Respiro piano,
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quasi volessi che quest’aria di cristallo non si spezzi ,ma resti come la separazione esatta tra il sole caldo e il freddo del gelido inverno.
... e non ho ragione, amica mia, non ho ragione. Perché se l’avessi non starei immobile a guardarmi tra le mani i disegni colorati di quel che vorrei e non sarei così felice del poco nulla che ho e non mi basterebbe quel bastare a me stessa cocciuto ed ostinato e non sarei consapevole che il cerchio si chiude preciso nel punto in cui accetto di avere questo amore. E bello sarebbe vivere sempre di sete e fame rabbiosa e saziarsi staccando a morsi bocconi da angurie mature e zuccherine. Farsi colare sul mento il succo e ridere affondando le mani nell’acqua pura e fredda del torrente lavando, con un gesto solo, le ombre dell’anima. Le ombre invece restano e nell’ombra nascondo lo scontento di me stessa, quell’incompiutezza che mi rende debole e impreparata alla lotta per la sopravvivenza. Nell’ombra dei miei pensieri storti e indistricabili gli uni dagli altri perdo l’orientamento. La strada dritta e sicura su cui camminavano i miei passi tranquilli diventa un indistinto sentiero serpeggiante tra le rocce e il baratro e il mio camminare è un arrancare stento e incerto. Se davvero avessi ragione, amica mia, sarei a sorridere di me stessa e saprei con una certa dose di sicurezza dove sto andando, chè sicuri non si può mai essere, ma nemmeno così sperduti.
Respiro piano il freddo silenzioso e il sole.
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Anonimo il 24/11/06 alle 21:33 via WEB
…Che l’aver ragione è camminare netti e certi su strada senza ombra. L’aver ragione è non aver fame, né sete, che si è sazi e mondi. Aver ragione, amica mia che ascolti la fontana alla finestra, nel mio sonno che sognava rumori e umori, è non aver freddo e le mani screpolate nel greto del torrente a cercar pietre lisce abbastanza e tonde da portare a casa, e contemplarle come una sorta di verità, che sembra quasi che solo le cose più elementari e mute possano essere vere. Quasi.
Non vuoi aver ragione, tu, e nemmeno io. Le ragioni che sappiamo noi sono solo blande forme di difesa, “io” al massimo è una ragione da sostenere con gli occhi, allo specchio, da sole, nel poco nulla che rende tanto felici, al mondo che fuori muove ombre, e fame e sete e parole e cose, cose, cose. Cose tante che più tante sono e meno hai voglia di afferrarle e comprenderle e mettertele da qualche parte nel cuore, che il cuore è stretto quando è sperduto, e ha perso il suo posto, e tra notte e giorno dondola a singhiozzi, tra notte e giorno chiama un nome, un nome, che ormai non conosce più. C.
(Rispondi)
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il 25/07/2023 alle 20:20
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il 22/11/2022 alle 16:23
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