Messaggi del 08/12/2011

Lucrezi Buti

Post n°1355 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Lucrezia Buti (Firenze, 1433XVI secolo) è stata una monaca italiana, in seguito moglie del pittore Filippo Lippi.

Biografia 

Figlia di Francesco Buti e di Caterina Ciacchi, diventò monaca nel monastero di Santa Caterina di Prato, dove, secondo Vasari, fu incontrata da Filippo Lippi che lavorava in città su la tavola della Madonna dà la Cintola a san Tommaso. Lucrezia Buti fece probabilmente il modello per santa Margherita che si vede a sinistra del dipinto originale.

Filippo si innamorò di lei e con grande scandalo la rapì in occasione della processione della Sacra Cintola. Dalla loro unione nacque Filippino Lippi nel 1457 e nel 1465 la figlia Alessandra Lippi. La relazione tra il monaco Filippo e la monaca Lucrezia destò molto scandalo all'epoca e venne osteggiata in tutti i modi dalla curia. Solo grazie all'interessamento di Cosimo il Vecchio la coppia ottenne una dispensa dai voti da Pio II per potersi sposare, ma, come riporta Vasari, i due non si sposarono mai, perché Filippo preferiva fare "di sé e dell'appetito suo" come gli pareva.

I due convissero in una casa in piazza del Duomo, vicino a dove il Lippi era impegnato nella realizzazione degli affreschi della cappella maggiore. Lucrezia fu forse il modello della sinuosa Salomè e il suo volto idealizzato si trova anche in altri capolavori del pittore, come la celeberrima Lippina degli Uffizi.

 
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La Fornarina

Post n°1354 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

A Palazzo Barberini, a Roma, c'è il ritratto di una giovane donna, conosciuta come La fornarina: è nuda anche se cerca di coprirsi il seno con un velo trasparente, porta un turbante sulla testa e un bracciale con scritto un nome, Raphael urbinas, Raffaello di Urbino (1483-1520). È un ritratto privato, fatto da un amante alla sua amata. L’artista aveva dipinto la donna dal vivo, direttamente con i colori e senza fare un disegno preparatorio. Siamo nel 1520, pochi mesi prima della morte improvvisa, e prematura, del pittore.
La stessa donna  è probabilmente raffigurata in un ritratto conservato a Firenze, conosciuto come La velata (1516). E sempre lei ha dato il volto a numerose figure femminili nelle opere del pittore, comprese parecchie Madonne (Madonna della seggiola, Madonna di Foligno).
Chi è questa donna?

Lo scrittore rinascimentale Giorgio Vasari racconta che Raffaello era "persona molto amorosa e affezionata alle donne" e ai "diletti carnali": il pittore della bellezza ideale amava molto, perciò, anche la bellezza terrena. Anche mentre dipingeva scene religiose i pensieri di Raffaello erano poco spirituali. Alcuni suoi sonetti d'amore sono stati trovati scritti accanto a disegni di carattere sacro. L'ultimo è stato scoperto nel 1998, su un cartone con immagini relative all'affresco della "Disputa sul Sacramento" (1509): mentre lavorava in Vaticano e inventava immagini per il suo affresco più teologico, il ventiseienne pittore scriveva parole piene di sensualità (Se della mia più verde etate et calda... se dei miei anni più giovani e caldi...).
  


La fornarina, 1520, olio su tavola, 85 x 60 (Roma, Palazzo Barberini, Galleria nazionale d’arte antica)

Ritratto di donna o La Velata, 1516  (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti)

 
Raffaello era così innamorato di una fanciulla che quando non poteva vederla o lei non gli era vicino non aveva pace e non riusciva nemmeno a lavorare.

Si dice che quando il pittore doveva dipingere una "Galatea" nella villa del banchiere Agostino Chigi non riusciva proprio a finire l’opera perché la sua amata gli mancava troppo. Agostino non aveva altra scelta: l’ha invitata a stare per un po’ nella villa e Raffaello ha immediatamente ripreso il suo lavoro con energia e l’ha portato a termine.

Chi era la donna che Raffaello ha amato tutta la vita e che, secondo la tradizione, dopo la morte del pittore, si è rinchiusa disperata nel convento di Sant’Apollonia a Trastevere?

Non lo sappiamo con sicurezza: probabilmente si tratta di Margherita Luti, la figlia di un fornaio: per questo  le hanno dato il soprannome di "Fornarina".
 
Di recente uno studioso ha affermato che Raffaello forse l’ha anche sposata, probabilmente di nascosto: 
il quadro di palazzo Barberini la rappresenta infatti come moglie (la donna porta un anello all’anulare sinistro).
Qualche altro studioso, meno romantico, ci dice invece 
che il soprannome “Fornarina” non aveva niente a che vedere con il pane. Era invece il nome d’arte di una prostituta, forse la celebre Imperia (amante di Agostino Chigi) o forse la non meno famosa Beatrice Ferrarese. Un soprannome un pochino malizioso: il pane da infornare e il forno non erano altro che allusioni sessuali.

Ma questi sono solo pettegolezzi – anche un po’ volgari - e noi non vogliamo certo starli a sentire.

Però è anche vero che secondo Vasari (e non solo secondo lui)  Raffaello faceva una vita sessualmente molto, ma molto, "disordinata" e "fuor di modo".  È perciò difficile pensare che una sola donna (la moglie poi!) ha provocato tutto questo sconquasso. Un bel libertino, insomma, altro che amante fedele!
Qualcuno dice pure che anche la morte dell’artista, a soli 37 anni, è stata proprio una conseguenza dei suoi eccessi erotici: dopo aver “disordinato più del solito”, il pittore è tornato a casa con una grandissima febbre e nel giro di pochi giorni è morto.
Ma anche queste storie sulla morte di Raffaello sono forse solo maldicenze e noi non possiamo certo darle per sicure: secondo qualche altro, infatti, l’artista è morto solo a causa di una semplice polmonite fulminante.
 
Qual è dunque il vero Raffaello? Non lo sappiamo, come non sapremo mai chi è veramente la donna sensuale dagli occhi scuri dipinta nei suoi quadri.
 


 
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Io lo ricordo,amata,io lo ricordo (Esenin)

Post n°1353 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Io lo ricordo, amata, io lo ricordo,
Lo splendore dei tuoi capelli;
Non fu allegra vicenda, né leggera,
Per me l'abbandonarti.

Delle notti autunnali mi ricordo,
Del murmure nell'ombra di betulle:
E se allora più corti erano i giorni,
Più a lungo dava luce a noi la luna.

Ed io ricordo che tu mi dicevi:
"Questi anni azzurri se ne andranno via,
E tu, mio amato, dimenticherai,
Per sempre, per un'altra".

Ma oggi il tiglio che va rifiorendo
Di nuovo ha ricordato ai sentimenti
Come teneramente cospargevo
A quel tempo i tuoi riccioli di fiori.

E il cuore, non disposto a raffreddarsi,
E amando un'altra con malinconia,
Va ricordando con quell'altra te,
Come un lungo racconto prediletto.

 
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Libri dimenticati:Mariamne

Post n°1352 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Breve e intenso romanzo di Lagerkvist che ha come protagonista la moglie di Erode il Grande

 
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Frase del giorno

Post n°1351 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Un comitato è un gruppo di svogliati,scelto fra incapaci,che si riunisce per fare cose inutili (Anonimo)

 
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