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« noli me tangere | Messaggio #108 » |
Ecco l’estremo giorno dell’imparità Nere tuniche cinte di porpora Vi fu un tempo in cui gli uomini erano fatti a immagine di Dio. Fedele come silice, Prometeo.
scrutato dalle vette inaccessibili di Scizia
terra desolata di piaghe terrene
ove catene più dure del diamante
cinsero le solide membra del titano
cui la stirpe mortale consacrò la fragilità sua.
Luce, fuoco, fiore della forza origine di tutto,
io non oso per violenza avvincere alla roccia
colui che con me fu generato nel bereshit
e non temette gli immondi castighi
di un mezzodio ripudiato che della sua libertà fa potere
e regna nella morte, nel terrore, nell’oscurità.
Prometeo, quanta pena al tuo patire,
saccheggiasti i privilegi degli dei
per offrirli a chi regna un solo giorno
per alleviare questa stanca viltà
per farne calore, conforto,
presente inviolato da condanne e falsità.
Doloroso è parlare, doloroso è tacere.
strette da fibule d'oro e rubini
pesanti corone sul capo
visi smunti gobbe appuntite
e seni di donne rinsecchiti
sussurrano parole di infelice vacuità.
Doloroso è parlare, doloroso è tacere.
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