LE CITTA' DEL SUD

Itinerario 11


Provincia (Intendenza) di Calabria Ulteriore Seconda (capoluogo: Catanzaro) Distretti: Catanzaro, Cotrone, Monteleone, NicastroLa Seconda Calabria Ulteriore o sia media, che anticamente formava parte del paese de' Bruzi Cismontani ed Ipponiensi, è ripartita ne' quattro distretti di Catanzaro, di Monteleone, di Nicastro e di Cotrone. Confina a settentrione con la Calabria Citeriore; ad oriente col mare Ionio, a mezzogiorno con la Prima Calabria Ulteriore, ad occidente col mar Tirreno. Questa provincia ha una fertilità superiore alla settentrionale o sia Calabria Citeriore, sebbene la sua parte orientale, dove vedesi la vasta pianura del Marchesato, sia quasi deserta. Vanta molte fabbriche di raffinerie di ferro, varie saponerie, diverse conciarie ed una regia ferriera in Mongiana. Catanzaro. Sorge sull'erta d'un monte tra i fiumi Crotalo ed Ali, rinomata non meno per la bontà dell'aria, che pe'lavori di seta. I suoi storici la dicono edificata da Fagizio capitano di Niceforo Foca imperadore di Costantinopoli. Questa città fu presa da Roberto Guiscardo. Egli vi fondò un castello, ove poi si rinchiuse Centelles noto nella storia del regno. Sotto Carlo V per vigorosa resistenza fatta all' esercito de' Francesi, venuti in Italia sotto il comando di Lotrecco, ebbe il privilegio di batter monete. Queste aveano da una parte la mezza Aquila Imperiale per traverso coll'esergo-Carolus Imp. e dall'altra l' epigrafe-obsesso Cathanzario 1528. Catanzaro è stata danneggiata in varie epoche da' terremoti: è memorabile quello de'5 febbraio 1783. Ricca nelle derrate dell'agricoltura, ha un bel Liceo e una scuola di agricoltura pratica. Le raschie sono d' un gusto singolare tra i latticini del paese.Cotrone. Vanta questa città della Magna Grecia un' antichità rispettabile. Avea le sue mura di circuito miglia dodici, con grande e forte castello: vi passava il fiume Efaro. Ebbe ancora un magnifico porto, in cui i Cotroniani, tennero delle armate navali. Nell' antichità furono celebri i suoi templi dedicati ad Èrcole, a Cerere, a Giunone Lacinia, a Giove Omario, ad Apollo, a Marte, alle Muse, alla littoria. Si vuole che fossero rimasti distrutti dalle varie scorrerie di nazioni nemiche. E in fatti Cotrone fu presa da Dionisio di Siracusa, e distrutta da Pirro, allorquando calò in Italia chiamato da' Tarantini. I Romani vi dedussero una colonia nel 558, o 649; i Cartaginesi se ne impadronirono; ed i Romani nuovamente la conquistarono. Questa città vescovile, oggi capoluogo del 4° distretto della Seconda Calabria Ulteriore, fu una delle più belle e ricche dell' Italia. I Cotroniati si distinsero ne' giuochi olimpici, sostennero valorosamente molte guerre e batterono monete. Queste aveano nel dritto un'aquila che ghermiva una testa di montone, e nel rovescio un tripode con due frondi di lauro a sinistra. Pitagora vi tenne una scuola, da cui uscirono quei magni seguaci della sua dottrina, e che fecero sentire la voce della filosofia e'l gusto delle belle arti all' Italia ed a tutta l' Europa. Si crede che S. Dionigi Areopagita fosse stato il primo suo vescovo. L’agricoltura, la pastorizia e'l commercio fioriscono tra quegli abitanti, la cui principal ricchezza si forma da'così detti formaggi di Cotrone. Pizzo. Si crede l' antica Napìgia: sorge nella metà d' un monte in piano alquanto inclinato, vicinissima al mare. Il territorio è ricco in limoni, in cedri, in granito, in gesso, in fossili, e in marmi bianco, nero e giallo. A questa città recaron molti danni i terremoti del 1639 e 1659; ma quello del 1783 fu assai fatale alla sua popolazione. In ottobre 1815 ottenne il titolo di città fedelissima, e nella sua marina fu eretto un monumento, che ricorda alla posterità i privilegi accordatile dal re, Ferdinando e l'onorevol motivo della Sovrana concessione.Nicastro. Sorge questa città sulle falde degli Appennini. A mezzo giorno estende il suo sguardo sopra ampio e delizioso orizzonte. Poche città del mondo si credono più antiche di Nicastro. I suoi storici con singolare erudizione pretendono che Aschenaz figliuolo di Gomer, primogenito di Jafet, fosse dall' Armenia venuto in questa estrema parte dell' Ausonia, ed avesse fondata ampia colonia detta Numistria, la quale fosse poi dagli Enotri ridotta a città, divenuta col progesso degli anni bella e popolosa. Gli amatori di questo genere di erudizione possono leggere le memorie storiche da un tal Scaramuzzino sulla città di Nicastro pubblicate in Napoli nel 18o3. A noi, i quali non siamo di così facile credenza, basti il dire che Nicastro è famosa nella storia per il passaggio di Pirro, allorché si recò in difesa de' Tarantini contra i Romani, e per sanguinosa battaglia pugnata fra Marcello ed Annibale, e durata un giorno intero. Nelle scorrerie de' Bruzi fu Nicastro fra le città della provincia miseramante distrutte, riedificata poi da'suoi conquistatori in altro sito, ed appellata Nicastro, cioè Novum Castrum. L'imperadore Federico Barbarossa scelse questa bella città a suo diporto, e dimorò lungo tempo nel palagio detto il Castello, com'era uso in quei tempi, del che fa fede antica iscrizione in marmo, rinvenuta in una sala di quell'edificio. II santo pontefice Silvestro II fu lungamente in Nicastro, allorché si recò in Calabria per calmare le dissensioni de'fratelli Normanni. Nicastro, così gloriosa nella storia amica, è colta nelle lettere e nelle scienze. È sede d'un vescovo, e capoluogo del 5° distretto della Seconda Calabria Ulteriore. Il suo territorio si estende fra il Ionio e'l Tirreno, coperto di oliveti, di vigneti e di agrumi. La popolazione è industriosa. Sono celebrati i suoi vasellami di creta rossa.Monte Leone. Fu edificata circa il 1254 sulle rovine dell' antica Ippone distrutta da' Saraceni nel 983. Colonia una volta de' Romani, fu poi eretta in municipio. E’ celebre nella storia del paganesimo il suo tempio sacro a Proserpina, e l'altro dedicato a Cibele. Il bosco che vedesi nelle vicinanze di Monteleone, si crede la selva di Agatocle famosa nella storia della mitologia pagana. Oggi la città, capoluogo del 2° distretto della Seconda Calabria Ulteriore, è edificata parte sopra un colle e parte in bella pianura. Monteleone ha fertile ed ampio territorio, sparso di parecchi comuni e villaggi, ed abbellito da molte case di delizie. Ottimi sono i suoi vini e squisite le sue uve, fra le quali il zibibo celebrato tra le migliori uve del mondo. Ampia è l'industria della seta, e belli sono i tessuti che si lavorano. Floridissimo è il suo commercio: stimate assai le razze de' suoi cavalli, e morbidissime le lane delle sue greggi. Monteleone fu per alcuni anni sede dell' intendente e de' tribunali. Quando le Calabrie furono divise in tre province, rimasta quasi all' estremità dell' ultima, venne cangiata in sottintendenza. Rimane oggi in Monleleone un Collegio Reale.Nicotera. Giace questa città sull'erta di un colle verso mezzogiorno, lontana un miglio dalla marina. Si pretende che fosse surta dalle rovine di Medama, della quale parlano Plinio e Strabene. L' aria e molto salubre, e 'l territorio è ferace in ogni sorta di produzioni, singolarmente in grano, vino ed olio. Nel suo mare è copiosa la pesca de' crostaci e de' testaci. I Saraceni recarono non pochi danni a Nicotera, allorquando infestarono le Calabrie. Non furono da meno quelli, che le recarono i Turchi nelle invasioni che spesso fecero nel litorale del regno. Il tremuoto del 5 febbraio 1783 la rovinò interamente. Nicotera è antica sede vescovile: si dice che Sergio suo vescovo fosse intervenuto nel concilio Niceno II, sotto il papa Adriano. A questa sede è unita quella di Tropea. Gli antichi amatori passionati del bello, lodano nelle loro scritture le vaghe forme delle donne di Nicotera: oggi esse non sono men degne di questa lode.