Creato da blumare77 il 05/04/2012

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diario della svolta di una vita

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Un primo bilancio

Post n°7 pubblicato il 22 Settembre 2012 da blumare77

A poco più della metà del mio percorso qui a Barcellona, sento il bisogno di scrivere a me stesso.
Quando la professoressa del corso di idioma all'ultima lezione ci disse: "Vedrete, il tempo passerà via veloce e non vorrete più tornare" io ci avevo creduto sin dall'inizio. Ed effettivamente il tempo è volato ed io non voglio più tornare!

Ricordo che appena arrivato non facevo che guardare il calendario quasi ad escogitare il modo per bloccare il tempo e prolungare questo periodo come se fosse appena iniziato. Adesso inizia a farsi forte la consapevolezza che si avvia verso la fine e la cosa un pò mi intristisce. Tre mesi sono ancora abbastanza, ma quando guardo  indietro ai quasi quattro già trascorsi, capisco che adesso non posso più ingannarmi guardando il calendario.

Sicuramente questa rimarrà l'esperienza più bella degli ultimi 15 anni della mia vita, seppur con qualche ombra (di cui parlerò più avanti o un'altra volta).
La crisi (quella economica) in Spagna si è fatta sentire, molto più che in Italia. Ti accorgi ogni giorno che morde e fa male, ma gli spagnoli la vivono con grande consapevolezza e autoironia. Nonostante tutto però questo paese rimane un paese meraviglioso.
Un momento, ho detto Spagna, ho parlato di spagnoli...Beh, per la precisione non sono in Spagna, sono in Catalunya, a BCN e vivo fra i catalani (ma questo come vedremo sarà uno dei punti d'ombra paradossalmente!).
La prima volta che misi piede a BCN era il maggio scorso, alla ricerca di un PISO (casa). Non sapevo nulla di castillano (figuratevi del catalano) e parlavo solo inglese e, ovviamente, italiano!
Però la città e i suoi abitanti mi impressionarono. Sembrava già che si realizzasse quello che una conoscente italiana che vive in questa città mi aveva preannunciato: in poco tempo farai tante amicizie.
Questa conoscente a dire il vero io non l'ho mai più incontrata (ci parlai una volta al telefono), ma la sua profezia si è solo in parte avverata. Perchè di amicizie ne ho fatte, ma non così tante come pensavo (o desideravo) e soprattutto (e qui arriva la zona d'ombra) nessuna di queste amicizie è con un catalano.

Io effettivamente della Catalunya non sapevo molto, se non che rivendicano l'autonomia dal resto della Spagna, che hanno un loro idioma, che sono una delle regioni più ricche della Spagna stessa e d'Europa etc. Conoscevo molto poco della loro cultura, della loro vita quotidiana.
Ad oggi posso quasi dire lo stesso: conosco molto poco della loro cultura, del loro idioma e della loro vita quotidiana! E non certo perchè io non ci abbia provato!!! Ma quanto è difficile.

Eppure tutto sembrava essere partito nel migliore dei modi. Una ragazza catalana conosciuta per caso, che mi invita a casa sua a cenare il primo giorno di permanenza in questa città: wow, fantastico (pensai)!!!!

E di situazioni analoghe me ne sono capitate; peccato che durino il tempo di un fulmine e si esauriscono come un fuoco di paglia. E credetemi! Mi sono impegnato, sforzato, dedicato con tutto il cuore a conoscere gente autoctona. Niente da fare: li conosci ma ritrovarsi poi è quasi impossibile! Un carattere troppo differente dal mio (che ha sempre il cuore e l'anima di un meridionale). in questo non sono poi tanto differenti dai milanesi o dai veneti.
Difficilmente concedono la loro amicizia e ancor meno riescono a coinvolgerti. Se poi non parli (sin dall'inizio) il catalano sei quasi finito!
Ed effettivamente in questo primo bilancio io posso senza ombra di dubbio dire che NON HO ad oggi alcun amico catalano.
Pazienza, io ci ho provato in tutti i modi e molte volte, ma mi pare impossibile trovare dei punti di convergenza.

In compenso questo mi ha permesso di apprezzare meglio le differenze che esistono all'interno della stessa Spagna!

 

 
 
 

Lettera aperta allo Stato Italiano: orrore e angoscia

Post n°6 pubblicato il 19 Maggio 2012 da blumare77

lettera aperta allo Stato Italiano

Orrore e angoscia.

Sono questi i due sentimenti che provo da questa mattina, quando circa a mezzogiorno mia madre mi informa di ciò che è appena accaduto in Puglia, mia terra di origine. Ed è da quel momento che non riesco proprio a distogliere la mia mente dalle terribili immagini di quei libri bruciacchiati sull'asfalto, di quegli zaini distrutti e di quel sangue nero che ha tolto la vita ad una ragazzina di soli 16 anni.

E' però l'angoscia che più di ogni cosa mi tormenta adesso. Ha ragione il presidente della regione Puglia quando si chiede: chi è il nemico? E' l'assenza di un chiaro nemico che accresce e amplifica in me tutte le mie paure. Il non sapere se quell'atto orribile di questa mattina sia il frutto dell'azione di un folle, oppure di terroristi-anarchici o di organizzazione mafiose.

Da molti giorni sono preoccupato per tutto quello che sta accadendo in Europa e in Italia. Vedo questo Paese progressivamente sfilacciarsi, sempre più diviso e contrapposto. La gambizzazione di alcuni giorni fa a Genova è stato solo il primo campanello di allarme di qualcosa che si sta rompendo, così come anche gli attentati ad alcune sedi di Equitalia. In realtà segnali ben più profondi erano già tutti quei suicidi che in questi mesi e settimane avevano stroncato le vite di persone sommerse dai debiti o dalla mancanza di lavoro.

La crisi che ci sta colpendo non è solo economica. E' una crisi molto più sottile che sta corrodendo le basi della nostra società e di quelle che sono le regole fondamentali della convivenza civile. E' la crisi dell'intera società, del nostro passato e del nostro futuro.
Poi stamattina questo fatto terribile, in cui una ragazza di 16 anni perde la vita perchè una bomba la uccide davanti la sua scuola.

E' per questo che adesso io scrivo a questo Stato, al mio Stato, perchè se siamo ancora una Nazione, se noi siamo i suoi cittadini e crediamo fermamente nelle nostre regole di civile convivenza e nel valore della libertà, il mio Stato deve dirmi perchè la vita di questa ragazza è stata stroncata davanti alla sua scuola, simbolo del futuro e delle speranze di noi giovani. E lo dovrà dire senza dubbi e incertezze, senza tentennamenti o ripensamenti, nel più breve tempo possibile. Ci dovrà dire come e perchè il nostro futuro oggi si è fermato a Brindisi.

Fintanto che non lo saprò, fintanto che noi tutti non lo sapremo, noi non saremo tranquilli. La morte di stamattina il ferimento grave di tante altre giovani vite è un attacco al cuore di ognuno di noi.

Vogliamo delle risposte, abbiamo bisogno di risposte. Io da cittadino farò la mia parte, come ho sempre fatto e se necessiario sono disponibile anche a rinunciare ad alcune mie libertà personali. Ma se crediamo ancora che l'Italia esista, se vogliamo ancora dare un futuro alla nostra società, se vogliamo avere ancora dei sogni, lo Stato oggi e non domani, ci deve delle risposte.

Perchè oggi, stamattina, davanti quella scuola non sono morti solo i sogni di Melissa, ma anche tutti i nostri sogni...

Alessandro

 

 

 
 
 

L'appuntamento

Post n°5 pubblicato il 13 Maggio 2012 da blumare77

L'appuntamento è per le 19:30. Nel frattempo verso l'ora di pranzo vedo un'altra camera in un appartamento estramente vicino all'ospedale. Ci abitano due studentesse di infermieristica che mi sembrano molto simpatiche. L'appartamento non è nuovissimo, ma ha una vista panoramica non indifferente dalla finestra del salone e l'ambiente è accogliente. Decido di versare la caparra e di prenotare lì i miei prossimi 5 mesi.

Ritorno soddisfatto al mio bed and breakfast, ho voglia di riposare dalle tante (inutili) camminate in cerca dell'alloggio. Per correttezza credo che sia opportuno avvertire la ragazza che la camera l'ho già trovata e alle 19:30 non andrò a vederla. Le mando un messaggio tramite Whatsapp (in inglese). Lei mi risponde dicendomi che è un peccato. Io le spiego i motivi per cui alla fine ho scelto una sistemazione diversa e le mie perplessità ad andare ad abitare in casa sua. Ne nasce una breve conversazione che procede con estrema naturalezza. Così senza averlo programmato e tantomento immaginato decidiamo di vederci comunque per una cena insieme.

Questo appuntamento al 'buio' mi affascina. E' una persona che ho conosciuto per caso qualche istante prima senza averla mai vista. Decidiamo di incontrarci davanti l'ingresso storico dell'Universidad de Barcelona alle 21:30. A dire il vero una sua fotografia me l'ha mandata prima dell'incontro tramite Whatsapp ed io ho fatto altrettanto. Non mi è sembrata una donna bellissima, ma neanche brutta ed in fondo ci vediamo per una cena.
Ma quando la vedo arrivare davanti l'ingresso dell'Università è molto meglio di quanto non sembrasse in foto e questo incontro imprevisto suscita in me strane sensazioni, mai provate in precedenza.

Mi lascio guidare attraverso i viali e le strade di questa città alla ricerca di un posto carino dove cenare insieme. Intanto parliamo, in inglese ovviamente. Poi ci sediamo al tavolo e conversiamo a lungo, scherzando e ridendo. E' tutto fantastico, meravigliosamente bello, così diverso da quello che nella mia vita è sempre successo.

Alla fine ci accorgiamo che quel tempo è volato, la riaccompagno alla fermata dell'autobus ma non ci baciamo. E' stato bellissimo così, tutto estremamente spontaneo. Ci lasciamo con la promessa di rivederci...

 

 
 
 

La mia esperienza

Post n°4 pubblicato il 11 Maggio 2012 da blumare77

in Spagna non poteva cominciare meglio. Molti me ne avevano parlato, in particolare K. che per motivi di studio c'è stata quasi un anno; ma fin quando le cose non le tocchi con mano non ci credi.

Così quando tre settimane fa sbarcai a Barcellona per la prima volta in cerca di casa non sapevo cosa avrei esattamente trovato. Anzi a dire il vero la prima impressione non è stata fra le migliori. Subito mi è saltato agli occhi il divario fra questa città e Berlino che avevo visitato solo pochi mesi prima. E in quell'abisso ho avuto anche consapevolezza di quanto questa crisi stia distruggendo (forse per sempre) i paesi più poveri dell'Europa (Italia compresa) e di quanto distante da noi sia l'efficiente Germania.

Così con quel misto di delusione e speranza ho iniziato le mie ricerche. Ma le case che man mano visitavo non facevano che accrescere in me lo sconforto. Mai nulla di simile avevo visto nella grassa Bologna e forse anche nel povero sud Italia. Camere cieche, con piccole finestrelle che si affacciavano nel bagno o nel cucinotto. Casermoni popolari con ascensori che fermavano nei piani intermedi e privi di ogni colore (alla fine andrò ad abitare proprio lì). Famiglie con bambini che affittavano le camere della loro unica casa per sopravvivere alla stretta fatale dei mutui e della disoccupazione dilagante.

Il secondo giorno che sono a Barcellona, sconfortato nell'animo da questo declino che si taglia a fette per le sue strade e fra le mura delle case avviene l'imprevisto.

Una ragazza poco più grande di me e con tre figli affittava una camera della sua casa per sopravvivere a questo momento di grande difficoltà economica. Fisso un appuntamento per poter vedere l'appartamento, anche se sinceramente l'idea di andare ad abitare in casa con una persona e dei bambini non mi entusiasmava così tanto. Avrebbe significato un forte limite alla mia vita privata, alla possibilità di ospitare amici etc. Però considerando quello che fino a quel momento avevo trovato, ovvero molto poco, non potevo scartarla a priori...

 
 
 

Sono in ferie, ma...

Post n°3 pubblicato il 09 Maggio 2012 da blumare77

è come se non lo fossi. Sto spendendo questi giorni per realizzare tutte quelle procedure amministrative e pratiche che precedono la mia partenza.

Sembrerà una banalità, ma devi pensare alle cose più assurde, tipo quando ti scade la carta di identità o la tessera sanitaria, quali saranno le prossime scadenze per tasse e bollette, quali documenti dovrò portare con me, quali disdette devo effettuare prima della partenza.

Eh già, perchè questa volta non rimarrò fuori per qualche giorno o settimana, ma per molti mesi: 5 almeno, ma potrebbero diventare 8. Tanti, tantissimi. Ed è bene non lasciare nulla in sospeso.

Ogni dettaglio deve essere studiato e programmato. Chi controllerà la posta in arrivo e soprattutto le raccomandate? C'è un modo per lasciare delle deleghe in 'bianco' per il loro ritiro in mia assenza?

Ormai è l'ultimo sforzo, poi arriva il nuovo e comincia una sfida: la capacità di rimettermi in gioco, anche a 35 anni!

 

 
 
 
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