ascaso1974 il 18/12/06 alle 20:32 via WEB
Se ne parlava con un'amica che poco tempo fa è riuscita a portare in scena uno spettacolo preparato da lei. E' un miracolo perfino trovare il denaro per le spese "obbligate".
Artaud..difficile dire cosa si possa farne, della sua opera. Non sono nemmeno così sicuro che se ne fosse preoccupato, lui, al di là di quel che ne diceva nelle sue lettere. Perfino nella parola si capisce, credo, che lui vivesse la sua opera nel corpo. O può essere che lo sembri a me, che con il mio corpo ci combatto da una vita, e certe notti scrivo cose che conviene non far leggere a chi potrebbe preoccuparsi. Credo vivesse in modo corporeo le proprie parole, e che l'alchimia che operò scrivendo gli servisse, come un'urgenza, proprio per questo. Ci sono stati, per me sempre di malessere, in cui non si trova rispondenza tra interiore e corpo, momenti in cui s'avverte un'urgenza dolorosa, quella di uscire, di aprire il corpo, ma non se ne trova il mezzo. Come quando non si trova, non si ha, il termine giusto per dire qualcosa, a volte la necessità di liberare quello che si prova diventa dolorosa quanto il dolore stesso che la causa. Fantasia non autorizzata, la mia, anche se così si finisce nel campo delle interpretazioni. Leggo Artaud e m'accorgo che m'insegna linguaggio. Lo leggo mentre disarticola la struttura del periodare, poi quella delle proposizioni, e lo sento sbattere la testa contro i limiti della parola. Poi lo leggo disarticolare la parola stessa, forzarla, costringerla ad improvvisare a comando, e allora sembra che oltre la parola, insufficiente il linguaggio ad esprimere il significato, Artaud cerchi il suono, per far sì che sia lui, il suono, a parlare, e non la parola. Ed eccolo inventare fonemi, Artaud, puntuale. Glossolalia, diede questo nome al suo tentativo fonico (Stesso termine, e azione simile, in alcune religioni, ha il suono. Non la parola..ma il termine si usa anche in psichiatria. Tutto torna ad Artaud, parrebbe).
E si torna a quello che diceva Mirtillo, lassù: oltre la parola pronunciata, il corpo ignorato. Artaud attraversa la parola, i suoi emuli spesso si fermano a lei, alla parola, non all'intenzione. Forse.
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il 13/12/2020 alle 14:30
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il 26/04/2011 alle 22:42
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