LE CITTA' DEL SUD

Itinerario 7


Provincia (Intendenza) di Terra di Bari (capoluogo: Bari) Distretti: Bari, Altamura, Barletta La Terra di Bari, già Puglia Peucezia, è oggi partita ne' tre distretti di Bari, Barletta ed Altamura; in trentacinque Circondari, e cinquantatrè Comuni. Confina al settentrione coll' Adriatico, all'oriente con la Terra d'Otranto, a mezzogiorno con la Basilicata, all' occidente con la Capitanata. L' interno è intersecato da una catena di basse montagne, conosciute sotto il nome di murgie, le quali attestano che ivi fu un giorno il mare. La provincia è bagnata soltanto, nel breve lato rivolto ad oriente, dall’Ofanto; e verso la parte meridionale delle sue colline prendono origine alcuni fiumi che sboccano nel Bradano. La sua strada in costruzione, detta mediterranea, accresce i vantaggi d'un maggior numero di comunicazioni a tutti quei comuni che si frappongono tra le strade costrutte o da costruirsi. I lavori sono stati intrapresi nei diversi traiti dal ponte di Canosa sull'Ofanto fino a Sovereto e va ad aprirsi la traccia per la rimanente porzione sino a Noci.  Barletta. Alcuni autori la pretendono fabbricata dull'imperadore Federico II nel 1242; altri dui Cannesi; ed altri dall'imperadore Eraclio sopra l'antica Canne tanto famosa per la disfatta che dette Annibale ai Romani. Melo di Bari Dalto suo parente, uniti aduna porzione di Normanni venuti in queste nostre contrade dal pellegrinaggio di Terrasanta, perderono anche in Canne tutto il fruito delle loro vittorie nel quarto combattimento con i Greci. Barletta ha delle strade spaziose e ben lastricate con pietre quadrate; l’orfanatrofio sotto il titolo di sacro monte della pietà gareggia co'più distinti stabilimenti di opere religiose: il teatro fatto a semicerchio è bellissimo; e tra le ville che l'adornano, merita principal luogo la Bonelli. Il molo di Barletta è delizioso forse al pari di quello di Napoli; la porta che vi conduce, chiamala porta di mare, è tra le belle opere di Carlo III. Sulla punta del molo si vede la città lungo il lido, che si prolunga alla sinistra sino al golfo di Manfredonia. Lontane sei miglia da questa città sono le Saline di Barletta. Gli aspetti, che guardano il greco e l'austro, sono bagnati dal mare e dal lago di Salpi. Gli aspetti che guardano lo sirocco ed il ponente-maestro, sono circoscritti da terreni addetti alla pastura. La maggior lunghezza non eccede due miglia: e la sua larghezza, nella maggiore estensione, è poco meno di due terzi di miglio. Il suolo è nella superficie di sabbia, la quale è in minor quantità per quanto più si discosta dal lido. Sottoposta si rinviene perfettissima creta. In essa, alla profondità di palmi quattro circa, sorge l'acqua. Nel suo ingresso dalla parte di Barletta e una foce, per cui s'introduce l’acqua del mare, e quasi nel suo mezzo altra consimile fiiluata per lo stesso effetto. Entrambe, tortuosamente girando per lo interno delle Saline, conducono l'acqua del mare per uso della confettura del sale, dove la chiede il bisogno. In Barletta fu coronato Ferdinando detto Ferrante, figliuol naturale di Alfonso d’Aragona. Lungo il litorale la pesca è inesausta, singolarmente quella delle seppie e de'polpi, de' quali si fa commercio. Gli storioni vi son frequenti per la comunicazione del mare con vari fiumi.Trani. Sede d' un arcivescovo è d'antichissima fondazione. Si distende lungo l'Adriatico, il quale s'interna nel seno della città per una piccola baia che forma il bacino del porto. È circondata da alte mura con torrioni e piattaforma: le fossate larghe e profonde la fasciano da quelle parti, che non vengono bagnate dalle acque. All' occidente ha un castello con tre torri, opera dell' imperadore Federico II. La situazione di Trani è amenissima; la Cattedrale è assai nobile; il seminario bello; ottimo il teatro; e la sua villa benché nascente, forma un complesso di varietà, di contrasti e soprattutto di elegante semplicità. Per un miglio da sotto le sue mura, cioè da Canneto alla penisola di Colonna, si prolunga un gruppo di scogli sparsi di più fontane di acque acidole, atte a risanare molte infermità. Le calamità derivanti dalla penuria desolatrice delle acque hanno rese attive le popolazioni nel formare de' serbatoi per raccoglierle e custodirle. Trani si distingue fra tutte. Ivi si edifica un fonte perenne, raccogliendo e menando nell' abitato le acque della sorgente detta di Boccadoro, sito alla distanza di circa due miglia e mezzo dal comune. Fu Trani prima detta Tirenum dal suo fondatore Tireno Lidio, se si vuoi prestar fede alla tavola del Peutingero o carta delle strade, che sotto Teodosio il Grande le armate Romane teneano nella maggior parte dell' imperio di occidente. Sotto i Romani a' tempi dell' imperadore Marco Aurelio era Trani un municipio, come rilevasi da antica iscrizione sistente nel cortile del palagio Beltrani. Trani comincia, ad avere un nome nel secolo XIII, per la comodità del suo porto in occasione delle crociate. I Templari vi avevano un ospedale; il commercio tra il Levante e l' Italia formò la sua ricchezza; e gli Ebrei che correvano dovunque vi era da guadagnare, vi si stabilirono e vi si mantennero sino a' tempi degli Aragonesi. Sotto gli Angioini, Trani aveva un arsenale, e forniva due galere. Bisceglie. Questa piccola città marittima della Puglia Peucezia la vogliono antichissima, e fino a 452 anni prima di Roma. Circondata da innumerabili case di campagna, e da odorosi giardini, che da per tutto le fanno corona, offre una veduta bellissima agli occhi de' passeggieri. Un piccolo seno di mare della figura, pressoché del ferro di cavallo forma il porto di Trani. Nonostante le grandi spese fatte per migliorare questo porto da un secolo in qua, trovasi ora quasi interamente interrato. Il suo territorio produce in abbondanza tutte sorte di vettovaglie, frutta, vini, ed oli eccellenti. Tiene un comodo porto; ed i registri Angioini la portano nella tassa delle galere armale, delle quali la Terra di Bari forniva in quel tempo i suoi Re. Luigi I d'Angiò morì in questa città. Bisceglie ha un conservatorio sotto il titolo di S. Lorenzo, trasferito nel cenobio dei soppressi Conventuali. Tra Bisceglie e Molfetta è antica chiesa di greca architettura sotto il titolo di S. Giacomo. Ivi i Benedettini aveano altra volta un monistero, di cui si riconoscono gli avanzi. Il territorio appartiene alla nobile famiglia Filioli. Non lungi da questo edificio si trova un santuario consecrato a S. Maria de' Martiri, eretto nel 1161 da Guglielmo I. Qui da Boemondo fu innalzato uno spedale per accogliere i crociati e que' pellegrini infermi che andavano e ritornavano dall'Oriente: oggi ne resta in piedi una parte.Molfetta. Cinque miglia lontano da Bisceglie sulla sponda dell'Adriatico giace Molfetta città vescovile, arricchita di bellissime fabbriche di pietra viva, e provveduta di fertile terreno. Innocenzio III prima d'ascendere al pontificato, fu Vescovo della medesima.  Molfetta è si antica che la sua origine resta inviluppata nell'oscurila delle favole delle età più remote. Ha un buon seminario, un conservatorio detto delle Orfanelle, un monte di pegni instituito nel 1665, ed una bellissima biblioteca accompagnata da un gabinetto di macchine fisiche, da un medagliere e da una raccolta d'istoria naturale e di mineralogia, non che di vasi etruschi: ha pure un bel teatro ed un ospedale. Questa città è il centro del commercio dei luoghi circonvicini. I prodotti di Terlizzi, di Ruvo, di Bitonto e di Palo sono trasportati per la massima parte in Malfatta per passare allo straniero. I naturali sono industriosi, fabbricano un sapone all' uso di Genova, e lavorano delle tele, delle funi e delle ottime gomine. Ottone duca di Brunswich, già marito della regina Giovanna I, fu prigione nell'antico castello di Moffetta.Giovinazzo. Bella per nobilissimi edifici, è sulle sponde dell' Adriatico, in fertile terreno abbondante precipuamente di mandorle, di oli, di carrubbe. Il suo Ospizio è recente opera della pietà e della sapienza de' Borboni. Fu ad esso addetto l'antico convento de' Padri Predicatori capace di albergare seicento individui. I progressi che le arti han fatto in questo nuovo stabilimento fanno concepire liete speranze di vederlo presto emulare i più utili di Europa. I giovinetti i quali annunziano più felici disposizioni di ingegno per le scienze e le lettere, sono in esse istituiti con buoni princìpi. In sito separato sono tenuti i giovani infelicemente condannati a reclusione dalle leggi per delitti commessi, e là mandati per saggia disposizione di chi regge la provincia e vigila i costumi della gioventù.Bari. La capitale Bari giace in una penisola sul mare. Quella storia che si perde ne' vaghissimi tempi della favola, la dice fabbricata da Iapige, figliuolo di Dedalo. In tempi più vicini a noi, cioè sotto l'impero di Nerone, fu municipio de' Romani, illustre per la prigionia dell' infelice Silano. Dominata da' Goti, dagli imperadori Greci, da' duchi di Benevento, da' Saraceni, da' Normanni, nelle guerre onde fu il regno diviso fra Carlo d'Angiò e Corradino, Bari stette sempre fedele al primo. Fu soggetta ad orribili tremuoti. Nel 1601 soffrì universale incendio. Circa il 1087, epoca in cui vigeva il costume di andar rubando le reliquie de'santi per possederne il glorioso deposito, alcuni mercatanti Baresi rubarono il corpo di S. Niccola da Mira, metropoli della Licia. Da quel tempo Bari divenne uno de' santuari più celebri della cristianità. I Baresi, facendo risalire la fondazione della città loro al figliuolo di Dedalo, non vollero essere da meno per l'anzianità nella chiesa di Gesù Cristo: perciò sostengono stabilita la loro cattedra episcopale fin da' tempi dell' Apostolo S. Pietro. Se questa antichità può ammettere qualche dubbio, è però sicuro essere uno de'primi vescovadi della cristianità. I Baresi sono attivi, industriosi e dediti alla navigazione. Fiorente è pure nel suo vasto territorio l'agricoltura. La provincia e la capitale hanno molte manifatture di rosolio, di spirito di vino, di tessuti di lana, di felpa e di sapone: hanno quarantuno conciarie di pelli. Bari ha magnifici edifizi pubblici e privati: fra i primi il nuovo palagio destinato ad uso della intendenza, il Real liceo , il conservatorio dell' Annunziata, il Reclusorio delto Casa della pietà, la Casina, e le Fortificazioni. A parecchie città delle nostre province si è stimato fare diversamente, in modo che hanno costrutte magnifiche sale per gli spettacoli, nulla curando che nell'uscire da quelle, lo spettato!e dee talvolta andarsi rampicando per dirupi e per iscoscese strade , onde ritirarsi a casa. In Bari fu coronato Ruggiero re di Sicilia; e vi morì Bona regina di Polonia, figlia d’Isabella d’Aragona e nipote di Alfonso II. Mola. Da Bari si giunge a Mola traversando una strada incantata; tale è lo spettacolo che ad ogni punto essa presenta allo sguardo. Mola sorge sopra piccolo istmo che si prolunga molto nel mare. Belle sono le sue fabbriche. E' circondata da deliziosi giardini, che da una parte dolcemente discendono verso il lido, dall'altra sono coronati da boschetti di olivi. Il suo terreno è feracissimo; la pesca inesausta. Monopoli. In amena e leggiadra pianura siede questa città vescovile, che credesi edificata dalle rovine dell'antica Egnazia. È coronata da monti, circondata metà dalle acque dell'Adriatico, e metà da profonde fossate. E cinta di mura con bastioni ed un castello, che fu innalzato nel 1552 da CarloV. Nella parte occidentale sorge, per così dire, una nuova Monopoli; ed i novelli edifizi sono costrutti con disegno uniforme. L'interno della vecchia città è tristissimo. Monopoli fu nella fine del XV secolo orribilmente saccheggiata da' Veneziani venuti in soccorso di Ferdinando II d' Aragona, i quali sdegnati dell' ostinata resistenza della città, le diedero orribile sacco. Il Grirnani loro capitano riuscì appena a fare risparmiare dalla lussuria e dall'avarizia del soldato le sole chiese, ove si erano rifuggite le donne ed i fanciulli. Presso Monopoli fu anche fatale la battaglia de' Greci co' Normanni, ove fu fatto prigioniero Esaugusto soprannoraato Annone de Malaterra. Questa città ha una bella Cattedrale; un conservatorio che presenta piacevole e comodo soggiorno alle alunne; ed un ospedale sotto il titolo di S. Giacomo di Campostella. Vanta copiosa ricolta di mandorle, di olive e di agrumi, ed una pesca singolare per la delicatezza de'pesci.Fasano. Ultima terra della provincia di Bari sulla via maestra, giace in una pianura: la strada che l'attraversa, è bella e adorna di vaghe casine. All'uscire del paese verso Lecce si trova magnifico fonte. Gli olivi e le mandorle formano la sua maggior ricchezza.Bitetto. Questa città, un tempo vescovile, giace in bella pianura, sette miglia distante da Bari. Si vuole surta nel nono secolo, e riedificata nel 1261, dopo la distruzione fattane da' Saraceni, da Guglielmo il Malo, e da Corrado. Ebbe il primo suo vescovo per nome Rao, che sotto Alessandro III intervenne nel 1179 al concilio Lateranense. Il suo territorio abbonda di oliveti e di mandorli, che formano il massimo commercio de'suoi cittadini. Il vino zagarese è famoso prodotto de'suoi vigneti.Altamura. Su d'un erto colle formato di strati continui di pietra calcarea, vedesi questa città, capoluogo del 3° distretto della provincia di Bari. È riguardevole per la vasta estensione del suo territorio che si prolunga verso il sud e l'ovest circa cinque miglia, e verso il nord e l'est sino a dodici. Esso dividesi in due classi, cioè erboso che sono gli Appennini, volgarmente chiamati parchi e murgie, di proprietà particolari; seminatoriale che è tutto il piano sotto il nome di matine, le quali sono demaniali. Altamura, creduta la famosa Lupazia, riconosce la sua origine da Federico II nel 1229. Da Carlo I fu resa più illustre per la fondazione in essa fatta della università degli studi. La sua circonferenza è della lunghezza d'un miglio in circa, di figura ellittica, ed una volta circondata da mura, ora in parte dirute. Ne' suoi dintorni si osservano molti ruderi di veneranda antichità. Giovanni Antonio Orsini, principe di Taranto e figlio di Ramondello, morì nel castello di Altamura. Altamura ha due conservatòri di S. Croce e del Carmine e l'orfanotrofio di S. Lucia. Evvi un prelato con giurisdizione vescovile.Gravina. In sito alquanto basso giace questa città, creduta Pantica Plera: si vuole fondata dagli antichi Romani nel 174. Qui la gran valle fra le murgie e gli Appennini si apre di molto, ma l'occhio non abbandona ambe le catene che da una parte e dall' altra progrediscono fino al Ionio, e propriamente vanno a prendere la direzione de' lidi che circoscrivono il golfo di Taranto. Gravina fu eletta da Federico II per luogo in cui tener si dovessero due volte l'anno i Comizi generali delle province di Basilicata, di Bari e di Capitanata: questo imperadóre compiacquesi di lei per la caccia de' falconi che vi facea; a quale oggetto fabbricò su d'un colle magnifico palagio per suo diporto. Gode questa città un territorio vastissimo, che vanta i suoi grani ed i suoi vini. L' industria dé formaggi che per i buoni pascoli riescono assai saporosi, e quella degli animali formano la ricchezza de'suoi abitanti. Le razze de’cavalli si considerano le migliori della Puglia. Gravina arricchita di bellissime fontane e di pozzi d' acqua sorgiva, è fiancheggiata da forti muraglie.