LE CITTA' DEL SUD

UN TESTAMENTO SUL QUALE RIFLETTERE


Non temo le urla dei violenti, ma temo il silenzio degli onesti. (Martin Luther King))  E’ la frase-testamento che ci ha lasciato Vittorio Arrigoni, indelebilmente scritta nel suo blog, come un sasso lanciato nello stagno per smuovere le coscienze.Ma gli “onesti” che tacciono hanno più diritto al silenzio ? Un tale silenzio non somiglia, anche troppo, alla connivenza e alla corresponsabilità ?E  non si tratta, limitatamente,  ai fatti tragici che si consumano da molti decenni  in quella tormentata terra dove i rispettivi estremismi generano odio che sfocia nelle stragi e nello stillicidio delle morti.Sarà comodo oggi scrivere di Vittorio Arrigoni, scomodando l’eroismo e l’appello al vento a richiamo di un umanesimo  tradito e relegato nelle cantine di questo Occidente egoista, che si nutre con le radici di una economia elitaria, che non genera lavoro e solidarietà, ma competizione da affrontare nei modi più ipocriti per trarre il maggior vantaggio.E’ stato questo Occidente che ha sostenuto i dittatori del Nord Africa per lucrare sul lavoro a basso costo e imponendo un genere di consumi aleatori ma redditizi.C’ è voluto il sacrificio di un pacifista altruista e generoso per farci tentare un approccio globale al problema sul quale si preferisce tacere.La formulazione “il silenzio degli onesti” , pur nel rispetto di  Vittorio Arrigoni che l’ha formulata,  è fondamentalmente errata, perché l’onestà non si coniuga con il silenzio, così come il silenzio non identifica gli onesti, piuttosto gli omertosi, i mafiosi, i camorristi e gli assenteisti alle consultazioni elettorali.Onestà deve identificarsi con la partecipazione, con il coraggio delle proprie idee e con la forza della denuncia, senza adagiarsi sul comodo silenzio che condanna alla complicità.Vittorio Arrigoni doveva rientrare in Italia per essere presente alla commemorazione di Peppino Impastato, due vittime accomunate da un  medesimo destino che dovrebbe scuotere le coscienze e rilanciare la dignità della denuncia e il coraggio della partecipazione.Fonte: http://ilpuntorosso.webnode.com/news/un-testamento-sul-quale-riflettere/