LE CITTA' DEL SUD

CARLO AFAN DE RIVERA, IL GRANDE INGEGNERE DUOSICILIANO CHE VOLEVA COLLEGARE IL TIRRENO ALL'ADRIATICO


Nel 1832 Carlo Afan de Rivera (Gaeta, 12 ottobre 1779 – Napoli, 11 gennaio 1852), direttore generale del Corpo di Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia del Regno delle Due Sicilie dal 1824, scrive al Re per presentargli un progetto ingegneristico maestoso quanto avveniristico: congiungere Gaeta a Pescara, e quindi il Tirreno all'Adriatico attraverso un canale navigabile. E lo fa attraverso un testo in cui minuziosamento descrive costi e benfici dell'opera, nonchè tutti i dettagli costruttivi.In particolare, si sofferma su tre necessità impellenti per il regno: bonificare il Fucino che con miasmi e continue inondazioni rendeva impossibile la vita delle popolazioni minacciando continuamente i raccolti, incrementare i commerci tra le province e i paesi esteri diminuendo i costi di trasporto, migliorare, infine, la difesa militare della frontiera.Carlo Afan riteneva che il territorio del Regno delle Due Sicilie fosse ricco di risorse naturali potenzialmente sfruttabili e in grado di condizionare positivamente lo sviluppo economico del paese. Gli erano ugualmente noti i problemi e rischi ambientali, le cause storiche che li avevano generati e le difficoltà logistiche ed economiche. Pertanto la necessità:1) della bonifica agraria dei terreni paludosi, che avrebbe restituito migliaia di chilometri quadrati alla coltivazione, sottraendoli nel contempo alla malaria; 2) del rimboschimento del territorio alto-collinare e montano appenninico, evitando il rischio disastri climatici e geologici; 3) della costruzione di nuove strade o di nuove strutture portuali per rompere l'isolamento geografico in cui versavano gran parte delle località del regno. Nella veste di direttore del Corpo di Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia del Regno delle Due Sicilie, Carlo Afan predispose, per conto dello stato, importanti opere di bonifica idraulica nella zona del lago Fucino (prosciugamento e restauro dell'emissario Claudio), del basso Volturno, del Simeto e del lago Salpi (un lago di acqua salata ormai scomparso che ai primi del XIX secolo si estendeva, in prossimità della costa adriatica, da Zapponeta all'Ofanto). Fece piani inoltre per l'irrigazione del Tavoliere delle Puglie e progettò e diresse il completamento della strada degli Abruzzi fino a Pescara e della strada delle Calabrie fino a Tiriolo. In particolare, progettò la costruzione di ponti sospesi a catene di ferro. Circa le infrastrutture marittime, Afan propose un piano di creazione di strutture portuali in località prossime alla capitale, quali un porto di quarantena a Capo Miseno, magazzini per lo stoccaggio a Pozzuoli e l'istituzione di un Porto Franco a Nisida. Ma senza dubbio rimane, tra le sue idee piu' grandi, la visione di collegare Tirreno ed Adriatico con un canale navigabile. Ecco un passo tratto dal suo testo:"Benefica natura ha prodigamente versato i suoi doni sulle due Sicilie, alle quali nulla ha negato di tutto ciò che può renderle ubertosissime, ricche e prosperevoli. Situate sotto un ciel temperato quasi in mezzo al mediterraneo, bagnate tutto all'intorno dal mare tranne la breve frontieracontinentale, e ricoperta per la più parte di monti di varia grandezza, offrono una gradazione di diversi climi secondo che diverse sono l'elevazione, la distanza dal mare e l'esposizione dei terreni.Ove la catena degli Appennini insieme con le sue diramazioni fa maestosa corona all'ampio bacino degli antichi Marsi, il lago Fucino uno dei più grandi tra tutti quei dell'Italia ne occupa la parte più bassa.Dovendo il Fucino servire, come testa d'acqua che alimentasse i due rami di canale, essi dovrebbero essere diretti al Liri ed alla Pescara, attraversando la catena deg!i Appennini che si frappone tra il lago ed i fiumi. I vantaggi sarebbero di gran lunga maggiori, laddove con un canale che attraversasse il bacino del Fucino, si congiugnessero i fiumi Liri e Pescara. Trasportandosi per acqua le derrate dal mar Tirreno all'Adriatico e viceversa, i tre Abruzzi acquisterebbero così la facilitazionedi cambiare le loro produzioni con la provincia di Terralavoro e con la capitale. Parimenti, le produzioni dei terreni situati presso alle coste della Capitanata con molto minore spesa si farebbero passare nella foce della Pescara per inviarsi in seguito sul mar Tirreno. Il commercio di tutto ciò che ci viene dalla Germania per gli sbocchi di Trieste e Fiume e di ciò che per la medesima via spediamo colà sarebbe sommamente facilitato. Costruendosi, infine, spaziosi magazzini in Pescara ed in Gaeta che è lontana poche miglia dalla foce del Garigliano, in quelle due città si radunerebbero tutte le derrate che vi si porterebbero dall'estero o da noi stessi per trasportarsi da un mare ali altro. In tal guisa esse diverrebbero i ricchi depositi egli empori di un esteso ed attivissimo commercio nazionale e straniero che non ci possiamo lusingare di attirare per altra via nelle nostre mani".(Carlo Afan De Rivera, Considerazioni sul progetto di prosciugare il Lago Fucino e di congiungere il Mar Tirreno all'Adriatico per mezzo di un canale di navigazione - Napoli 1823)