazista nel suo paese, per l'esilio e per aver dovuto lasciare la famiglia e gli amici più cari, tra cui Bruno, un ragazzo vitale e solare. Si sente smarrita nella bianca e maestosa Helsinki.

Dopo una serata in una sala da ballo all'aperto Johanna e Kristen trascorrono una notte d'amore. Tra loro vi era stata solo amicizia ma nella residenza estiva della famiglia finlandese Johanna si innamorerà perdutamente del fratello di Kristin, Ragnar.

Bello, incostante, sempre alla ricerca di qualcosa Ragnar è ispirato ad un breve ma importante amore di Klaus Mann per il bel Hans Aminoff. Nonostante Klaus abbia trasformato un amore gay in una relazione etero, come quella tra Johanna e Ragnar, Hans Aminoff acquisterà tutte le copie di "Fuga al nord" per timore di essere riconosciuto. Mentre Klaus scriveva il romanzo Hans Aminoff si era sposato e aveva avuto una figlia.

Johanna e Ragnar partono per un viaggio tra le foreste e i laghi ma Johanna si troverà a dover scegliere tra restare con il ragazzo che ama o raggiungere a Parigi i compagni della Resistenza.

Già nel 1934, a 28 anni, Klaus sente che l'Europa è sull'orlo di una tragedia,  la guerra.

Autore chiaroveggente, intuitivo, profondo nel descrivere sentimenti e stati d'animo Klaus  scriverà poco dopo il suo romanzo più celebre "Mephisto" su un attore che fa carriera nel Terzo Reich e da cui il regista Istvan Szabo trasse nel 1980 un film che vinse l'Oscar.

Nel 34 Klaus scrive un articolo per una rivista praghese a cui la redazione darà il titolo di "Omosessualità e fascismo". In realtà l'articolo parla dell'amore omosessuale fin dall'antichità. "Sinfonia patetica" è la bella biografia romanzata del compositore russo PiotrIllich Cajcovskij.

"Finestra con le sbarre" evoca con intensità gli ultimi due giorni di vita di Ludwig di Baviera, il re gay che amò l'arte e odiò il potere e la guerra. A lui Luchino Visconti dedicò il film "Ludwig" (1972).

Nel 1938 la famiglia Mann si trasferì in America. Klaus visse prevalentemente a New York  e scrisse due bellissimi romanzi: "Il vulcano" su un gruppo di esuli tedeschi tra cui spiccano la fragile Tilly, che si suiciderà, la volitiva e vitale sorella Marion che sposerà Abel,dolce professore ebreo, e Martin,un artista gay e tossicodipendente.

In questo romanzo politico Klaus Mann affronta ancora temi allora scabrosi come l'omosessualità e la dipendenza da droghe. L'ultimo romanzo è "La svolta", splendida autobiografia. In America compone alcuni racconti tra cui spicca "Speed" sull'amicizia tra un esule tedesco al verde e un giovane furfante americano, un bello e dannato che anticipa James Dean.

In America Klaus conosce la povertà, la solitudine e tenta il suicidio ma reagisce partendo volontario per la Seconda guerra mondiale in cui non parteciperà a battaglie ma lavorerà in Italia come giornalista per la Quinta Armata e poi come sceneggiatore di "Paisà" di Rossellini.

Ma finita la guerra resta l'Europa distrutta, la Shoah (e Klaus va a vedere i campi di concentramento nazisti) le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Nel 1949 Klaus Mann si reca a Cannes per fare una nuova cura disintossicante,scrive lettere meravigliose ai familiari che si trovano in nord Europa. Il 20 maggio dopo una passeggiata in una Cannes piovosa e dopo aver atteso invano un certo Louis, come scrive nel diario, ingerisce un'alta dose di sonniferi.

Muore il 21 maggio a 42 anni. Gay coraggioso e coerente visse le tragedie del suo tempo, scrittore di talento venne sottovalutato e sempre paragonato al padre, accusato ingiustamente dalla stampa austriaca di essere una spia di Stalin lottò con le armi della cultura contro il nazismo, luterano non potè per via di un cappellano convertirsi al cattolicesimo.

Ignorato dal celebre padre ma amatissimo dalla madre e dalla sorella Erika, attrice e scrittrice, Klaus Mann merita una riscoperta maggiore di quella iniziata in Germania, Francia e Italia dagli anni 80.
 
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