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« Messaggio #107 | Messaggio #109 » |
Il seminatore uscì a seminare.
Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada;
gli uccelli vennero e la mangiarono.
Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra;
e subito spuntò, perchè non aveva terreno profondo;
ma, levatosi il sole, fu bruciata;
e, non avendo radice, inaridì.
Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono.
Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto.
Chi ha orecchie oda.
(Dal Vangelo secondo Matteo, 13:3-8)
E il seminatore stava a guardare?
Quando quei grossi grassi ingordi volatili starnazzanti mangiavano i suoi semi, lui stava a guardare?
Quando il sole seccava la pianta che, giovane e fragile, tentava di nascere attraverso le rocce, piccole ed esili radici che dentro le fenditure della pietra disperatamente cercavano acqua e nutrimento, arbusto che gemmava tremante come un bimbo che s'alza per la prima volta e non ha gambe abbastanza forti per reggerlo, mentre il sole forte e vitale, troppo vitale, troppo energico per questa fragile vita, andava spezzando le arterie di linfa, intanto lui, il seminatore, stava a guardare?
E ancora, il seminatore, quando le spine crudeli spezzavano le reni alle piante nel loro abbraccio doloroso, prepotente, furioso, lui, il seminatore, stava a guardare?
E quando i semi diedero frutto?
La terra nutrì il seme. Il sole scaldò i germogli. La pioggia riempì di linfa le radici. Crebbero, le radici, e con esse l'arbusto, e i rami, e le foglie, e i fiori profumavano l'aria, prima di esplodere in frutti succosi e tondeggianti.
E in tutto questo, il seminatore, stava a guardare?
Quello che mi chiedo è: non avrebbe dovuto o potuto, il seminatore, avere maggior cura dei suoi semi? Di quelli che morivano e di quelli che nascevano, di quelli che crescevano e di quelli che seccavano?
Lo so che nella Bibbia questa parabola ha un certo significato.
Ma a Zelda Mater si ostinano a chiamare "gemme" i rapporti che legano le persone affettivamente, emotivamente, fisicamente, e io, che mi tormento giorno e notte pensando alla meravigliosa tribù di Zelda Mater, e ancora mi chiedo se non sia il caso di trasferirmici con tutte le mie gemme preziose, non posso non chiedermi: ma come si fa in fin dei conti a coltivare "gemme" che diano frutto?
Io, ad esempio, non riesco a stare a guardare.
Foto: Yann Arthus-Bertrand, Earth from above
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Inviato da: cassetta2
il 13/12/2020 alle 14:30
Inviato da: Randle.P.McMurphy
il 26/04/2011 alle 22:42
Inviato da: MaryRead
il 16/11/2009 alle 13:01
Inviato da: a.
il 13/07/2009 alle 04:20
Inviato da: vegetableman
il 13/05/2009 alle 08:23