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...fini la comédie

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paperino61to ""Redattore per due giorni"" Autobiografia di un papero... -

Post n°390 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da est.la.belle.epoque

Autobiografia di un papero ( parte prima )


Buonasera a tutti...



Ogni tanto cari amici/che
metto in rete dei post sui miei hobby,sui miei sogni.
Oggi voglio incominciare magari,
a scrivere un’autobiografia,
partendo dalla nascita del papero.
Raccontandovi aneddoti e ( dis )avventure del sottoscritto.
Insomma per quello che mi possa ricordare dei tempi addietro
( vi ho sentito a darmi del matusalemme )....


      

A volte girano delle leggende metropolitane
non solo nelle grosse città o paesini,
ma anche al momento della nascita.
Una di queste sembra che mi riguardi
nel senso che al momento del mio primo vagito,
anziché il solito pianto, abbia gridato :
" Wop-bop-a-loom-a-boom-bam-boom tutti frutti. "
del vecchio buon Little Richard....


                             
Un'altra delle mie e tutt'ora,
caratteristiche che ho fin dalla nascita
è di non essere indifferente al fascino femminile,
tanto da arrivare a dire alle due " nursey "
che si contendevano le mie grazie :
" Signore, calma, ho preso una culla per Tre ".

 

Ripeto, questo mi è stato detto o spacciato
come leggenda metropolitana, ma alla fine,
c'è sempre un fondo di verità in queste leggende o no ?


Alcuni ricordi sono più nitidi altri meno,
per esempio della mia avventura dell'asilo
ho impresso solo un paio di questi, anche perché
sono stati confermati dai miei genitori e non solo.
Il primo riguarda l'insofferenza
che avevamo io e un mio amico.


Tutti i giorni stare a sentire le monachelle,
non era il massimo della vita, poi a quell'età.
Quindi ci venne in mente un bel piano di fuga,
nell'ora che si era in giardino,
scavavamo un bel tunnel sotto il portone,
al di là di esso la libertà....

 
             


Quindi di buona lena, scavammo.
Unico neo, che il giorno dopo
la buca era riempita di nuovo.
Dovevamo ricominciare da capo,
ma non ci perdevamo d'animo,
eravamo intenzionati a fuggire.
Ovviamente il tunnel non andò mai in porto,
ma in compenso finimmo prima noi, gli anni di asilo.


Altro aneddoto che mi viene in mente,
è quando il gran genio del mio amico
( quello del tunnel )
ebbe la brillante idea
di ficcare la sua capoccia,
nella balaustra della scala.
Voleva vedere meglio, diceva,
cosa non lo sa ancora adesso.
Il genio, nonostante le perplessità di tutti noi,
diceva di essere in grado, poi di toglierla, la testa :
come entro esco no ?


Logica perfetta , ma a volte la logica non funziona .
Infatti rimase bloccato,
era persino carino in quella posizione.
Sembrava un trofeo di caccia.
Dovetti andare di corsa
dalla Madre badessa o superiora,
a dirle quello che era successo.
Arrivò trafelata e senza respiro,
di corsa con il suo rosario in mano.
Ebbi un lampo di genio,
sostituire i pompieri con il rosario,
con il senno di poi capii
che non era una grande idea.

Poi si andò alle elementari,
ricordo perfettamente il percorso,
era in costruzione il corso
( corso Potenza
peri chi è di Torino saprà di cosa parlò ),
tutto intorno erano campi.
L'impatto non è stato dei migliori,
classi maschili da una parte quelle femminili dall'altra.
Se non era una legge razziale poco ci mancava.
 


 

Passarono gli anni, e alla fine della quinta elementare,
prima degli esami, cosa c'era di più bello
che esprimere la propria gioia  
per la lunga avventura scolastica ?
( fino a quando non si lavora
questo è l'incubo principale, lo studiare ).
Infatti urlai, presumo moderatamente, ma per il maestro,
le dovetti sembrare Robert Plant
( cantante dei Led Zeppelin). Uscì dall'aula
che sembravo un incrocio tra un asino e Dumbo ,
per via dell'orecchio allungato e enorme.




Da allora, la mia esaltazione
la feci fuori ad un isolato di distanza dalla scuola,
per sicurezza e incolumità delle mie orecchie
Qualche spiritoso di un mio compagno, quel giorno,
propose, per non farmi passare inosservato
che avrei dovuto farmi toccare anche l'altro orecchio,
imparai ad usare la parola : Aff...


...Paperino

alias...Marco

a presto !


 
 
 
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