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...fini la comédie

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LA VECCHIETTA TRISTE...

Post n°744 pubblicato il 10 Dicembre 2014 da luciavalentini_1973


Ciao Liliana

ciao amici..manca 

poco a Natale e la magia

diventa ogni giorno

più forte ..

Allora perchè non sognare

con questa bellissima favola?!

dai leggiamola insieme

*****

La vecchietta triste


La piccola Maddy passava tutti i giorni
 davanti alla porta dell’anziana
signora Wilkinson e regolarmente,
andava a disturbarla suonando il campanello.
“Vattene via!”
esclamava lei seccata
da dietro la porta
“Non voglio visite”.
E la bambina scappava via correndo.
Per questo suo modo di fare
 che l’aveva isolata da tutti,
 la signora era stata soprannominata
 nel quartiere “la vecchina triste”,
anche perché nessuno
del paese si ricordava
di averla mai vista sorridere.



Il Natale era alle porte e Maddy 
una mattina ben decisa a
non andar via,
 suonò il campanello.
“Lasciami in pace una buona volta”
 urlò la donna
 “Possibile che non hai nulla da fare?”.
Questa volta difatti
 la bambina non si allontanò,
 ma rispose: “Tra qualche giorno
 è Natale signora Wilkinson
mi chiedevo se voleva
 trascorrerlo con noi”.
Stranamente la porta si aprì cigolando.
Un’anziana signora gracile
 e bianca come un cencio
 guardò la piccola con aria
 stralunata e disse:
 “Mi dispiace rubarti l’illusione,
ma non esiste il Natale.
E’ per questo che io non lo festeggio”.
“Certo che esiste”
ribatté Maddy sicura di sé
“Ne ho le prove”.
La donna alzò le sopracciglia
 e rinsecchita continuò:
“Sei ancora una bambina
 che crede nelle favole,
ma io ho smesso di farlo tanto tempo fa.
 La vita vera è un’altra cosa ed è brutta.
Non ci sono feste e doni,
né qualcuno che esaudisce i tuoi desideri”.
Maddy era irremovibile sulla questione.
“Facciamo un patto” disse la bambina
 “Lei chieda per Natale qualcosa
 che nessuno potrebbe mai darle e vediamo,
 alla fine, chi di noi ha ragione”
e allungò la mano verso la vecchina.



Fu così che dopo tanto tempo
 la signora Wilkinson aveva
aperto la porta non solo
ad una bambina, ma alla speranza.
Lei ancora però, ne era ignara.
Tornata di corsa a casa Maddy
 incuriosita domandò a sua madre:
“Perché la signora Wilkinson
non crede nel Natale,
anzi lo odia proprio?”.
“Siediti piccola mia”
 esclamò sua madre sospirando
 “Che ti racconto la sua storia”.
“Devi sapere che tanti,
 tanti anni fa la signora
 Wilkinson aveva una sorella più piccola,
che adorava e amava più della vita stessa.
Erano poco più che bambine quando
 la vigilia di Natale,
non attesero la mezzanotte,
ma di nascosto dei genitori
 aprirono i pacchi sotto l’albero.
Vi trovarono degli splendidi pattini
per il ghiaccio, erano proprio
 quello che le due bambine
 avevano chiesto come dono.
 Senza dire niente a nessuno
uscirono da casa per provarli,
 tanta era l’emozione.
 Il paese a quei tempi era molto
 diverso e non c’era la pista
 di pattinaggio come c’è oggi,
ma con il gelo si era formato sul lago
uno strato di ghiaccio
 e le due sorelle si recarono laggiù.



La luna quella notte rischiarava
ogni cosa e nel silenzio irreale
riecheggiavano solo le risa
delle bimbe che si stavano divertendo
, quando all’improvviso la tragedia avvenne.
Di colpo il giaccio si ruppe
e la piccola Elisabeth finì sottacqua.
 Inutili furono i tentativi
della signora Wilkinson nel cercare
 di aiutare la sorella,
 che perì in quel drammatico incidente.
Da allora il senso di colpa l’ha divorata,
distrutta, consumata,
inseguita in tutti questi anni.
Il suo cuore così si è chiuso al mondo,
 indurendosi e la sua anima è rimasta
imprigionata nel dolore,
che non è riuscita a superare”.
“Che cosa triste” disse Maddy
 abbassando lo sguardo
“Adesso capisco perché ha smesso
 di sorridere, ma io l’aiuterò
pregando per lei.
Chiederò di esaudire un suo desiderio
per Natale affinché possa
 tornare il suo cuore ad amare ancora”.
La madre l’accarezzo sul capo
e pensò al suo animo buono e sorrise,
 considerando a quanta ingenuità,
dolcezza e amore esiste in un bambino.
La vigilia di Natale era arrivata
in perfetto orario, non si era fatta
 attendere e nel paese
 tutti i preparativi fervevano.
Maddy suonò ancora una volta
dall’anziana signora.
“Ancora tu” esclamò la donna
aprendo la porta “Che cosa vuoi?”.
“Sono venuta a ricordarle
 che domani è a casa nostra a festeggiare
il Natale e che riceverà
sicuramente ciò che ha chiesto”.
L’anziana donna scosse il capo:
“Nessuno può darmi ciò che desidero,
poiché i morti non tornano in vita
e adesso sparisci!”
urlò sbattendo l’uscio.
Maddy comprese questa volta
le sue parole conoscendo la storia,
ma nonostante tutto,
il suo cuore sperava.
Quella sera cominciò a nevicare
 e fiocco dopo fiocco,
un leggero manto coprì tutto
 il paese rendendolo magico.
Era quasi mezzanotte
quando qualcuno suonò
il campanello della signora Wilkinson.
“Questo è davvero troppo” pensò
 “Sarà quella piccola impertinente,
 adesso l’aggiusto io!”.
Scese dal letto e andò ad aprire,
quando una folata di vento
 e di neve l’avvolse completamente.


 Per qualche istante non riuscì
a vedere più nulla,
poi d’improvviso sentì
il suo nome e riconobbe una voce.
Il cuore cominciò a battere
 all’impazzata cercando con lo sguardo
di vedere il viso di chi la stava chiamando.
“Elisabeth” sussurrò con
un filo di voce “Non è possibile”.
“Vieni con me andiamo sulla pista a giocare”
disse lei ridendo,
stringendole la mano e trascinandola via.
La signora Wilkinson non riusciva
a credere ai suoi occhi,
eppure la sorella era lì e la poteva toccare.
Era la stessa bambina che aveva
 lasciato tanti anni prima.
“Elisabeth com’è possibile?”
disse con le lacrime agli occhi.
“Quando ami qualcuno
questo resta sempre con te,
nel cuore, nei ricordi, nei sogni”.
“Ma io non ti ho mai visto prima,
 come mai?”.
“Il dolore ti aveva impedito di vedere,
ma io ero sempre lì, con te.
Adesso giochiamo”.


La signora Wilkinson si mise i pattini
 e giocò come se fosse tornata
bimba su quella pista di pattinaggio
 e rideva finalmente serena assieme
 alla sorella che tanto
aveva amato e ancora amava.
Si era fatto giorno e le
 campane suonavano a festa.
Era Natale.
Assieme ai genitori Maddy
si recò dalla signora Wilkinson
 pensando di andare tutti assieme in chiesa,
ma una volta arrivati,
trovarono stranamente la porta aperta.
La chiamarono ma nessuno rispose.
Cercarono così in casa e fu allora che la videro.
L’anziana donna era nel suo letto
 che giaceva priva di vita,
con uno sguardo tranquillo
 e sereno e sulle labbra,
era apparso finalmente un sorriso.
Accanto a lei furono trovati
un paio di pattini da ghiaccio
ancora pieni di neve.
Il desiderio della donna era stato
 esaudito e non solo,
aveva trovato la pace dell’anima
 rasserenando dopo tanto
tempo il suo cuore,
ma aveva  soprattutto perdonato se stessa.
Il Natale in fondo è proprio questo:
portare la luce dove vi è oscurità
 e ricordare come si fa ad
amare a chi lo ha dimenticato.




Buon Natale a tutti!



 
 
 
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