So che vi sembrerà strano, ma a volte le scatole e i flaconi di vecchi farmaci più interessanti sono proprio i più recenti, perché riescono a dare meglio l’idea di quella che è stata l’evoluzione del farmaco durante la sua vita sugli scaffali. Alcuni hanno cambiato la composizione, il nome del brand, o l’azienda produttrice, mentre altri sono rimasti gli stessi, e poi ci sono le eccezioni: ebbene i Sali Jodati di Montecatini rientrano a pieno titolo in quest’ultima categoria. Quando sono riuscita a mettere le mani su un flacone in plastica di questo prodotto, risalente ai primi anni Ottanta, morivo dalla voglia di poterlo confrontare con la bottiglia in vetro degli anni Venti, per capire se nel giro di sessant’anni ci fosse stata un’alterazione della composizione delle acque, anche solo legata all’accuratezza con cui erano state svolte le prime analisi chimico – fisiche nella prima metà del Novecento.Ebbene, i valori delle concentrazioni sono identiche, ma non per via della grande maestria dei Dottori R. Nasini e C. Porlezza. Semplicemente, in sessant’anni, nessuno si è mai preso la briga di rifare le analisi ed il flacone degli anni Ottanta reca ancora i valori trovati e le firme di Nasini e Porlezza. Ora, anche ipotizzando che i due fossero ventenni neolaureati negli anni Venti, difficilmente li vedrei ancora in laboratorio alla veneranda età di ottant’anni, e temo che per tutto questo periodo l’etichetta abbia riportato gli stessi dati. E’ altresì vero che i cambiamenti nelle composizioni delle acque termali non sono repentini, però mi sarei aspettata qualche variazione derivabile dall’assestamento del sottosuolo in seguito al terremoto di magnitudo 5.8 del 1914 che ha colpito la Piana di Lucca, provocando il crollo di alcuni edifici a Montecatini. Ecco la foto del flacone:
Aggiornamento sui Sali Jodati di Montecatini
So che vi sembrerà strano, ma a volte le scatole e i flaconi di vecchi farmaci più interessanti sono proprio i più recenti, perché riescono a dare meglio l’idea di quella che è stata l’evoluzione del farmaco durante la sua vita sugli scaffali. Alcuni hanno cambiato la composizione, il nome del brand, o l’azienda produttrice, mentre altri sono rimasti gli stessi, e poi ci sono le eccezioni: ebbene i Sali Jodati di Montecatini rientrano a pieno titolo in quest’ultima categoria. Quando sono riuscita a mettere le mani su un flacone in plastica di questo prodotto, risalente ai primi anni Ottanta, morivo dalla voglia di poterlo confrontare con la bottiglia in vetro degli anni Venti, per capire se nel giro di sessant’anni ci fosse stata un’alterazione della composizione delle acque, anche solo legata all’accuratezza con cui erano state svolte le prime analisi chimico – fisiche nella prima metà del Novecento.Ebbene, i valori delle concentrazioni sono identiche, ma non per via della grande maestria dei Dottori R. Nasini e C. Porlezza. Semplicemente, in sessant’anni, nessuno si è mai preso la briga di rifare le analisi ed il flacone degli anni Ottanta reca ancora i valori trovati e le firme di Nasini e Porlezza. Ora, anche ipotizzando che i due fossero ventenni neolaureati negli anni Venti, difficilmente li vedrei ancora in laboratorio alla veneranda età di ottant’anni, e temo che per tutto questo periodo l’etichetta abbia riportato gli stessi dati. E’ altresì vero che i cambiamenti nelle composizioni delle acque termali non sono repentini, però mi sarei aspettata qualche variazione derivabile dall’assestamento del sottosuolo in seguito al terremoto di magnitudo 5.8 del 1914 che ha colpito la Piana di Lucca, provocando il crollo di alcuni edifici a Montecatini. Ecco la foto del flacone: