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« Liberiamo Sant'Antonio | La cerimonia del tè » |
Stupore
non è precisamente conoscere
e non precisamente non conoscere.
Una condizione bella, ma desolata.
Emily Dickinson
Partirò.
Ancora partirò.
Credevo di tornare, invece me ne andavo
seminavo la strada con i miei chicchi di senso
e dimenticavo che eri una ragazza,
che portavi una sottana rossa
che ti piaceva girare su te stessa
fare la ruota con la sottana, prima che te la portassero via.
I tuoi occhi stanotte pieni di pianto
mi hanno svelato l'ineluttabilità dei mutamenti.
Partirò.
Te lo prometto.
Ritroverò una sottana rossa, da qualche parte,
in taffetà frusciante, la indosserò per te
e sarai tu a lacerarla coi denti, sarai tu,
questa volta, a dire con le unghie chi sei.
Non saranno loro. Non sono più loro.
Io ti ho vista, quando ricacciavi le lacrime negli occhi e dicevi
con la tua voce di latte
iononsonoquella.
Ero orgogliosa di te. Come se fossi mia. Come se fossi tua.
Ti amavo.
E non ero più io
e non eri più tu
ti baciai
nella bocca
avidamente
e dissi grazie, grazie, grazie.
In spirito e verità.
Partirò.
E sai che tornerò.
Ma avrò le mani piene di sentieri, gli occhi pieni di cammino,
avrò la voce piena di canti, le orecchie piene pace,
avrò i ricordi, che ora non ne ho,
avrò la pelle scura come il bronzo di Temesa
e coralli vivi e smeraldi mi adorneranno il capo.
Tu piangerai, ancora, ma non sarà mai più per me.
Il dolore sarà reso perdono.
I've never find a more impossible girl.
Foto: Loretta Lux, The wanderer, 2003
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Inviato da: cassetta2
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Inviato da: Randle.P.McMurphy
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