Lavorare tristementeUn lavoro per la vita che... non piace! |
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E' strano come, nel corso degli anni, ci si possa trasformare, il proprio atteggiamento nei confronti del contesto lavorativo possa cambiare così repentinamente.
Entri con l'entusiasmo di aver trovato un lavoro, è tutto fichissimo e non ti perdi una pausa pranzo con i novelli colleghi con i quali vuoi instaurare un proficuo rapporto di lavoro e di amicizia. Le uscite insieme si sprecano e magari nascono anche degli amori.
Conta soltanto l'ambiente lavorativo, non pensi ancora a fare carriera oppure all'avere più soldi, pensi solo ad impegnarti nelle attività contingenti, a fare bella figura ed a relazionarti nel miglior modo possibile con i colleghi.
Dopo cinque anni di lavoro, le aspettative cambiano repentinamente: non ti importa più nulla dei rapporti con i tuoi colleghi, ne hai cambiati così tanti, ti hanno provocato più stress e tensione che soddisfazioni che, ormai, il rapporto con loro non è più la priorità. Con alcuni di essi sei rimasto amico, ti ci vedi fuori dall'ufficio e cerchi di parlare di altri argomenti e non di lavoro, anche se a volte, non ti riesce.
Ma tendenzialmente il tuo approccio è da orso: il tuo fedelissimo è il PC e con esso instauri un rapporto, senza di esso saresti perso e potresti lavorare anche da casa tua, se non fosse che è necessario interagire lavorativamente con i colleghi, nell'ottica di un lavoro di team.
Le tue prospettive diventano o di carriera o di salario, ti accolleresti il rischio di perdere l'attuale gruppo di lavoro, nel quale ti trovi magnificamente, per uno stipendio più alto tanto, i gruppi ed i progetti vanno e vengono ed il gioco non varrebbe la candela.
PS: ho ricevuto due offerte di lavoro da due società (una multinazionale ed una piccola)
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