Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
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Solitudine. Silenzio. Eternità.
Critica degli archetipi.
Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
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Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 18 Dicembre 2006 da MirtilloGirl
 

Si fa presto a dire Artaud.

Quello che Picasso è stato per l'arte contemporanea, in qualche
modo Artaud lo è stato per il teatro contemporaneo.
L'ignorante guarda magari un'opera d'arte contemporanea e
dice "è uno scarabocchio, sa farlo anche mio figlio di quattro anni".
L'ignorante che si atteggia guarda uno scarabocchio e dice
"é astrattismo".
Luoghi comuni. Bisognerebbe partire da Cèzanne.
L'intorno dell'arte contemporanea arriva almeno fin lì.
Non è la forma che conta, sono i concetti, i linguaggi.
Si fa presto a dire Picasso.
E così si fa presto a dire Artaud. Tutto il teatro
contemporaneo si sviluppa attorno ad un'idea di immagine
e di corporalità cui ha dato voce l'intuizione di quest'uomo.

Ma se poi il genio diventa luogo comune, non si distingue
più la comprensione del genio dalla citazione di un simulacro,
e chiunque si sente in diritto di citare il genio in nome di
una contemporaneità che finisce col non significare più nulla.

Per farla finita col giudizio di Dio, Teatro Arsenale.
Uno può prendere questo testo e fare finta che sia un testo
teatrale, costruirsi una visione organica, immaginarsi uno spazio,
una scenografia persino, e fare l'attore e l'attrice così come
gli hanno insegnto a scuola. Sì, certo, si può prendere questo
testo e convincersi pure che sia un testo teatrale, avere
delle intuizioni sceniche anche interessanti, come l'uso di
un proiettore, e una videocamera che riprende l'attrice
in scena e la proiette contemporaneamente in un piccolo
televisore accanto a lei che sta di spalle, uno può persino
recitarselo questo testo.
Solo che poi io non ce la faccio, proprio non ce la faccio ad
applaudire. Perchè alla fine mi dico: a cosa serve tutto
questo? Non era già superato tutto questo? Non era
proprio Artaud che auspicava che si superasse?
Stiamo ancora qui a raccontarcela e a recitare?
E i corpi? Che ci stanno a fare i corpi? Con che coraggio
si affronta un testo che parla di merda, feci e liquidi organici
con l'urgenza di chi è stato violentato ed espropriato del
proprio corpo, come si fa a mettere in scena un testo che
grida la fisicità di un uomo ferito e frantumato senza
avere il coraggio di fisicizzarlo, questo testo, di reificarlo
sulla propia pelle?
Artaud genio e Artaud uomo sono due dimensioni seprate.
E dentro questo testo, più che nei saggi, sono presenti
entrambe le dimensioni. Ma in questa messa in scena,
non ne ho vista nemmeno una. Sporadici istanti.
Nei saggi lo scrive lucidamente. In questo testo lo scrive con
la lucida follia post-manicomiale. Ma in fondo il messaggio
è la frantumazione, l'incolmabile abisso che ci separa dalla Vita.
Io penso che se si sceglie di mettere in scena questo testo,
bisognerà pur avere il coraggio di guardare dentro questo
abisso e di sentire il desiderio di carne e sangue e merda per
riappropriarsi di ciò che ci fa presenti e reali prima dell'eternità.
Il punto di partenza della rivoluzione, la creazione del nuovo
linguaggio, del concetto.
Il corpo.
Quando la facciamo finita anche col teatro dei commedianti?

Se la nostra vita manca di zolfo, cioè di una
costante magia, è perchè ci compiacciamo
di contemplare le nostre azioni e di perderci
in riflessioni sulle forme fantasticate delle
azioni, anzichè lasciarci condurre da esse.
Antonin Artaud

immagine

 
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Commenti al Post:
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 10:59 via WEB
Ma quante ne sa la Mirti??? si vede che ne sa, ah se ne sa;) Buona giornata MirtilloGirl.
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 12:20 via WEB
me le suggeriscono in realtà. buona giornata purattè peste.
(Rispondi)
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 12:55 via WEB
Lo sarà Mirti:) E la tua com'è stata??? Rispettosa, sincera e leggera??? Un bacio disgrazia;)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 16:00 via WEB
ihihihihi indovina un po' chi c'era ieri a teatro con me... abbiamo mangiato un chilo di cioccolata per sublimare il rispetto, la sincerità e la leggerezza prima dopo e durante lo spettacolo, azz è un mondo difficile... ;)
(Rispondi)
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 16:37 via WEB
Mi spiace solo che il 99% degli spettacoli che vedo, di artisti affermati, come piace loro definirsi, non tengano affatto in considerazione Artaud. Mi rendo conto che seguire Artaud in teatro non sia tecnicamente semplice. Di tecniche non ha parlato. Eppure qualcuno, ogni tanto, ci riesce. Io penso che il nostro peggior difetto, e con "nostro" mi riferisco all'Italia, sia provenire da una tradizione di "parola". Del corpo non ce ne frega niente. Purtroppo. E lo martoriamo. Lo consideriamo una decorazione della scena. Perche' poi? Questo non riesco a spiegarmelo.
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 16:47 via WEB
Infatti non si tratta di tecnica, secondo me. Si tratta di esperire un linguaggio, e dunque una cultura, che siano assolutamente e totalmente nuovi. E presumibilmente che non siano parola. Allora qualcuno magari dice "va bene, stai parlando di teatro danza!" e io dico no cazzo, sto parlando di fisicizzare la parola. Il messaggio di Artaud non pensi che sia questo? Forse tecniche non ne ha suggerite, proprio perchè la sua intuizione era puramente linguistica.
(Rispondi)
 
 
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 17:11 via WEB
Assolutamente d'accordo. Qualche settimana fa' ho visto uno spettacolo di Nouveau cirque. Uno spettacolo stupendo. Non veniva emessa nessuna parola, ma ogni gesto rendeva l'idea. Si assisteva al compiersi di una storia vera e propria: la nascita di una storia d'amore tra un uomo e una donna. Il giorno seguente c'e' stato un incontro con la compagnia. I partecipanti (alcuni studenti universitari, altri partecipanti ad un laboratorio di avviamento al teatro del teatro ospitante), hanno chiesto come mai il circo entrava a teatro? Perche' non dire con le parole ma con il corpo? E' emerso lo scarto, tra la parola (=messaggio) e il corpo (=serie b, o decorazione della parola). Io penso che sia un problema radicato nella nostra cultura. Quando in Francia prendeva piede la rivoluzione che donava al corpo la stessa dignita' della parola, ovvero negli anni 80 con il nouveau cirque, la nouvelle danse (teatro-danza), l'Italia dormiva. O meglio, dava spazio sempre e solo alla parola. Non ha assistito a cambiamenti. E' questa la paralisi che crea quello scarto. E' questo, a mio avviso, il motivo per cui la gente ha bisogno di etichettare e distinguere dal teatro. Perche' il circo entra a teatro e non resta sotto il tendone? Perche' i produttori e/o programmatori delle stagioni teatrali mettono etichette. E perche' il pubblico, cui non interessa avere coscienza di essere pubblico, si accontenta di quanto viene detto. Ecco un altro motivo della paralisi.
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 17:33 via WEB
L'Italia dorme sempre, quando c'è da fare una rivoluzione. La cosa mostruosa e che più mi fa incazzare, è che non è che in Italia non esistano i rivoluzionari, quelli che con i testi ci si sono puliti i deretani già ai tempi del Living (e sai che ti dico? persino prima del Living, posso fare nomi e cognomi e fornire date) ma qui non esistono incentivi per la ricerca. Non esitono per la ricerca scientifica, figurarsi per quella culturale. E a fare finte rivoluzioni sono sempre le stesse facce, con le stesse modalità e gli stessi gesti ripetuti fino alla paranoia! Ma basta! E poi si spellano le mani per Brook a 40 euro, lì, quelli del Piccolo! Siamo provinciali da far schifo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 40 commenti )
 
 
 
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 17:45 via WEB
Mi fai venire in mente che non si prende mai in considerazione un nuovo gruppo. Il teatro sperimentale, o di ricerca, sempre per attenersi alle solite assurde etichette, viene considerato quasi un vezzo intellettuale. Mi sono accorta che spesso anche in gruppi non (ancora) professionisti spesso ci sono quei "barlumi di vita" che potrebbero venire allo scoperto. Ma tu credi che le signore impellicciate rinuncino al loro posto in poltrona rossa in un teatro il cui nome abbia una qualche eco all'interno della vita sociale? Il pubblico e' passivo. Vuole la pappa in bocca. Vuole Pirandello, Ibsen, Williams (con tutto il rispetto per questi autori). La critica lamenta il progresso. Noi i rivoluzionari. Che succede? Semplice, abbiamo fatto un enorme passo indietro. Siamo tornati al moralismo post bellico. Il Living? Solo un incidente di percorso. Una malformazione. Quasi defunta. Quasi. Ma c'e' ancora chi li ricorda quegli anni... formidabili. Per fortuna. Non mancano geni, ma determinazione.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 18:05 via WEB
(Era ora! Cominciava a suonarmi strano che voi due non vi "conosceste", vista la passione..prego, continuate, oggi prendo appunti..)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 18:31 via WEB
(e già che sapevi potevi pure presentarci invece di abbandonarci al caso, ascaso...) Non mancano i geni, non manca la determinazione, ma anche i geni determinati devono mangiare. Sono i fondi che mancano, le possibilità. La visibilità. Qual è la linea che separa il professionismo dal dilettantismo? Il numero di repliche? La passione? Il numero di ore dedicate alle prove? Sono parametri labili e arbitrari. Manca la visibilità, la fiducia, il riconoscimento della necessità di un certo tipo di lavoro. Se queste cose ci fossero, persino la signora impellicciata andrebbe a vedere un certo tipo di spettacoli. (Io le ho viste, le signore col tailleur di velluto accorse a vedere i Marcido Marcidoris solo perchè erano in cartellone al Piccolo, e mai ci sarebbero andate a vederli nei teatrini dove si erano sempre esibiti prima di questa micro-istituzionalizzazione. Sacri teatrini, sacre salette, sacri scantinati, se non ci fossero loro!)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 18:41 via WEB
...acca boia oggi la Mirti morde;)
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 18:52 via WEB
Cammina sulle proprie zampe, quello che state dicendo tu e Sharie. Ed esce a farsi un giro al di fuori del teatro, vale anche altrove. Avete messo così tanta carne al fuoco, però, voi due..ed io sono pure vegetariano, oltre a non avere titoli di studio.. Del teatro sono solo spettatore, io, e meno spesso di quanto m'andrebbe. A Como teatro non se ne fa. Punto. Farne io, poi, è fuori discussione. Non ho un corpo, mica posso mandarci i miei vestiti, sul palco. Leggendo, però, in che modo gli scritti di Artaud vengono malmenati in scena, allora dico che m'è andata bene. Credevo, credo, un peccato non averne mai vista alcuna rappresentazione, per ora rimane una lettura, Artaud. Linguaggio. Io lo conosco in quel modo. Gesto e parola e suono sono veicolo, credo che questo Artaud lo avesse inteso più di chiunque altro. E non so se è per questo motivo che li destrutturava in quel modo, spogliandoli e sganbettandoli, ma il risultato era (è) nuovo. Provvisorio, temo: avesse avuto mille anni da vivere, Artaud, non si sarebbe fermato in quel punto. Fine e mezzo cambiavano di posto, con lui. Il linguaggio con l'espressione. Ricerca. Non (solo) artistica.
(Rispondi)
 
 
 
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 19:04 via WEB
Beh, io faccio parte di quella schiera di gente che pensa che chiunque abbia qualcosa da dire e che possa farlo in teatro. E che ogni posto e' adatto per parlare o per far parlare il teatro, come la strada, per esempio. Più di una volta mi e' capitato di prendermelo a morsi un po' di pubblico, anche distratto, per amore di certe idee da condividere non solo con gli altri attori, ma con la gente. Tu avresti tanto da dire. Ne sono certa. Anche se il teatro e' disciplina e per giocare certe regole vanno sempre rispettate. Oggi, dal mio basso, dai miei pochi lavori professionali, posso solo dire che il professionismo e' un vezzo borghese. E' un confine ipocrita, che i presunti professionisti hanno voluto imporre. Ma lo dico dal basso di chi i soldi neanche li vede e si ciba di ideali. E' questo il mio limite. Mi spiace solo che la curiosita' venga a mancare. Forse, se solo ci fosse quella, un po' di cose cambierebbero, e le rivoluzioni, come vuole la regola, partirebbero ancora una volta dal basso.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 19:16 via WEB
La società promuove uno stile di vita che di artistico ha davvero poco. La vita di tutti i giorni è molto poco artistica (nessuna spiegazione cosmica o fatalista: colpa dell'uomo), e il grado di comunicazione corrente lo è meno ancora. Mi stupisce, e al contempo mi fa anche rabbia, vedere quanti tra i più giovani invece abbiano bisogno del teatro. Farne, guardarne. Vedo così tante persone, magari nemmeno maggiorenni, o solo poco più che ventenni, bruciare di passione per il teatro. Qualcuno più in alto di noi dovrebbe rifletterci, su questo. E non lo fa. Forse perchè la cultura è molto poco redditizia, per chi vive con la calcolatrice in mano e il sedere su poltrone importanti, e non si può quotare in borsa. Ma è anche un po' merito di questo se il teatro è sopravissuto alla televisione: perchè non ospita pubblicità e telepromozioni.. Il risultato è che s'è salvato, ma l'atteggiamento che la gente ha nei suoi confronti s'è drasticizzato: o lo s'ignora, pensandolo (senz'averne mai visto) noioso ed elitario e giudicando allo stesso modo chi lo fa; oppure lo si ama, e basta. Che per me è la cosa migliore..
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 19:24 via WEB
Ora la dico grossa: se il professionismo è un vezzo borghese, la povertà è un vezzo rivoluzionario. Non è questione di materialismo e di produttività, produrre cultura non è come produrre scarpe, ma accidenti perchè sempre tanta reticenza di fronte alla necessità del denaro? Anche per produrre buon teatro e buona cultura servono fondi, quantomeno per non dover essere limitati dal mero materialismo. (il sottotesto è il seguente: conosco persone che saprebbero cosa farci col testo di artaud, tra il tavolo di un ristorante e la scrivania di un call center...)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 19:25 via WEB
E allora lanciati Mirti;) sono qui che aspetto.
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 19:32 via WEB
mi prendi al volo?... :)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 19:35 via WEB
Sono qui apposta... fidati Mirti lasciati andare... 1 2 3 via. Tutto bene??? ti sei fatta male???
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 19:42 via WEB
(Conosco uno, a Como, che non sapendo cosa farci lo legge, ma tu non farci caso..)
(Rispondi)
 
 
 
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 20:05 via WEB
(Io penso che quello lì, a Como, pensa di non sapere cosa farci e in realta' se lo gusta in barba a tutti gli altri). E' vero. I fondi servono sempre e comunque. Ma le idee, spesso originali, vengono da chi si può concedere il lusso di giocare e reinventarsi senza dover rendere conto e ragione a nessuno.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 20:32 via WEB
Se ne parlava con un'amica che poco tempo fa è riuscita a portare in scena uno spettacolo preparato da lei. E' un miracolo perfino trovare il denaro per le spese "obbligate". Artaud..difficile dire cosa si possa farne, della sua opera. Non sono nemmeno così sicuro che se ne fosse preoccupato, lui, al di là di quel che ne diceva nelle sue lettere. Perfino nella parola si capisce, credo, che lui vivesse la sua opera nel corpo. O può essere che lo sembri a me, che con il mio corpo ci combatto da una vita, e certe notti scrivo cose che conviene non far leggere a chi potrebbe preoccuparsi. Credo vivesse in modo corporeo le proprie parole, e che l'alchimia che operò scrivendo gli servisse, come un'urgenza, proprio per questo. Ci sono stati, per me sempre di malessere, in cui non si trova rispondenza tra interiore e corpo, momenti in cui s'avverte un'urgenza dolorosa, quella di uscire, di aprire il corpo, ma non se ne trova il mezzo. Come quando non si trova, non si ha, il termine giusto per dire qualcosa, a volte la necessità di liberare quello che si prova diventa dolorosa quanto il dolore stesso che la causa. Fantasia non autorizzata, la mia, anche se così si finisce nel campo delle interpretazioni. Leggo Artaud e m'accorgo che m'insegna linguaggio. Lo leggo mentre disarticola la struttura del periodare, poi quella delle proposizioni, e lo sento sbattere la testa contro i limiti della parola. Poi lo leggo disarticolare la parola stessa, forzarla, costringerla ad improvvisare a comando, e allora sembra che oltre la parola, insufficiente il linguaggio ad esprimere il significato, Artaud cerchi il suono, per far sì che sia lui, il suono, a parlare, e non la parola. Ed eccolo inventare fonemi, Artaud, puntuale. Glossolalia, diede questo nome al suo tentativo fonico (Stesso termine, e azione simile, in alcune religioni, ha il suono. Non la parola..ma il termine si usa anche in psichiatria. Tutto torna ad Artaud, parrebbe). E si torna a quello che diceva Mirtillo, lassù: oltre la parola pronunciata, il corpo ignorato. Artaud attraversa la parola, i suoi emuli spesso si fermano a lei, alla parola, non all'intenzione. Forse.
(Rispondi)
 
 
 
 
sharie
sharie il 18/12/06 alle 21:04 via WEB
Esatto. Ci si ferma alla parola, e non si analizzano le intenzioni. O meglio, non le si considera affatto. Ecco cosa succede. L'importante e' sputare (letteralmente) in faccia allo spettatore il periodare intellettuale e cervellotico, zeppo di arcaismi e termini presi a prestito da altre discipline, sentirsi universali, e comunicare elitariamente. Ma al centro resta sempre lei, la parola, pagata a peso d'oro, come se valesse realmente qualcosa. Poi viene il corpo. Quello che compie genti folli, sciamanici, terapeutici, collettivi e universali. Artaud parte dal mito, dal rituale delle societa' indigene per spiegare la societa' moderna. E la sua scrittura stessa, col periodare pieno di cesure, smembrato, "senza organi", si fa rito, mito, mondo. Indaga il senso arcano della coscienza sociale e collettiva. Lo fa per gradi. Basta seguire cronologicamente la sua produzione per capirlo. Solo che la "tradizione" ci ha detto come interpretarlo. Un po' come si fa con la Bibbia, ti illudono di poterla leggere come vuoi, ma nel sottosuolo scorre l'unica interpretazione. Artaud e' come una bibbia mal compresa e letta svogliatamente. Per fortuna non da tutti. Specialmente da quel ragazzo di Como.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 21:15 via WEB
(Quanto hai ragione, è vero: "La Polvere Del Messico", di Pino Cacucci: io Artaud l'ho incontrato lì, in uno dei capitoli centrali. M'aveva colpito così tanto quell'artista ferito accolto dai vecchi tarahumara).
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 21:21 via WEB
Che bello avervi qui. Non aggiungo altro. Si è detto molto e c'è un sottosuolo enorme. Humus che fermenta. Siete stupendi.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 21:22 via WEB
(Stupendi..non ti permettere, parla per lei!)
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 21:32 via WEB
(E in gallery, tra l'altro, c'è il disco che sto ascoltando, e che non vi presto manco sotto tortura..)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 21:43 via WEB
non provocare. torturare ascaso potrebbe essere il mio sogno proibito. alla ricerca di una dimensione corporale e della glossolalia delle sue urla di dolore ^_^ gne gne
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 21:46 via WEB
(Io quello lì non lo sopporto più, infierisci!)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 21:53 via WEB
(su in fondo non è cattivo... è che lo disegnano così)
(per quanto due ceffe a volte gliele darei lo stesso)
(ma più spesso no)
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 22:02 via WEB
(Lo dipingono come ha lasciato e voluto che lo dipingessero. E ora che magari i contorni gli pesano addosso non può farci nulla, perchè pensa di deludere i suoi disegnatori..caffè? Tanto lui non può mica berlo, c'ha una gastrite che sembra un castigo!)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:09 via WEB
(secondo me in fondo gli vuoi bene pure tu... ma non lo ammetterai mai e continuerai a bere caffè e fumare alla faccia sua...)
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 22:15 via WEB
(Ma anche no! Così impara. Adesso se ne sta zitto perchè sennò ci rimette il contegno, guarda. Aspetta che si torni a parlare di cose alte, così si rimette a diluviare parole..)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:22 via WEB
(sei invidioso perchè lui ce l'ha, le parole da diluviare?... e tu invece sei un inguaribile casinista?... ma io mica lo sto difendendo, non sia mai detto...)
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 22:27 via WEB
(Troppe, troppe. Spogliare la parola, destrutturare il discorso: l'altra notte ha scritto una cosa che a leggerla c'era da tirarsi un colpo. Ma almeno era roba scarna, c'ha bisogno della depressione per diventare sintetico..)
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:40 via WEB
(ssssssh che ti sente! poi si risente!)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 22:02 via WEB
Allora???? Io aspetto, su scrivete;) che non c'è niente in televisione:P
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:10 via WEB
a rè, e il canone non lo paghi? :P
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 22:14 via WEB
Lo ha gia pagato mia nonna per tutte le generazioni a venire:P e poi voi siete più interessanti e divertenti;)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 22:25 via WEB
Ok scrivo io;) vi va un barzelletta??? si? bene. Lui: " ma tu non capisci, io l'amo, lei mi ha dato molto, io me la sento ancora addosso." L'altro: " Ah i condilomi di sicuro... te li ha dati lei e li hai ancora addosso." ;)
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 22:31 via WEB
"Dottore, sono disperata!" "Cosa succede, Signora?" Mio figlio, dottore! Il suo ombelico!" "Ma gliel'ho detto, Signora: non mi spiego come sia potuto nascere con un bullone al posto dell'ombelico, ma non gl'impedirà di avere una vita normale. Ha vent'anni, e sta così bene!" "Infatti, dottore, infatti! Gli avevo detto di non farlo, e invece lui ha preso una chiave inglese e l'ha svitato!" "E..cos'è successo, Signora?" "Gli è caduto il pisello per terra, dottore!"
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:42 via WEB
ragazzi almeno che facciano ridere se no comincio a moderare i commenti o_O
(Rispondi)
 
 
 
 
IlGattoNelBidone
IlGattoNelBidone il 18/12/06 alle 22:45 via WEB
(Non basta leggere, mica è roba che la possono capire tutti, questa qua. Devi immaginare la scena..)
(Rispondi)
 
 
 
 
registrami2
registrami2 il 18/12/06 alle 22:46 via WEB
Gatto è stato un piacere;) P.S. tratta bene il tuo padrone che non è da tutti aprire un blog al priprio gatto;) Ragazzi la compagnia è buona ma qui non si apprezza o non si comprende il genio (io) quindi mi congedo:P buon proseguimento. prrrrrrrrr:P
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 22:49 via WEB
mi sento un po' dissociata. da sharie e ascaso al gatto e al rè... il passo è stato breve ma intenso.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 22:52 via WEB
Per una volta che si parlava di teatro..c'era uno che cacciava i mercanti dal tempio, una volta, e faceva bene..
(Rispondi)
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 23:08 via WEB
si ne ho sentito parlare... ha cominciato a 33 anni quel tizio a fare strane cose... tu quanti ne hai?... su su fate pace tu e il gatto, che tanto siete pazzi e adorabili tutti e due.
(Rispondi)
 
 
 
 
ascaso1974
ascaso1974 il 18/12/06 alle 21:21 via WEB
(Di più, e qui non è Cacucci. E' Artaud: "..i tarahumara rappresentano una vera sfida a questo mondo, nel quale si parla tanto di progresso solo perchè si è smarrita ogni speranza di progredire...La loro forma societaria è una sorta di comunismo che deriva dalla spontanea solidarietà reciproca...Sembranon non vedere la realtà e traggono forze magiche dal disprezzo per la civilizzazione...sono pervasi di filosofia, al pnto da raggiungere una specie di stregonismo psicologico. Per loro non esiste un solo gesto perduto, inutile. Non c'è gesto che non abbia un senso filosofico diretto. Diventano filosofi con la stessa naturalezza con cui un bambino diventa adulto. Sono filosofi per nascita.). Eccolo lì, l'Artaud della parentesi precedente il parossismo alchemico del suo ritorno in Europa: Non esiste un solo gesto perduto, inutile. Non c'è gesto che non abbia un senso filosofico diretto..è di parola, proprio lui che l'ha destrutturata..
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/12/06 alle 16:53 via WEB
Grazie per il commento nel mio blog. Conosco poco Tim Bukley ma ho gradito il tuo gesto di solidarietà. W Artaud (ma anche Barba, Brook, Grotowski, Beck & Malina...)e abbasso gli Artaudini!! Antoine D.
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 18/12/06 alle 17:16 via WEB
Mi piacerebbe davvero regalarti quella canzone, io la trovo commovente, se trovo un link te lo mando. (Mi sembra di averli già sentiti quei nomi lì, chissà dove chissà quando... ;))
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vegetableman
vegetableman il 19/12/06 alle 10:47 via WEB
azz...mi sono perso in una sua raccolta di poesie...ancora riprendo il mio stomaco pulsante in mano per respirare.
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 19/12/06 alle 13:00 via WEB
azz... mi ci perdo anch'io, sempre...
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Talyla
Talyla il 20/12/06 alle 12:39 via WEB
Strani personaggi animano il tuo blog di questi tempi. Un bacio a tutti quanti:*
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 20/12/06 alle 21:46 via WEB
Hai visto che belli? Intelligenti, simpatici, sensibili... barzellette a parte o_O
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sharie
sharie il 20/12/06 alle 22:03 via WEB
Mi sono persa gran parte dei deliri di Ascaso... peccato. Però che soddisfazione: quante cose condividiamo!
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 20/12/06 alle 22:23 via WEB
Buonasera Sharie! i deliri di Ascaso... gli piacerà questa definizione... ^_^
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sharie
sharie il 20/12/06 alle 22:36 via WEB
riferendosi ad Artaud, come contesto generale, non si poteva non delirare. E poi, a pensarci bene, gli si addice proprio ;p
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ascaso1974
ascaso1974 il 20/12/06 alle 22:40 via WEB
Dicevate?!
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sharie
sharie il 20/12/06 alle 22:52 via WEB
Non volevo offenderti :-(
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 20/12/06 alle 23:05 via WEB
c'è già il gatto nel bidone che infierisce, almeno noi cerchiamo di essere carine ;)
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ascaso1974
ascaso1974 il 20/12/06 alle 23:10 via WEB
E vi siete divise i compiti, già: tu fai la parte di quella antipatica..
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MirtilloGirl
MirtilloGirl il 20/12/06 alle 23:43 via WEB
infatti ora ti metto in lista nera. che dico, nera? nivura!! ;)
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sharie
sharie il 21/12/06 alle 18:59 via WEB
;-)))) ma se Mirtillo e' l'antipatica, io chi sono?
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