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Scrittrici dimenticate:Angela Carter

Post n°1945 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Angela Carter (Eastbourne, 7 maggio 1940Londra, 16 febbraio 1992) è stata una scrittrice e giornalista britannica, conosciuta per le sue opere femministe, di realismo magico e di fantascienza. La sua prosa concilia l'horror-fantasy più macabro con la commedia erotica.

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Biografia [modifica]

Nata a Eastbourne, Sussex, nel 1940, Angela Olive Stalker si trasferì sin da piccola con la nonna materna nello Yorkshire. L'adolescenza la vide combattere con l'anoressia. Seguendo le orme del padre, cominciò a lavorare come giornalista per il Croydon Advertiser. Frequentò l'Università di Bristol dove studiò Letteratura inglese.

Le opere della Carter sono reti intertestuali. Si può notare tale influenza nel romanzo Figlie sagge, in cui si apprezzano i molti riferimenti shakespeariani. L'interesse di Angela Carter si rivolse anche alle opere di autori di sesso maschile, come il marchese de Sade (si veda La donna sadiana) e Charles Baudelaire (si veda il racconto Venere nera), oltre ad altri padri letterari. Fu però maggiormente ispirata alla tradizione matriarcale del racconto orale: riscrisse, infatti, molte fiabe nella sua raccolta dal titolo La camera di sangue, tra cui Cappuccetto Rosso, Barbablù e due rielaborazioni de La Bella e la Bestia.

Nel 1960 sposò Paul Carter, da cui divorziò dodici anni dopo. Nel 1969 utilizzò il premio del Somerset Maugham Award per lasciare il marito e volare a Tokyo, dove visse per due anni e dove, affermò, "imparai cosa significa essere donna e mi radicalizzai" (Nothing Sacred, 1982). Scrisse a proposito delle sue esperienze in Giappone in due articoli per New Society e in una raccolta di racconti, Fuochi d'artificio (1974). Stralci di quell'esperienza si ritrovano anche ne Le infernali macchine del desiderio del dottor Hoffman (1972). Nello stesso periodo, si trovava in Giappone anche Roland Barthes, che pubblicò le proprie esperienze in Empire of Signs (1970).

Successivamente la Carter esplorò gli Stati Uniti, l'Asia e l'Europa, agevolata dalla sua fluente conoscenza del francese e del tedesco. Passò gran parte del tempo tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta come scrittrice ospite delle università, dove tenne anche dei corsi di scrittura creativa, tra cui si ricordano l'Università di Sheffield, la Brown University, l'Università di Adelaide e l'Università di East Anglia. Nel 1977 sposò in seconde nozze Mark Pearce.

Già dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, La danza delle ombre (1966), iniziò ad essere considerata una delle scrittrici britanniche più originali. Ne seguirono altri otto, tra cui La bottega dei giocattoli (1967), premiato con il John Llewellyn Rhys Prize, Several Perceptions (1968), premiato con il Somerset Maugham Award, e Notti al circo (1984), premiato con il James Tait Black Memorial Prize. Un altro riconoscimento, il Cheltenham Festival of Literature Award, le fu conferito con la raccolta di racconti La camera di sangue.

Oltre a essere una prolifica scrittrice di fiction, redasse per The Guardian, The Independent e New Statesman numerosi articoli, raccolti in Shaking a Leg. Si occupò dell'adattamento radiofonico di alcuni dei suoi racconti e scrisse due drammi, sempre per la radio, per Richard Dadd e Ronald Firbank. Due dei suoi lavori, La compagnia di lupi e La bottega dei giocattoli, videro, rispettivamente nel 1984 e nel 1987, la trasposizione cinematografica, alla cui lavorazione ella stessa partecipò attivamente. Le sue sceneggiature furono pubblicate nella raccolta di opere drammatiche The Curious Room, insieme ad altri lavori, tra cui gli scritti radiofonici, un libretto per un'opera dell'Orlando di Virginia Woolf e una sceneggiatura inedita intitolata The Christchurch Murders, mai prodotta e basata sulla stessa storia vera di Heavenly Creatures di Peter Jackson. Questi lavori, per lo più trascurati dalla critica, insieme al suo controverso documentario televisivo, The Holy Family Album, furono discussi nel libro di Charlotte Crofts, Anagrams of Desire (2003).

Poco prima di morire, Angela Carter aveva iniziato a scrivere un seguito del romanzo Jane Eyre di Charlotte Brontë, basato sulla vita della figlia adottiva di Jane, Adèle Varens, di cui però è sopravvissuta solo una sinossi.[1]

Nel 1992, nella sua casa di Londra, Angela Carter morì di cancro all'età di cinquantuno anni.

 
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