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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 07 Febbraio 2006 da lavocedeiventi

"Per la prima volta eravamo faccia a faccia. E, per un attimo, restammo immobili, io e l'intruso, icapaci di credere che quel momento fosse arrivato. Provavo una strana sensazione, mentre ci affannavamo in quel grottesco balletto. Una parte di me lottava con l'intruso, ma un'altra non poteva fare a meno di chiedersi che cosa mi avesse portato fin là, e con quale scopo. Ma non lo sapevo. Non sapevo più niente.

Una mattina ero nella mia casa, e tutto quello che avevo intorno era il mondo. Il MIO mondo. E poi, a un tratto, il mondo aveva cominciato a cambiare, ad andare a pezzi, letteralmente. Tutto quello che riuscivo a fare era dibattermi in una trappola che condividevo con un intruso...e solo adesso capivo..capivo che l'itruso era come me, che anche lui aveva paura, che anche lui era in trappola. E non ero più tanto sicuro che liberarmi di lui significasse liberare me stesso. E non ero più nemmeno sicuro che fosse un intruso che si era nascosto nella mia casa, quanto un intruso che si era nascosto dentro di  me. Qualcuno che era reale, sì, e non forse non era affatto un intruso, ma soltanto un riflesso. Fu in quel preciso momento che io e l'intruso ci guardammo negli occhi. Per la prima e ultima volta. E in quella frazione di secondo, capii e sono sicuro che anche lui capì. Capì perfettamente il senso, anzi, il non senso del tutto. L'illusione di essere arrivati fino a quel punto per una serie di scelte di atti di volontà, delle direzioni prese e di quelle scartate. Perchè le nostre scelte sono limitate dal fatto di essere obbligati a scegliere, e non vediamo che la nostra vita è governata dal caso, come da un'inestricabile reti di impulsi elettrici che interagiscono tra loro, e dal caos generano una singola, imprevedibile scintilla che anziché portare la luce, ci avvolge nel buio.

Quando la luce tornò, l'intruso era scomparso. Con il sorgere del giorno giunse il dubbio che l'intruso ci fosse mai stato. E il mondo era tornato quello che conoscevo.

A tutt'oggi, non riesco a spiegarmi quello che è accaduto. A volte penso banalmente che è stato un sogno, altre colte penso che è stato tutto reale, che si è allargata una maglia nel tessuto dell'universo, e due dimensioni parallele si sono incrociate per un certo tempo. E ripenso anche all'intruso. Anche lui si starà ponendo le stesse domande, anche lui starà cercando di riannodare i fili spezzati dei suoi piccoli gesti di ogni giorno, di riconnettersi con il mondo. Quasi mi dispiace non potere fargli sapere che non ripenso a lui con odio. Sono quasi contento di averlo incontrato. Chi lo sa, forse era necessario che ci incontrassimo. Forse abbiamo bisogno di qualcuno o di qualcosa che non faccia addormantare i nostri dubbi, qualcosa che ci salvi dal rischio di assopirci...di guardare il mondo da una sola angolazione, come se ci limitassimo a guardarlo da una finestra. Allora forse potremo capire che il precario equilibrio del mondo racchiude in sé la possibilità di milioni di mondi differenti, come ognuno di noi racchiude dentro di sé altrettanti differenti individui. E quando avremo capito che nessuno di loro è un intruso, allora riusciremo a guardare il mondo con gli occhi di qualcun altro. E non ne avremo più paura." 

 
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