LE CITTA' DEL SUD

PERCHE' TIFIAMO LE SQUADRE DEL SUD


Dal 1898 al 1912 il campionato italiano di calcio fu riservato alle sole squadre del nord, in particolare del nascente triangolo idustriale Torino, Genova e Milano. Nel 1912 per garantire la definitiva patente di nazionalità al titolo, la FIGC aveva però bisogno che il campionato coinvolgesse anche tutto il Centro e il Sud, e non solo la Pianura Padana. Nel campionato 1915-1916 la Coppa Federale fu il torneo sostitutivo del campionato italiano di calcio e fece, allora, discutere la decisione unilaterale della Federazione di escludere dal torneo le squadre del Centrosud, le quali affidarono alla Gazzetta dello Sport la loro vibrante protesta.Dal 1926 al 1929 i princìpi di unità nazionale portati avanti dal fascismo mal si rispecchiavano in un torneo che fin dalla sua nascita era stato nettamente suddiviso fra un campionato di un Nord diventato ricco, al quale afferivano tutte le importanti società calcistiche italiane, e uno di un Sud ridotto in povertà e contraddistinto dal miserrimo livello tecnico di suqdre che sistematicamente ricevevano pesanti cappotti nelle finalissime nazionali.Bisognerà aspettare il 1929 per avere un unico girone, l'attiuale serie A, al quale però fu ammesso solo il Napoli come squadra del sud.Nelle città colonizzate ed impoverite del Sud, quindi, vi era una pletora di piccolissime squadre insignificanti dal punto di vista tecnico che non potevano neanche lontanamente competere con i grandi "club" del Nord.Oggi, quel divario calcistico tra nord è sud è ancora molto forte ed è evidente che il campionato di massima serie non è riuscito, in più di un secolo, a dare quella definitiva "patente di nazionalità" al titolo italiano. John Foot nel suo libro scrive del calcio italiano come qualcosa che in qualche modo ha contribuito a fare l'Italia, se cosi fosse (e non lo è) vi sembra possibile che un paese si possa costruire sul calcio o sulla televisione? Evidentemente non sono queste le basi su cui costruire un solido paese. E le crepe di uno stato voluto piu' dalle potenze straniere e dalla volontà espansionistica del piccolo regno sabaudo, che non dagli stessi italiani, sono evidenti ovunque.Ma quello che amareggia, alla luce di tutte le discriminazioni che i meridionali in più di 150 anni di convivenza "difficile" con il nord hanno dovuto subire, è l’idea del tifoso meridionale di appartenere ad un qualcosa che non gli riguarda, ma che in qualche modo lo rende vincente. Perchè nella vita, secondo queste persone bisogna essere dei vincenti e per essere dei vincenti basta stare dalla parte dei potenti. Sventolano una bandiera di una città con cui non hanno nessun legame, dicono “noi vinciamo”. Ma noi chi ? Cosa abbiamo in comune con chi offende ed insulta i cittadini e le città del sud nei loro luccicanti stadi, prima ancora di offendere le nostre squadre? Cosa abbiamo in comune con chi mostra le buste di spazzatura, con chi ti chiama terrone e che pensa che il sud sia il male d’Italia? Ma tanto, al tifoso meridionale che tifa squadre del nord, non importa, purchè continui a sventolare le loro bandiere incurante di chi lo offende, e a sventolare i loro colori, sentendoli propri anche se non lo sono e mai lo saranno. Il riscoprire le proprie radici e il proprio amore verso un terra da troppo tempo vilipesa e offesa passa anche attraverso questi gesti quotidiani, come il tifare una squadra del sud, che anche se perdente rimane sempre una squadra della nostra terra. Anche il calcio, come fenomeno sociale, può essere una forma di riscatto. Chi non lo capisce continuerà a perseguire l’idea di grandezza e la squadra sarà solo il pretesto per stare dalla parte dei potenti e vantarsi di ciò che non gli appartiene veramente, un modo di dire ” io tifo per una squadra più forte e sono migliore di te” o molto piu'semplicemente un modo per superare il proprio complesso di inferiorità.Per fortuna i senatori Antonio Gentile, Giovanbattista Caligiuri, Giuseppe Valentino, Francesco Bevilacqua e Vincenzo Speziali (PdL) hanno chiesto in una lettera al presidente della FIGC di dare disposizioni rigide, fino alla sospensione delle partite, in caso di striscioni o cori di contenuto razzistico contro Napoli e il Meridione, sottolinendo come in "In passato sono stati tollerati striscioni come “benvenuti in Italia”, “La vergogna dell’Italia siete voi” oppure “Vesuvio erutta per noi” che non hanno nulla di sportivo e che offendono non solo una grande capitale culturale europea, ma l’intero Sud. Non si possono più tollerare offese al Sud".