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Diario virtuale

di Pensieri Scarsi e Sparsi

 

 

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Il corso di un palpito spoglio

Post n°5 pubblicato il 07 Maggio 2012 da lehah

Non ho idea che si palesi come cosa comune, quella di avvertire il rumore dei propri pensieri.
Detto così, di sicuro può provocare un certo sconcerto, che si manifesta con la tipica espressione del volto, che ne è l’esternatore per eccellenza.

E’ singolare: si sollevano le sopracciglia, l’occhio allargato fissa il soggetto o l’oggetto che ha provocato lo scalpore appena suscitato, la bocca si schiude, non certamente per protrarsi verso un’altra, ma per dare maggiore merito al proprio stupore e infine, la fronte si corruga.
Naturalmente, le espressioni variano secondo il genere di persona, ma il senso rimane invariato.

I miei chiassosi pensieri usano un modo alquanto particolare di manifestarsi. Fanno irruzione per corrompere la malinconia, che intrepida si lascia osteggiare dai ricordi vissuti e viventi con il miraggio insondabile del loro intreccio, portando con sé l’intenzione di contrastare, e di approvare.

Tra i pensieri ribelli, e tristi derive vi è una traiettoria ordinata che percorre nella mente senza imbrogli, il più delle volte desolanti, con il compito di non distogliere dalle convenzioni, che spesso appaiono inconciliabili tra le prospettive, spesso ipocrite.
I suoni procurati dei magri intrecci riescono a placare l’impeto istintivo, con la funzione di fare da scudo in un tempo che indirizza un ricordo in un lontano esilio.

“ I ricordi riflessi nello specchio dei ricordi “  

assottigliano le miserie intellettive, e ubriacarsi di sogni porta allo scontro con le precarie verità.

E diventa follia illusoria consegnare al passato la gioia o l’infelicità del presente, perché ne immiseriscono la vita nei suoi eventi tipicamente teatrali, a volte mirabili, dove sono messi in scena potenziale emotivo, generalmente ordinario, che fanno  parte della cosiddetta normalità.

Diviene una convenzione ragionevole consegnarsi alla vita, e poterla vivere è seducente, perché in essa arde e si accende il pensiero e pulsa il sentimento.
Chiasso, frastuono e rumore rinvigorisce i pensieri andati tra il tempo e lo spazio di un attimo, e se da ciò si carpisce  il sentore della follia incluso in sé, è segno che si è vivi.

Ad ogni modo, qualunque percorso seguono i pensieri, in qualunque  caso attribuire loro una trama che custodisce una verità, assume una forma che si accosta agli eccessi.

“ Vivi l’istante senza temere il tempo “

è ciò che mi sovviene da dire.

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