Creato da silvio.battistini il 10/02/2009
Materie di interesse sindacale e del lavoro

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

ermannodgl14alberto.dipaloguima76fismic.pistelluccigirl.78ANDANNRMsalvatoremassaro10okkiazzurri0108andrea.zanella85silvio.battistiniiw9hrnbrigante510santi1955lamiapellevale97ch
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« “LA LIBERTA’ INUTILE"La rappresentatività sin... »

Una scommessa contro il declino

Post n°63 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da silvio.battistini

 Di Silvio Battistini

In questi giorni si parla molto, ed a ragione, degli accordi che Fim, Uilm, Fismic ed UGL hanno stipulato con Fiat che è, e rimane, la più importante azienda del nostro paese. Se ne parla, soprattutto, per una “diversa valutazione” dei contenuti degli accordi che ha portato la Fiom, secondo una prassi ormai largamente consolidatasi negli anni,  a non firmare rendendo dirompente lo scontro fra i due modelli (quello partecipativo e quello antagonista) nei quali si dibatte il sindacato italiano e che, allo stato, appaiono del tutto inconciliabili.

Ci siamo chiesti, non solo nel corso di questi ultimi giorni, se l’accordo avesse avuto qualche alternativa meno dirompente e credibilmente degna di questo nome ed abbiamo concluso che esso (l’accordo) non aveva alternativa alcuna visto che doveva servire a garantire un ingente investimento economico/produttivo nel nostro paese (quello su Fabbrica Italia) impedendo con ciò sia la delocalizzazione degli impianti che la, conseguente, chiusura di importanti fabbriche (come ad es. Pomigliano e Mirafiori) il che avrebbe lasciato, in tutta evidenza, migliaia e migliaia di persone senza lavoro e, per ciò stesso, senza reddito né diritti da difendere.

Importante e decisiva è, dunque, l’assunzione di responsabilità, la decisione di accettare la sfida della Fiat, assunta dai soggetti firmatari degli accordi mentre pericolosamente autoescludente, ci appare, la posizione della Fiom sempre più spostata, almeno nella sua maggioranza, verso quel “partito del lavoro” del quale da tempo si parla e che non ha nulla di sindacale; la Fiom non può certo pretendere di paralizzare l’intero sindacato rendendolo subalterno all’evoluzione (peraltro ipotetica) del suo dibattito interno ed a quello fra la Fiom e la CGIL.

Bene ha fatto dunque anche la nostra organizzazione a scommettere contro il declino industriale del paese; è un primo passo ma serve a far capire con chiarezza che in una fase di globalizzazione delle economie ciò che bisogna difendere è il lavoro nel suo complesso (intendendo con ciò, oltre ai lavoratori, anche le fabbriche, le imprese e, soprattutto, gli investimenti) e che non siamo in una fase meramente redistributiva ma ancora nel pieno di una crisi economica mondiale che ha richiesto e richiederà sacrifici. La Fiat, infatti, non sta chiedendo soldi al paese ma sta facendo investimenti che, soli, possono consentirci di intravedere un futuro meno nero per migliaia di persone e di ricominciare a sperare anche se sono chiacchiere, niente altro che chiacchiere, quelle di chi ci prospetta, per il 2011, una rapida ripresa della nostra economia.

Ma ciò non ci esime dal fare la nostra parte evitando ulteriori traccheggiamenti. Occorre, infatti, molto coraggio ed una forte capacità di decidere assumendo tutte le responsabilità che la situazione richiede ma in un quadro di effettivo pluralismo che è tale non solo se c’è la Fiom ma anche se ci sono le altre organizzazioni comparativamente più rappresentative che hanno dimostrato, più volte, di saper assumere le loro responsabilità che, tuttavia, non si esauriscono, solo, nella firma degli accordi.

Sterile ci appare, infine, la discussione sul contratto nazionale perché, da più parti, esso viene considerato obsoleto e sostanzialmente incapace di rappresentare un’industria che non c’è più. Sarebbe, infatti, necessaria almeno la predisposizione di specifiche filiere (come ad esempio l’auto, l’informatica, la comunicazione ecc.) proprio come, a suo tempo, fu fatto per la siderurgia ecc.

Di tutto ciò si parla, da tempo, ma senza alcun risultato. Ben venga, dunque, un sommovimento che aiuti la speranza a divenire, finalmente, realtà.

BUON ANNO A TUTTI !

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/lavorarestanca/trackback.php?msg=9702344

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963