Creato da liberante il 05/03/2005
Che anche nella più delirante delle fantasie il bianco su cui scrivo sia la mia verità.

IO

immagine

 

Ultimi commenti

ricomincia, è bello leggerti...:-) Il tuo ragazzo magari ti...
Inviato da: magdalene57
il 25/07/2023 alle 20:20
 
non scrivi più, vedo un vero peccato ciao, tommy
Inviato da: stufissimoassai
il 22/11/2022 alle 16:23
 
Piove fuori e dentro di me
Inviato da: cassetta2
il 21/08/2022 alle 22:53
 
Ciao
Inviato da: Lucien.Chardon
il 29/07/2022 alle 14:13
 
Sei una persona speciale, forse non quella a cui mi...
Inviato da: liberante
il 03/06/2019 alle 12:21
 
 

Ultime visite al Blog

echelon1962annisexantaossimoraliberanteoggiedomani51merizeta21alf.cosmosstufissimoassaipasseggero65Coccolami14cassetta2magdalene57dams777maturalmentegrandiaboutnoi
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
 

Copyright ©

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
 

 

« Messaggio #366Messaggio #368 »

Ci provo.

Post n°367 pubblicato il 11 Luglio 2007 da liberante

Ci provo a capire come può una tela bianca e del colore diventare luce, inventando il sogno.
E d’altra parte sarei una stupida a non provarci, con tutte le volte che l’ho visto mentre impastava colori e li stendeva. Li guardava con occhi affamati e ci metteva dentro le dita per scioglierne i grumi.
E con la testa inclinata a sinistra e un pezzetto di carbone nella mano destra disegnava i contorni, con un tratto leggero e veloce, senza fare attenzione al segno nero sulla tavola bianca, ma concentrato sul modello e non era importante fosse una ragazza nuda, la stessa che la notte prima si era scopato, tre mele gialle o il prato sotto casa. Deciso e svelto, ma così sottile quel segno che poteva vederlo solo lui.
Era poi il colore che dava la forma e dalla forma la sostanza e dalla sostanza la luce.
Teneva in mano il pennello con tre dita e non era mai un movimento fluido, ma a scatti e sobbalzi, irregolare.
A volte piccoli tocchi, come puntini, infiniti puntini, che si attaccavano uno all’altro e muovevano gli azzurri dei cieli, fino ad arrivare ad essere una sensazione di vento.
E poi stava lì, fermo, davanti alla tela, seduto di sbieco sullo sgabello, che avresti pensato stesse dormendo, invece guardava da sotto gli occhi socchiusi il colore che si asciugava.
Borbottava, a volte, parlando con il colore, borbottava che non gli piaceva il colore asciutto, ed allora metteva insieme ancora i colori e non ci potevo credere quando mescolava pochissimo rosso vermiglio con il celeste e con il dito punteggiava il cielo di un nulla e quel nulla cambiava la luce.
Lui giocava con i colori e trovava la luce.
A volte erano veloci pennellate che davano direzione e imponevano l’orientamento e la prospettiva.
Grossolane e sgraziate, come se la rabbia esplodesse in quei verdi di prati improbabili in cui i fili d’erba erano i fili del pennello sgranati.
Ci provo a capire.
Che troppe volte l’ho sentito urlare alla ragazza che era seduta nuda davanti a lui
“Guardami piccola troia, guardami come mi guardavi quando ti scopavo stanotte, fai lo sguardo perso del piacere, non quello stolto della tua ignoranza.”
E poi con pochi segni tracciava la mappa di quel corpo perfetto e degli occhi. La scacciava con male parole e impastava i colori.
Non aveva bisogno di modelli per colorare la luce.
L’aveva dentro di sé e la tirava fuori con fatica e tormento, la inseguiva nei rosa della pelle e nei neri delle ciglia. Nei seni e nei peli. Nei capelli ci metteva le dita, chè il pennello non era sufficiente a sfumare i riccioli e la luminosità ondeggiante della curva dei capelli vicino alle orecchie.
A volte con collera e frenesia, con l’impazienza di arrivare al risultato che vedeva dentro di sé e non su quella tela.
A volte, con una estenuante calma che reprimeva e comprimeva in un gesto d’impotenza la materia, che non si lasciava addomesticare.
Ci sono stati periodi in cui aveva almeno trenta lavori iniziati e non finiti e ne iniziava ancora uno nuovo per smettere di lavorarci e riprendere con un altro, in cui incastonava un papavero per volta di un immenso campo di papaveri.
Mi diceva
“Balia, tu che mi conosci da quando bevevo il latte dal tuo seno e sai quello che io non so, perché la luce non è mai uguale e non riesco a tenerla tra le dita?”
Ridevo e continuavo a rammendare la camicia e lui rideva e usciva e stava fuori giorni e notti e tornava randagio e sporco, affamato e stremato, pieno di tutto il male del mondo. Dormiva fino a non avere più sonno e rinasceva ogni volta con lo stupore di un bambino.
A volte, con una pazienza da ragno paziente, con il pennello più piccolo creava lo sfondo su cui appiccicare la luce.
Perché era sempre e solo la luce che cercava senza mai trovarla veramente.
Ci provo a capire.
Mi siedo sul suo sgabello e su questa tela bianca con la mano sporca di rosso vermiglio disegno onde e cerchi.
Lui non provava.
Per lui ogni tela bianca era già quello che sarebbe diventato, il quadro perfetto e la luce che da dentro gli illuminava il viso, la travasava nei colori.
Mai soddisfatto del tutto, mai contento, mai veramente felice, se non nei piccoli attimi in cui dimenticava che la luce non si fa catturare e si faceva lui catturare dalla luce.
Ci provo a capire, ma a me restano solo le mani sporche e segni insignificanti.
Quando tornerà riderà dei miei goffi tentativi e con estrema pazienza farà dei miei scarabocchi la vestaglia rossa di un suo ritratto.

Finchè avrò vita gli starò accanto, per fare tutto quello che posso per lasciarlo con l’unica preoccupazione che davvero gli interessa, la ricerca della luce.
Da quando sua madre me lo mise in braccio dicendomi che non poteva allevare un bastardo per me è stato più figlio di tutti gli altri che mi hanno lasciato.
Ci provo a capire.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
liberante
liberante il 11/07/07 alle 01:14 via WEB
Da Wikipedia:
"John Singer Sargent nacque a Firenze il 12 gennaio 1856; due anni prima suo padre, un medico americano, e sua madre, anch’ella americana, si erano trasferiti in Europa da Filadelfia. Morì a Londra il 15 aprile 1925.
(Rispondi)
 
actioninstop
actioninstop il 11/07/07 alle 08:43 via WEB
...provo a capire anch'io...tutti i giorni. Bacio Ti....
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/07/07 alle 11:24 via WEB
e dimenticavo una cosa.....TANTI TANTI TANTI AUGURI gioia !!
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 11/07/07 alle 23:18 via WEB
Grazie, tu, gioia, grande gioia mia!
(Anch'io ci provo a capire, ma quanta fatica...)
(Rispondi)
 
cinzia63
cinzia63 il 11/07/07 alle 17:56 via WEB
Partirà da lì, da quelli che per te sono goffi scarabocchi e che per lui sono invece il punto da cui partire, così come hai fatto tu, che dal niente, quella vestaglia rossa, sei riuscita a riempirla...
Felice compleanno amore mio.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 11/07/07 alle 23:20 via WEB
Felice dei tuoi auguri...e mi viene una battuttaccia, che non c'entra una "cippalippa" con le belle cose che hanno detto le tue parole...e la vestaglia rossa la riempio proprio bene con tutta la mia ciccia!!!
(Rispondi)
 
 
 
cinzia63
cinzia63 il 11/07/07 alle 23:40 via WEB
oggi sei tremenda ! vabbe' che e' la tua giornata, ma fra poco dovrai smettere di contraddirmi.... :-))) quella era proprio una battutaccia, tu sei bellissima, e per fortuna sono in tanti ad essere certi che non mento !!!! ;-)))
(Rispondi)
 
annisexanta
annisexanta il 11/07/07 alle 21:29 via WEB
Effettivamente sembrano delle foto...I quadri...
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 11/07/07 alle 23:24 via WEB
Ma sai come le cose succedono, mai per caso, avevo trovato il disegno che ho messo come "cippa" di questo pittore e incuriosita avevo trovato il video e la biografia e avevo chiuso l'argomento, non ci pensavo più. Poi non so da dove o come mi è venuta fuori 'sta storiella ed allora, ma solo dopo averla scritta, ho collegato il tutto. Cose strane che succedono...
(Rispondi)
 
lupopezzato
lupopezzato il 11/07/07 alle 23:53 via WEB
Bellissima la storia. Bellissimo il suo dipingere la luce. Stupendo proprio il primo quadro, quello con le pozzanghere d'acqua e poi Chopin e poi "buon compleanno". Mi trovo casualmente un cioccolatino. Se ti va. :o)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 12/07/07 alle 23:06 via WEB
Certo che mi va, soprattutto se è di quelli fondenti fuori e con la ciliegia dentro e se alla fine del nome hanno un puntino rosso...
(Rispondi)
 
clodclod
clodclod il 12/07/07 alle 00:28 via WEB
stupendo, stupendissimo: tutto, tutto, tutto. i modi del racconto; la trama giocata sulla luce, quasi fosse lei stessa un personaggio; il dipingere come ricerca ossessiva ed essenziale; ed altro ed altro ancora.. el me ga propria piasù, ostrega ciò...
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 12/07/07 alle 23:08 via WEB
Ostregheta...la mia tata di quando bambina abitavo a Verona diceva "Di quel chel ghè nol manca gniente!!!"...
(Rispondi)
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 12/07/07 alle 22:11 via WEB
Compi gli anni lo stesso giorno di mio padre. Tanti auguri, anche se in ritardo. :o)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 12/07/07 alle 23:13 via WEB
Ti ringrazio, sempre bene accetti gli auguri, anzi dilatano la festa, e auguri anche a tuo padre.
(Rispondi)
 
Amore_immaginato
Amore_immaginato il 13/07/07 alle 21:07 via WEB
dunque...ma si inizia un discorso con dunque? mah! comunque... qui, in questo luogo, a questo scritto, io m'inchino e mi prostro per cotanta meravigliosa bellezza. Qui hai superato te stessa.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 14/07/07 alle 00:43 via WEB
...dunque...si comincia con un dunque e si finisce con ...ti abbraccio... perchè non so che alto dire e dunque ti abbraccio.
(Rispondi)
 
GrandeVolo
GrandeVolo il 13/07/07 alle 22:46 via WEB
...numerose assenze e ritardi popolano le mie giornate irriverenti e mai distratte...ma eccomi ad abbracciarti con gli auguri nel cuore. Un anno si aggiunge alla vita :-) un grande passo. (il compleanno io lo vedo così) Un sorriso a te, AUGURI! Monica
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 14/07/07 alle 00:45 via WEB
Grazie, grazie con il cuore, mia cara Monica, anche per me il compleanno è un giorno importante, un passo ancora, e un abbraccio sincero.
titti
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

Tag

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963