LE CITTA' DEL SUD

ATTENZIONE AL TRASFORMISMO DI STAMPO MERIDIONALISTA


Si sa l’Italia è il paese in cui è nato il tarsformismo politico, che ha liquidato la dialettica dei partiti (le maggioranze si formano sui singoli provvedimenti e non per schieramenti), segnando una scadimento della vita politica italiana. Ma quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi è paradossale, e cioè si sta materializzando una nuova fase del trasformismo politico italiano che non è più un passaggio trasversale da partiti di aree opposte, ma avrebbe, in apparenza, un velo di alto profilo ideologico: il meridionalismo e la causa del sud. Sembra che all’improvviso, ma con un tempismo micidiale, ci sia stata un folgorazione di massa per cui, da destra e sinistra, si sente un bisogno insopprimibile di scendere in campo per difendere la causa meridionale. Da destra a sinistra aumentano a macchia d’olio i “pentiti” di turno che lanciano appelli all’unità (del popolo meridionale) ed al riscatto del sud, come se queste persone fossero scese da un’altro pianeta e non avessero mai preso parte all’attività politica e parlamentare di questo paese. E cosi succede che dopo decenni in cui nelle sedi dei partiti nazionali non era più di moda parlare di meridionalismo e di “questione meridionale”, adesso si riscopre improvvisamente che in questo paese è esistito il meridionalismo, sono esistiti Salvemini, Dorso, Fortunano, Nitti, Sonnino, ecc., e che adesso bisogna “accantonare i colori politici quando c’è di mezzo il futuro del Sud e combattere uniti per centrare l’obiettivo senza farsi marginalizzare, come al Nord sanno fare molto bene”. E poi c’è chi da sempre promette, o meglio mente sapendo di mentire: “Il Cipe farà di tutto e anche di più per garantire al territorio di Trapani questa importante opera viaria. Solo lavorando in sinergia sarà possibile trovare le soluzioni più opportune per dotare la vostra provincia di infrastrutture necessarie per il suo sviluppo”. Salvo poi  scoprire che il CIPE stanzia 21 miliardi al nord e 200 miolioni al sud. Ma c’è di più, addirittura si arriva anche ad esclamare all’avversario politico, anche lui meridionalista, che è sempre piu' “isolato e abbandonato” e che “ rilascia ormai dichiarazioni sconnesse, dimenticando di essere l'unico ad aver tradito il popolo meridionale e le aspettative di chi aveva creduto in un progetto di riscatto per il Sud”. E questo solo perchè appartiene ad uno schieramento politico di segno contrario.Insomma siamo alla fiera del surreale. Persone che sono state responabili, diretti o indiretti, dell’aggravarsi delle condizioni del mezzogiorno, ora si riciclano e si riscoprono paladini del sud. Ma perchè? E perchè adesso?La risposta è molto semplice: il sistema di potere mafio-massonico che da 150 anni mantiene il sud in una condizione di subalternità, al limite del colonialismo, oggi comincia a temere una perdita di consensi da parte di un sud sempre più deluso e in crisi.La disoccupazione, la criminalità che impedisce di intraprendere, la corruzzione, la clientela politica, il disastro ambientale, l’abusivismo sono tuttio fattori negativi che, aggiunti al risveglio delle menti attraverso la riscoperta della propria identità e della verità storica sui fatti che hanno determinato l’unità d’Italia, stanno creando un mix esplosivo di rabbia e odio che è pronto per esplodere.Questo il sistema lo ha capito e si è dato subito da fare cercando di far proliferare falsi movimenti e partiti meridionalisti il cui unico obiettivo è dividere e calmierare i bollori di una possibile “rivoluzione” meridionale. E questo nel modo più subdolo possibile, come ben si addice ad un sistema di regime, e cioè mettendo i meridionali gli uni contro gli altri e sottraendo voti ai veri partiti e movimenti meridionalsti ed indipendentisti che da molti anni, ormai, stanno portando avanti una battaglia culturale nella totale assenza dei mass-media e osteggiati da quella stessa poltica che oggi vorrebbe appropriarsi di quel raccolto che, dopo anni di sudore e sacrifici, finalmente comincia a dare i sui frutti.Perciò stiamo bene attenti quando qualcuno parla di meridionalismo e difesa del sud. Apriamo gli occhi e non facciamoci dividere e indebolire. Chi è responsabile dei disastri di oggi, o anche solo chi fino a ieri ha chiuso gli occhi, è stato connivente con la criminalità o ha addiruttura favorito gli imprenditori del nord attraverso giri di danaro pubblico che da Roma andavano al sud e poi misteriosamente ritornavano al nord, lasciando deserto e miseria, non può essere poratore “sano” dei valori del meridionalismo. Sarà sempre un servo corrotto del sistema.Facciamo appello, allora ai movimenti e partiti storici, sia meridionalisti che indipendentisti, e che ora sono divisi, a dichiararsi finalmente fuori dalla dipendenza dei partiti nazionali, dalle ideologie o dal colore politico, ed unirsi nella lotta comune. Destra e sinistra per noi meridionali sono solo “indicazioni stradali” e un grande movimento identitario meridionalista non può avere una colorazione politica. E’ vero, questo implica tempi più lunghi per avere una rappresentanza parlamentare, ma abbiamo avuto 150 per risolvere la questione meridionale, nessuno a mai fatto niente e il popolo del sud ha continuato a camminare in silenzio e con dignità. Non bisogna avere fretta. Innazitutto va preparato il popolo sul piano culturale e poi quando questo lavoro sarà compiuto, solo allora potra cominciare la vera lotta politica. Oggi le regole del sistema di potere ci porteranno ad avere tanti partiti meridionalisti di destra e di sinistra in lotta fra di loro. Se questa è la prospettiva, allora il sud non sarà mai riscattato.