LE CITTA' DEL SUD

Itinerario 21


Provincia (Intendenza) di Trapani (capoluogo: Trapani) Distretti: Trapani, Alcamo, MazaraE’ nella parte più occidentale della Sicilia: confina al nord col mar Tirreno; all'est col vallo di Palermo; al sud e all'ovest col Mediterraneo. Si divide in 3 distretti, 13 circondarli e 19 comuni. I tre di stretti sono, Trapani, Alcamo e Mazara. Trapani, Drepanum. Questa città, che fu così celebre per la morte di Ànchise, e per i funerali celebrati in onor suo da Enea, giace sopra un promontorio, che ricurvandosi a guisa di falce diede origine al suo nome antico di Drepanum, che i moderni hanno convertito in Trapani. Questa situazione unita alle sue fortificazioni la rendono una delle piazze più forti della Sicilia. Il suo porto è sicuro, siccome lo descrive Virglio, ed il mare somministra ivi la pesca del tonno, del corallo, ed il sal marino, che sono gli oggetti principali del suo commercio. Le sue manifatture di avorio, corallo, conchiglie, ed alabastro v'introducono ancora molto danaro. I suoi cittadini sono civili, e le case pubbliche decorose. In faccia al porto si vedevano sopra uno scoglio elevato molte rovine, le quali sono scomparse nel ristaurarsi la piccola fortezza chiamata la Colombara. In faccia a Trapani i Romani comandati dal Console P.Claudio Pulcro perderono una battaglia navale contro i Cartaginesi. Fu in quella occasione, che avvenne il celebre fatto, che non volendo prima della battaglia i polli mangiare, ed essendo ciò riguardato come un sinistro presagio, il Console li fece gittare. nel mare, dicendo: che bevano se non vogliono mangiare. Monte San Giuliano (Erice). Trapani è situata presso le falde del monte Erice, oggi detto di S. Giuliano, famoso pel tempio di Venere Ericina, del quale non rimangono, che poche sostruzioni di pietre quadrate. Avanzi di questo tempio si credono pure undici colonne di granito di Egitto, che esistono per terra nel Castello di Monte S. Giuliano, e cinque altre rotte presso la chiesa della Maddalena. In un angolo della piazza di S. Giuliano si vede murata una iscrizione greca; e fra sterpi, e spine si trova il celebre pozzo di Venere Ericina. In questa stessa città di Monte di S. Giuliano si vede una statua di marmo di S. Giovanni Battista, scultura del Gagini. Ritornando a Trapani, e prendendo la via di Calatafimi, circa quattro miglia distante da questa Terra si trovano le rovine dì Segeste.Segeste. Questa città, che dai Greci si disse anche Egesta, dee considerarsi come di origine Trojana, dicendoci Cicerone, che la tradizione ne riferiva la fondazione ad Enea. Divenne quindi una delle città più ricche, e potenti specialmente pel commercio de' suoi cittadini esercitato nell' Emporio Segestano, oggi Castellamare, e ne fanno fede le sue rovine magnifiche, che ancora si veggono. Giaceva questa città sopra un monte, intorno al quale si vede ancora una gran parte dell’ antico recinto formato di pietre quadrate. Fra le rovine, che a Segeste si osservano, meritano di essere citati gli avanzi del Teatro, nel quale esistono ancora intieri i sedili, ed i vomitorj di communicazione. Ma soprattutto è celebre il famoso tempio creduto volgarmente di Venere, quantunque non vi sia argomento per attribuirlo a questa Dea piuttosto, che ad Enea, Esculapio, Diana, e Cerere, che pure ebbero tempj in Segeste. Quello però, che non cade sotto dubbio è, che è uno de' più conservati tempj, che sono in Sicilia non la cedendo neppure a quello della Concordia Agrigentina. Esso giace a piedi della collina, ed era fuori del recinto della città, ed in conseguenza non atto a conservare i tesori de' cittadini, come sappiamo da Tucidide avere servito il tempio di Venere, difficoltà maggiore, onde non potersi credere a questa Dea dedicato. La cella è distrutta, ma conservatissimo è il suo portico. La sua lunghezza è di palmi 244, di 90 la larghezza; trentasei colonne di ordine dorico senza base formano il peristilio intiero; cioè sei di fronte, e 14 ne' lati, contandovi due volte quelle degli angoli. Il loro diametro è di palmi otto, e tale è pure l' intercolunnio; ma né l'uno, né l'altro sono sempre esatti, altre volte essendo oncia più, altre volte oncia meno; questa differenza però si rende affatto insensibile. Anche il numero de' pezzi, che formano ciascuna colonna, è vario da 1o a 12. La rastremazione poi comincia dal piede, ed è di un palmo e mezzo nel totale, cioè tre quarti di palmo per parte. I capitelli sono alti poco più di tre palmi, ed in vece di sporgere un poco fuori dal vìvo della colonna, rientra, forse per essere più atto a sostenere il cornicione, che è molto pesante. Il fregio è alto palmi quattro, ed è ornato di triglifi, e metope. I due frontoni sono magnifici. Ritornando a Calatafimi, e prendendo la via di Palermo, si passa presso la la Terra di Alcamo, nome Arabo, che si deriva da un Alcamo Saraceno, il quale si vuole, che si fortificasse sul monte Bonifato, dove edificò un castello, di cui si veggono le rovine. Federico II nel 1330 avendo distrutto questo luogo, ne trasportò la popolazione nella pianura ove oggi si vede. Si passa quindi presso Castel a Mare antico Emporio de' Segestani, e che è quasi a mezza strada da Trapani.Selinunte. Questa città fa fondata dagl' Iblèi Megaresi sotto la condotta di Pammilo, secondo che avverte Tucidide, e dopo avere goduto prospera fortuna, finì coll’ essere distrutta dai Cartaginesi, siccome narra Diodoro; quindi fu rifabbricata, trovandosene menzione in Strabone, e restò fino al IX secolo in piedi, quando i Saraceni la distrussero intieramente. Le sue rovine però meritano di essere visitate, onde avere una idea della sua grandézza, della sua magnificenza. Essa era situata sopra la piccola eminenza di due colline tra i due fiumi Madione, ed Ipsa, oggi chiamato Belice, verso là spiaggia del mare Affricano. Sopra una di queste eminenze si ammirano le rovine di tre magnifici templi quadrilunghi, uno de’ quali, che sta verso levante, conserva ancora in piedi una colonna composta di quattro massi; i pezzi del suo architrave hanno 27 palmi di lunghezza, e 6 di altezza; agli angoli anteriori vi erano due colonne scanalate, le altre erano liscie, come appare dà que' pezzi, che esistono, ed il loro diametro era di palmi tredici. La lunghezza di questo primo tempio è di canne 5o, e la larghezza di 22. Non più di dieci passi distante da questo primo tempio s'incontra il secondo lungo canne 3o, e largo 12, di cui esiste quasi tutta la sostruzione. Sopra questa veggonsi ancora i fusti di trentasei colonne, che formavano il portico intiero. Esse erano scanalate, e senza base. Poca fatica si dura a trovare il terzo tempio lungo canne 36, e due palmi, e largo 11 canne, e cinque palmi, e di esso resta in piedi un solo pilastro forse appartenente alla cella; il resto è tutto rovesciato. Anche questo era di ordine dorico, scanalato, senza base. Siccome sopra questa eminenza, oltre i tre tempj descritti, non si veggono altre rovine, quindi può credersi, che essi fossero fuori della città, oppure avessero un gran recinto sacro d' intorno, forse piantato d' alberi, cosa commune nella Grecia. Scendendo da questa collina, e dirigendosi verso tramontana e ponente, dopo avere traversata la piccola valle, si trovano a piedi della collina molti avanzi di fabbriche, che debbono credersi della città stessa, e dentro il maro rimangono ancora gli avanzi del Porto. Da questo lato, oltre le rovine di una scala per salire dal porto alla città, si veggono gli avanzi dell' antico recinto, e le vestigia di una delle sue porte. Fra le rovine della città stessa meritano di essere menzionati tre altri tempj dentro il recinto, diversi dai precedenti, ne' quali si ritirarono le matrone, e i fanciulli nella presa della città fatta dai Cartaginesi, ed ottennero la vita da loro non per pietà verso gli Dei; ma per timore, che esse per la disperazione non avessero finito col dar fuoco ai tempi, e alle ricchezze, che vi aveano raccolto. Altre rovine, ma informi, si trovano sparse d'intorno, che non meritano di essere menzionate.Castel Vetrano. Da Selinunte si passa a Castel Vetrano per riposarsi, ed in tale occasione può osservarsi nella Chiesa Collegiata la statua di S. Giovanni Battista, scultura del Gagini. Da Castel Vetrano, dopo un viaggio. di poco più di dieci miglia, si giunge a Mazzara.Mazzara, Mazarum. Questa città, che dà nome a tutta la provincia, è anche essa un'antica città chiamata Mazarum, e le rovine, che vi si sono trovate, ben lo dimostrano. Nella Cattedrale si trovano tre antichi sarcofagi di marmo con bassorilievi; altri monumenti si trovano nel palazzo del Conte Grignano, ed altri sono sparsi per la città. Dopo circa 14 miglia di strada piana, ed amena si trova Marsalla.Marsalla, Lilibaeum. Questo promontorio, e questo luogo, che fu sì celebre nelle storie antiche, e soprattutto nella prima guerra fra i Romani ed i Cartaginesi era rimasto distrutto, finché i Saraceni per la sua vicinanza con l’Affrica, edificarono nel luogo stesso la odierna Marsalla, nome che in Arabo significa porto di Dio, quindi fu dai Normanni fortificata, e da Carlo V privata del suo porto, rendendolo uno stagno per impedire le scorrerie de' pirati Affricani. Di antico non resta, che un sotterraneo sotto la Chiesa di S. Giovanni, le cave di pietre, che sono presso la città, che servirono per gli edificj di essa. La Cattedrale merita di essere visitata per le colonne, che la decorano; e nella casa del Magistrato Civico si conserva una iscrizione punica scoperta l'anno 1779 in una delle isolette poste avanti questo littorale, sulla quale esistè l'antica Motya, oggi distrutta.Isole Egadi. Fra Lilibeo, e Trapani esistono tre isolette nominate Probantia, Egusa, e Jera, o Sacra anticamente, ed oggi Levanso, Favignana, e Maretimo. Esse corrispondono alle antiche isole Egadi, presso le quali il Console G. Lutazio riportò sopra i Cartaginesi la famosa vittoria navale, che pose fine alla prima guerra punica, e rese la Sicilia provincia Romana. L'ultima di queste isole, cioè Maretimo, è la più distante dai continente, ed è 30 miglia lontana da Trapani; abbonda di timo, e di squisito miele; ha circa 1 1 miglia di giro, e sopra un promontorio havvi una fortezza inaccessibile. La Favignana è distante solo dieci o dodici miglia dalla costa, gira 18 miglia, è molto fertile, somministra molta pesca, e cacciagione, ed i suoi formaggi sono i più stimati della Sicilia. E' guardata da una fortezza chiamata S. Caterina, e da due altri piccoli forti, e soggetta ad un Governatore militare. La terza, o Levanso, anticamente Probantia, giace fra Trapani e Maretimo, e non è discosta da Trapani più di 9 miglia. Gira 8 miglia, e presenta varj scali, alcuni de' quali molto spaziosi. Le isole Egadi si contano pure fra le Pelagie, alle quali pure appartengono la Lampedusa, e la Pantelleria, che si trovano più verso l'Affrica, ed Ustica. In questa ultima esistono vestigia antiche, e molte cisterne.