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Seven Card stud: come funziona

Post n°13 pubblicato il 27 Agosto 2012 da moguardiamo
 

Sono moltissime le varianti del poker che, al giorno d'oggi, vengono utilizzate nei casinò di tutto il mondo. Alcune di queste, come l'Omaha Poker o il Texas Hold'em, sono più famose di altre ma, c'è sempre qualche giocatore che preferisce giocare alle varianti meno conosciute. Tra queste è presente il Seven Card stud, il quale si articola in ben sette turni e che, come si intuisce dallo stesso nome, consiste in un poker con ben sette carte. Alcune di queste sono private, ossia vengono distribuite a ciascun giocatore, mentre altre sono comunitarie, ossia disponibili sul board per tutti i giocatori affinché possano formare un punteggio migliore.

 

Un osservatore acuto avverte di primo acchito una particolarità in questo tipo di poker: se sono tanti i giocatori seduti al tavolo, non tutti riusciranno ad avere le sette carte. Questo succede soprattutto se nessuno decide di fare “fold” durante una mano e, per questo motivo, è stata trovata una soluzione abbastanza semplice: la settima carta che, di norma, dovrebbe essere privata, diventa comunitaria. Questo cambia radicalmente le possibili combinazioni di cui un giocatore può usufruire per formare un punto ma, a dirla tutta, è la stessa variante che cambia il modo di pensare.

 

Coloro che giocano per la prima volta al Seven Card stud se ne accorgono troppo tardi, ma col tempo e con l'esperienza, tutti imparano a prestare la dovuta attenzione alla mano corrente. Difatti, vista la grande quantità di carte utilizzate per un mano del Seven Card stud, le probabilità di vittoria o sconfitta sono ben diverse e, di conseguenza, cambia anche la concezione del punteggio nuts. Vi è un solo modo per abituarsi a giocare al Seven Card Stud: sedersi a più tavoli possibili ed imparare sulla propria pelle le modalità e le strategie di questa variante di poker che, oggigiorno, viene utilizzata molto spesso nei tornei disputati in tutto il mondo.  

 
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