LE CITTA' DEL SUD

ROYALTY E PETROLIO: Una ricchezza senza fondo, ma solo per le multinazionali ed i politici


L’estrazione del petrolio in Basilicata è stata una vera e propria manna dal cielo. Molti di voi potrebbero dire “dipende”. Infatti, tutti ne siamo consapevoli: 4-5 persone per paese hanno avuto immensi benefici dal petrolio, immense ricchezze, immense liquidità monetarie. Ma la ricchezza di queste 4-5 persone per paese, vale la miseria, i tumori, i malanni, l’inquinamento, la corruzione, la disoccupazione, la svalutazione dei patrimoni, la perdita di produttività, l’emigrazione, la rabbia di tutti gli altri cittadini che nello stesso paese vivono? La realtà è questa, e i politici che la negano sono complici e corrotti di questo sistema messo in piedi dalle multinazionali del petrolio, dedite solo al profitto. Perché la verità è una: o i politici sono fessi o sono corrotti. A voi la risposta.Il petrolio non ha portato lavoro, perché gli esperti, gli ingegneri, i dirigenti erano già tutti dipendenti delle ditte che estraggono petrolio. Solo un po’ di manovalanza è stata utilizzata nei vari processi lavorativi, ma tutti lavoratori raccomandati e spinti dalle amministrazioni comunali del territorio interessato dalle estrazioni, nonché poi tutti licenziati alla fine dei lavori.Royalties bassissime, le più basse del mondo, il 7%, cioè quasi mezzo miliardo di euro all’anno. Il giochetto sta tutto nel fatto che fin quando i pozzi non produrranno più di 100 mila barili al giorno, l’Eni non pagherà più del misero 7% stabilito, ma secondo voi l’Eni è così stupida da non aver trovato qualche stratagemma per evitare un aumento delle royalties? C’è qualcuno che guadagna troppo e c’è qualcuno che nasconde sotto il tappeto tutti i reati. Tutti gli abitanti delle vallate interessate si chiedono: quanti soldi hanno incassato queste persone? Dove sono andati a finire questi soldi? Ai cittadini è rimasta solo la puzza e i patrimoni svalutati, senza contare ciò che hanno perso: tutto lo splendore del territorio, la ricchezza della natura e la redditività del loro lavoro agricolo.Si aspettava sviluppo e lavoro, ricchezza e futuro, ed infatti: sviluppo per le multinazionali e i politici del posto, lavoro per i lavoratori delle grandi ditte, ricchezza per tutti i corrotti che ci hanno mangiato e ci mangiano ancora, e futuro per le famiglie delle bestie che ancora oggi negano, nascondono e difendono chi ha eseguito uno degli scempi più grandi della Basilicata. Il petrolio porta solo distruzione, qualche milionario e basta, il resto è povertà ed emigrazione.Senza contare tutti gli incidenti che le autocisterne subiscono nel tragitto dai pozzi fino ai centri oli, si parla di decine di incidenti testimoniati dagli abitanti della zona. Dei piccoli disastri ambientali che però hanno una gravissima valenza, per molte ragioni: l’Eni nega quasi tutti gli incidenti verificatisi, esegue delle bonifiche di nascosto e senza nessun parametro di sicurezza, i carabinieri e la polizia, anche se chiamati, non intervengono sul luogo dell’incidente e nessun politico, o altra istituzione, prende di petto questa situazione. Insomma una mafia vera e propria.E non si può tacere neanche il fatto che nell’eseguire i vari lavori di perforazione sono state violate parecchie norme. Sono i sindaci che negano i controlli, sono i sindaci che negano la verità, sono i sindaci che negano il futuro ai loro territori e cittadini. Il petrolio estratto in Basilicata copre il 6% del fabbisogno nazionale e l’Italia intera non ne trae beneficio, ma neanche il territorio lucano. Infatti i sindaci non sanno come spendere i soldi derivanti dalle royalties.Ma io mi chiedo: è mai possibile avere i politici, la classe dirigenziale, le forze di polizia, il corpo forestale dello Stato, i carabinieri, i sindaci, i presidenti, gli assessori corrotti, inetti, egoisti, senza il coraggio di denunciare, buoni solo a riempirsi le tasche di mazzette, pronti a svendersi la nostra terra e la loro anima, pronti a negare tutto e il contrario di tutto, pronti a nascondere ed insabbiare come sempre hanno fatto, anche con le navi dei veleni, con il sito industriale di Tito, con la Val Basento? È uno schifo essere amministrati da degli schiavisti senza scrupoli e senza dignità. È uno schifo che partecipino a queste nefandezze anche le forze dell’ordine e di tutela del territorio. Ma è possibile trovarsi indifesi di fronte all’intera e demoniaca azione dei signoroni, senza avere dalla nostra parte nessuno? I magistrati che cosa fanno? Pensano al principe Emanuele Filiberto e a Fabrizio Corona? Ma pensate alle migliaia di persone che ogni giorno muoiono di rabbia, nel vedersi derubati ogni giorno di più, e di malanni fisici, nel respirare il tanfo dell’inferno sotterraneo.In più c’è da aggiungere un comunicato stampa emesso dal Wwf , che dice espressamente:“Oliveto Lucano, Palazzo San Gervasio e Mar Ionio i permessi di ricerca che rischiano di ampliare a breve oltre ogni misura il territorio regionale interessato dalle attività petrolifere".Mentre la marea nera nel Golfo del Messico sta causando una delle più gravi catastrofi ambientali mai verificate con danni incalcolabili agli ecosistemi ed alle economie delle popolazioni costiere ed il Presidente Obama impone il blocco delle trivellazioni in mare, la Basilicata è sempre più assediata dalle compagnie petrolifere che non hanno alcun riguardo per il territorio ed i suoi abitanti.La scorsa settimana infatti il Presidente del WWF Italia, Avv. Stefano Leoni, è dovuto intervenire presso il Ministero dello Sviluppo Economico chiedendo di non autorizzare il permesso di ricerca idrocarburi “Oliveto Lucano” richiesto dalla Esso e dalla Total, che ricade in buona parte nel Parco Regionale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane, istituito con l.r. n.47/1997 che all’art. 19 prevede espressamente il “divieto di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi” ; l’area inoltre interessa anche le Aree SIC e ZPS di “Foresta Gallipoli Cognato ” “Bosco di Montepiano” e “Dolomiti di Pietrapertosa , individuate per la presenza di numerosi habitat e specie prioritarie tutelate dalla legislazione comunitaria.Fortissima preoccupazione ha espresso anche il WWF Italia nel comunicato stampa diramato il 1° maggio sull’autorizzazione rilasciata dal dimissionario Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola a Shell Italia per il permesso di ricerca petrolifera offshore nel Golfo di Taranto che interessa il tratto di mare antistante la costa che da Trebisacce arriva quasi sino a Nova Siri.Il WWF sta lavorando inoltre per presentare proprie osservazioni nel procedimento relativo alla VIA presentata dalla società Texana “Aleanna Resorces LLC” al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata per il permesso di ricerca di idrocarburi “Palazzo San Gervasio”. Qualcosa che interessa da vicino anche molte altre regioni dell’Italia, tra cui la Sicilia e la Puglia.Fonte: http://estremocentrobasilicata.wordpress.com/2010/05/12/royalty-e-petrolio/Autore: Antonio di Matteo