Creato da lemiemaschere il 02/12/2008 |
...Dici che l’Amore non si misura con un calendario alla mano.
Ed io penso che sia vero.
Mi ricordo di aver detto una volta ad un uomo che era un ragioniere dell’Amore che anche se i suoi conti tornavano sempre... ma si trattava...comunque di miseri spiccioli.
(Che sguardi di nebbia hanno i ragionieri del cuore!)
Mercanteggiano. Per un soldino in più.
''Te lo regalo io, quel soldino.''
Mi spoglio di maschere e lustrini per arrivare all’essenziale.
Di me...
Nuda.
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Post n°68 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da lemiemaschere
Il cielo è bianco. E parli e parli...senza prendere respiro. Non alzi il tono, solo il battito della ciglia, continuo e ritmato... tradisce la tua emozione. A guardare quegli occhi bui, che apri e chiudi -...seguendo sguardi laterali che ti sfuggono per non fissare il vuoto- mi viene in mente uno nugolo d’api in volo, ostile.. pronto a colpire chiunque abbia profanato il nido. Non so cosa sia quella strana, liquida, sensazione che mi sta nascendo dentro. Qualcosa che non riesco a mettere a fuoco. Un ricordo lontano che cerco di afferrare ma che scivola, viscido, sempre più indietro. Le mie labbra si tirano scoprendo un sorriso di maligna soddisfazione. So che non puoi ferire..adesso. Sei assorta... attonita... quieta. Per un attimo la tua bocca si ferma, nei tuoi occhi...ci vedo dentro qualcosa che è legato a quella che eri. Una traccia! Il cielo è bianco, non l’ho mai visto così. Sembra un letto di ovatta, il chiarore che sparge...è lattiginoso come fosse una tenda di garza leggera. La luce entra dalle finestre, talmente discreta che può solo tentare di inventarle, ...le ombre. Appena accennate macchie brune, che sembrano danzare sulle pareti. Il tuo profilo mi commuove, quasi. La notte dei tuoi occhi non ha più luce, è lacrimata via, rendendo arida e annoiata la tua vita. Trasformandoti in carcerata che si finge carceriera. Vorrei scuoterti e poi stringerti e poi scuoterti ancora. Non parli e non mi guardi. Mi hai condannata, ma io non chino il capo. Il cielo è bianco, vorrei strapparlo con le mani per stracciare questa atmosfera irreale. Vorrei che si affacciasse la notte, con il suo lutto, a dare un senso a questo strano momento incolore. E mi commuove il segno di un amore che ti ha consumato gli occhi e il cuore e l’esistenza intera. Mi guardi ancora e di nuovo la traccia. Come dopo l’ultima festa in cui ricordo di averti visto ridere e ballare. Spettinata e stanca e rossa per il vino forte. Un gesto poco accorto e la collana di perle si ruppe sparpagliando le sue gemme ovunque. Per quanti giorni cercasti quei tesori? Ogni perla ritrovata, mi rammentavo la tua felicità. Chissà se cercando oggi...ne troveremmo ancora... Il cielo è bianco sembra una lastra di marmo. Una lapide. Vorrei scappare da questa luce che fa soffocare, che allunga i contorni del tempo per riportarmi nel tempo che non ci appartiene più. Vorrei scappare da questo tuo sguardo che somiglia al mio.E vado via senza voltarmi mai. Ci siamo congedate secoli fa. Quando odiavo te perché non vedevi le ferite che nascondevo al mondo. Qualche volta vorrei chiamarti forte, ma so che è troppo tardi. Sono le tue cicatrici, ora, che spuntano chiare e nette sotto quintali di ipocrisia. Il cielo è bianco e teso e denso, talmente denso che sta perdendo i pezzi, pare. Quando il tuo viso è nascosto dietro l'ennesimo addio, qualche cosa, da un ciuffo d’erba, mi brilla negli occhi. Mi chino, la raccolgo e la stringo nel pugno. Si...lo rammento ancora... Eri felice... ...e ballavi ...e ridevi ...e vivevi...
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