Lente Ingrandimento

 Fonte Calabria ora del 30.12.2008

Ultimi giorni per stabilizzare i precari

 Appello della Uil: «La Regione dà i contributi ai Comuni. E’ tempo di attivarsi per le assunzioni»

 E’ in scadenza il bando regionale che da la possibilità agli amministratori comunali – che non hanno il problema di sforare il patto di stabilità - di procedere con la stabilizzazione dei precari Lsu (lavoratori socialmente utili) e Lpu (lavoratori di pubblica utilità). Il bando pubblicato il 10 ottobre del 2008, infatti, scade il 31 dicembre 2008. Ragion percui tutti coloro che non avranno risposto per tempo perderanno i quarantamila euro, spalmabili in cinque annualità (ottomila euro annui), messi a disposizione dell’Ente regionale. E’ un treno che passa raramente in terra di Calabria e che proprio per questo motivo sarebbe bene prende al volo. Ad ogni modo, ed in virtù di ciò, è ancora una volta il sindacalista della Uil, Lucio Cataldi, ad intervenire per lanciare l’ennesimo, ed in questo caso anche ultimo, appello ai sindaci del Tirreno cosentino che utilizzano i precari in seno ai propri Comuni. «Invito tutti - riferisce Cataldi - a definire l’iter burocratico per assumere i precari utilizzati nel proprio territorio di competenza». Secondo il sindacalista della Uil è bene ricordare, in tale contesto, che «ci sono tanti padri di famiglia che vivono da oltre un decennio nell’incertezza». Ecco perchè, ed alla luce del fatto che in molti hanno raggiunto un’età che non gli permette più di poter trovare occupazione da nessun’altra parte, «è giusto assumerli». Dopotutto «vengono utilizzati per i lavori più disparati, ed a tutto vantaggio degli amministratori comunali che risparmiano fior di milioni: Verde attrezzato, servizio alle persone, incarichi all’interno degli uffci, in qualità di ausiliari al traffico e così via. Se per ogni settore e ruolo ricoperto dagli Lsu/Lpu in questi dieci anni l’Ente locale avesse dovuto sborsare soldi propri i conti sarebbero stati certamente in rosso». Concludendo, Lucio Cataldi riferisce: «I lavoratori socialmente utili sono in uno stato di precariato dal lontano 1995, mentre i lavoratori di pubblica utilità dal 1998. Non è giusto continuare a risparmiare sulle loro spalle. E’ giunto il momento di fare dormire sonni tranquilli a tutte queste persone che da anni si sacrificano senza chiedere mai nulla. Nella vita oltre ai doveri esistono anche i diritti».

s. s.