LE CITTA' DEL SUD

ITINERARIO 9


Provincia (Intendenza) di Calabria Citeriore (capoluogo: Cosenza)Distretti: Cosenza, Castrovillari, Paola, RossanoLa Calabria forma la parte più meridionale del regno al di qua del faro. Abbraccia tre province, che nomineremo settentrionale, media e meridionale. S.A.R. il Principe D. Ferdinando, Augusto Primogenito di S.M. il Re N.S., prende il titolo di Duca di Calabria. La Calabria Citeriore, o sia settentrionale che corrisponde all'antica regione abitata da' popoli detti Bruzi Oltramontani, ed anche Locri e Crotoniati, contiene i distretti di Cosenza, di Castravillari, di Paola e di Rossano; quarantatrè Circondati, e centoquarantotto Comuni. È limitata al nord dalla Basilicata; all' est dal seno Tarantino; al sud dalla Seconda Calabria Ulteriore; all'ovest dal golfo di Policastro. La provincia è traversata in gran parte da montagne; e la fertilità delle sue terre in ogni genere di prodotti è grandissima. Castròvillari. In luogo eminente tra due colli, circondata da monti altissimi è questa città, d'alcuni tenuta per l’antica Sifeo. Ne' suoi fianchi scorrono parecchi influenti dell' Esaro e del Coscile, che dopo il corso di tre miglia si scaricano nel mare verso oriente. Dirimpetto evvi il monte Pollino rinomato per le sue produzioni. Questo monte è circa 1200 passi geometrici sopra il livello del mare. Pretendasi d'essere stato chiamato dagli antichi Monte Apollo. Tutto è nel basso a coltivamento, e nell'alto a pascolo di erbaggi che danno i migliori latticini del regno. Sotto Caramola, monte che attacca col Pollino, è il celebre monistero del Sagittario, già de' Padri Cistercensi. Castrovillari è ricca d'oli, provveduta di ottimi vini, e adorna di fruttiferi e deliziosi giardini. Ha un castello di mediocre forma e grandezza, che lo vogliono de' tempi Normanni; e due buoni Ospedali. I terremoti le han cagionato gravissimi danni, e precipuamente quello del 1636, Qui trovasi estesa l’industria della seta e della bambagia; e si raccoglie un minutissimo legume, chiamato giorgiolena, della manna, e della mastice. Castrovillari è capoluogo del 2° distretto della provincia di Calabria Citeriore; d'aria buona. Rossano. Questa bella città arcivescovile, capoluogo del 4° distretto della provincia di Calabria Citeriore, giace in una sassosa eminenza alla vista del mare Ionio. Alcuni la credono fabbricata dagli Enotri, altri da' Sibariti, e molti da' Rodiotti. Vi si vede un diruto castello celebre presso gli antichi. La sua chiesa un tempo di rito Greco fu indotta ad abbracciare il Latino da Monsignor Saraceni di lei arcivescovo, oggi Beato dell' ordine de' Minori Osservanti. Rossano diede i natali al B. Nilo, al B. Bartolomeo dell'ordine di S. Basilio, al pontefice Giovanni VII, ed a Giovanni XVII. Il territorio è bastantemente fertile in grano, legumi, olio, e vino: vanta varie miniere di sale, di ferro, di alabastro e di altri marmi colorati. ha una scuola secondaria che insegna agricoltura pratica.Tarsia. Si crede l'antica Caprese o Caprasia: è situata su d'un promontorio tra i fiumi Isauro e Crati, abbondante di pesca e di cacciagione. L' aria è cattiva. Attraversati con ponti di fabbrica il Finito e l' Annea; i torrenti Mavigliano, Settimo, Emoli, Sordo e Campagnano; e con ponte di legname su pilastri di fabbrica il Busento, la strada mena a Cosenza.Paola. Edificata dagli Enotrì, questa città, oggi capoluogo del 3° distretto della provincia di Calabria Citeriore, è nella spiaggia del mar Tirreno. Vi si veggono de' buoni edifici, un castello, opera de' bassi tempi, e due torri dalla parte del mare con un ponte a più archi, per mézzo del quale vi si ascende. Il territorio abbonda di miniere di pietra molare, e trae utili ricolte di olio e di vino. Gli agrumi e gli ortaggi occupano molte terre. Fu patria del glorioso patriarca S. Francesco fondatore de' Padri Minimi. Alla distanza di circa un miglio vedesi la prima casa ch' egli edificò per i suoi confratelli. Ha vari stabilimenti per soccorrere i bisognosi, e molte fabbriche di lavori di seta e di vasi di creta. Prima di giugnere a Cosenza si distende sulla dritta la nuova strada di Paola. Oltre alla metà trovasi compiuta, e per la rimanente porzione la traccia è anche rotabile. Sul profondo torrente, che rade la città, è costrutto elevato ponte di fabbrica.Cosenza. La capitale Cosenza sede d'un arcivescovo, e antica metropoli della regione de’Bruzi, si crede edificata da' Lucani. Giace alle falde degli ultimi controforti del gruppo degli Appennini, bagnata dal Busento e dal Crati. Quest’ultimo, fiume principale della Calabria Citeriore, nasce sulle falde del monte detto del Calabrese presso Aprigliano nella stessa provincia; bagna Cosenza, e dopo un corso di circa sessanta miglia si getta nel mare Ionio, e propriamente nel golfo di Taranto. L’aria non è molto salubre; e 'l suo vasto territorio, ricco di miniere, abbonda di oli, vini e frutta. La coltura de' bachi da seta vi è molto estesa. Vi si vedono de' buoni edifici: la cattedrale e'l palagio della intendenza sono bellissimi. Tra i più distinti stabilimenti meritano principal sede il Collegio reale, l'Orfanotrofio sito nel monistero de' Teresiani, un magnifico Ospedale, una scuola secondaria che insegna agricoltura pratica, ed un monte di pietà. E celebre il suo bosco detto la Sila di Cosenza, parte montuoso e parte piano, che si estende anche nella Seconda Calabria Ulteriore o sia media. Ne' pingui pascoli che offrono le parti non coltivate, vanno nell'està a nudrirsi numerose gregge e numerosi armenti, che nell'inverno discendono verso la marina. Limpidi ruscelli intersegano in tutte le direzioni le pianure e le valli: maestosi pini si veggono crescere a gigantesca grandezza; e quasi da per tutto s' incontrano incantevoli punti di veduta, donde si discoprono l'uno o l' altro mare, e grande estensione di paese sottoposto. Presso Longobucco, alle falde della Sila, è ricca miniera di piombo, ove trovasi in abbondanza l'argento. Cosenza soffrì delle devastazioni a' tempi di Annibale, e de' Goti, quando questi fecero le loro scorrerie nel paese de' Bruzi. Sotto i Saraceni non furono da meno le sue disgrazie, essendo stata messa da que' barbari a sacco ed a combustione. L'anno 1461 sarà sempre per questa città memorando, allorché presa e saccheggiata da Roberto Orsino, si rinnovarono gli orrori e le atrocità nelle quali fu avvolta Roma da' tempi di Silla sino a Domiziano. Il vescovado di Cosenza è antichissimo: si vuole il primo suo vescovo Palumbo nel 599, a cui S. Gregario diresse delle lettere. S'ignora quando fosse fatta Metropoli. Isabella d'Aragona regina di Francia e moglie di Filippo l'Ardito vi morì nel 1270; come anche Alarico re de'Goti, che fu seppellito nel vicino Busento. Nella sagrestia della cattedrale si vede l'avello di Luigi III d'Angiò, mortovi nel 1435. Questa città ha prodotto valenti e doni nomini, fra gli altri Vincenzo Gravina e Gaetano Argento. E rinomata la sua accademia letteraria, di cui fu protettore Gio Batista di Costanza eletto arcivescovo di Cosenza nel 1591, e poi ravvivata da Muzio Caselli. Rogliano. Giace su d' una collina: l' aria è buona e si gode d'un esteso orizzonte. Il suo territorio, presso a 40 miglia di circuito, abbonda di ghiande e di castagne: il vino vi riesce assai generoso. Il Sauto che nasce nella celebre Sila da una collinetta sassosa e da una fenditura appellata volgarmente la fontana del labbro, attraversa le campagne. In un monte a poca distanza si veggono gli avanzi d'un castello. La strada regia delle Calabrie procedendo da Cosenza, invece di seguire per Scigliano e Nicastro, la strada postale, si è oggi inoltrata nell' interno e va ad ascendere presso Tiriolo la catena degli Appennini nella parte più angusta del regno, compresa tra i golfi di S. Eufemia e di Squillace. Da Tiriolo contorna le pendenze dei monti, discende verso la valle dell'Amato, ed attraversando vari fiumi giugne a Monteleone. Scigliano. È un aggregato di più villaggi, divisi in sette quartieri. Gli abitanti sono dediti all' agricoltura e alla pastorizia. L'aria è buona.