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Post N° 286
quasi volessi che quest’aria di cristallo non si spezzi ,ma resti come la separazione esatta tra il sole caldo e il freddo del gelido inverno.
... e non ho ragione, amica mia, non ho ragione. Perché se l’avessi non starei immobile a guardarmi tra le mani i disegni colorati di quel che vorrei e non sarei così felice del poco nulla che ho e non mi basterebbe quel bastare a me stessa cocciuto ed ostinato e non sarei consapevole che il cerchio si chiude preciso nel punto in cui accetto di avere questo amore. E bello sarebbe vivere sempre di sete e fame rabbiosa e saziarsi staccando a morsi bocconi da angurie mature e zuccherine. Farsi colare sul mento il succo e ridere affondando le mani nell’acqua pura e fredda del torrente lavando, con un gesto solo, le ombre dell’anima. Le ombre invece restano e nell’ombra nascondo lo scontento di me stessa, quell’incompiutezza che mi rende debole e impreparata alla lotta per la sopravvivenza. Nell’ombra dei miei pensieri storti e indistricabili gli uni dagli altri perdo l’orientamento. La strada dritta e sicura su cui camminavano i miei passi tranquilli diventa un indistinto sentiero serpeggiante tra le rocce e il baratro e il mio camminare è un arrancare stento e incerto. Se davvero avessi ragione, amica mia, sarei a sorridere di me stessa e saprei con una certa dose di sicurezza dove sto andando, chè sicuri non si può mai essere, ma nemmeno così sperduti.
Respiro piano il freddo silenzioso e il sole.
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DA LEGGERE
Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)
" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......
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