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« Messaggio #427Messaggio #429 »

Filippa Filippazzi

Post n°428 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da liberante
 

“Una cameriera negra, Filippa, a chi vuoi che importi, era peggio fosse morto un italiano, ti pare?”

.

.

In quel momento finì il mio amore per Mario.
Avrei voluto strozzarlo e picchiarlo e lo feci a pugni e calci, scaricandogli addosso la smisurata rabbia che mi era montata dentro. Gli urlai tutto il mio disgusto per lui e per me stessa. Come poteva pensare che la morte di una negra fosse qualcosa di diverso da una qualsiasi altra morte. Non potevo essere complice di una simile infamia.
Era finita, finita e basta.
Per me lui non esisteva più.
Lo scacciai da casa mia gridando di non farsi rivedere mai più.
Ero fuori di me, ma finalmente lucida e sicura di quello che stavo facendo.
Mi cercò piangendo e mettendo il mondo ai miei piedi.
Fui granitica. Una pietra al posto del cuore e nemmeno una lacrima.
Tutto l’amore che avevo provato per lui era diventato un rancore spietato.
Gli resi tutti i regali dicendo che non sapevo che farmene di roba rubata. Misi in scatoloni, che gli feci recapitare, tutte le cose sue che erano a casa mia e delle mie cose a casa sua non volli sapere nulla e gli dissi di farne un falò.
Fui una roccia e il gelo era ormai talmente penetrato in me che ripresi i miei vestiti grigi ed opachi, la mia vita da zitella e la solitudine come miglior compagnia.
Smise di tormentarmi quando gli dissi che se non la smetteva lo denunciavo ai carabinieri e testimoniavo contro di lui e lo volevo vedere in galera per tutta la vita, pur sapendo che mi avrebbero considerato complice.
Semplicemente sparì.
Da un giorno all’altro.
Chiuse casa, la mise in vendita e se andò.
Non ne seppi più nulla.
A distanza di anni il solo ricordare mi trafigge come un pugnale.
Dopo quasi quindici anni non sono riuscita a dimenticare, né tanto meno a perdonare.
Non gli perdonerò mai di averlo amato.
Ero davvero innamorata di lui?
È una domanda che negli anni è ritornata spesso nelle mattine di caffè amaro, seduta di fronte alla mia solitudine.
Ancora oggi non so dare una risposta certa.
Ma d’altra parte non sono nemmeno certa di che cosa veramente sia amore.
Se in me la voglia che ho di amare e di essere amata non mi faccia vedere quello che non è.
Eppure stavo bene posseduta da quel demone che mi faceva vedere il mondo attraverso vetri colorati.
Essere innamorati è una droga. Dà assuefazione.
È troppo bello svegliarsi al mattino con il palpito dell’attesa e nell’attesa, già essere felici. Tutta la giornata diventa una crescita esponenziale di desiderio fino al climax. L’apoteosi dell’abbraccio o della telefonata o di qualunque altra cosa mi potesse mettere in contatto con lui.
Lui diventa una cosa sola con me stessa e mi sembra di non essere senza di lui.
Ma sono sfigata.
Sono nata sfigata.
Nei primi giorni dell’estate del ’95 quando la lacerazione della disillusione era ancora talmente sanguinante e profonda da non sentirne nemmeno il dolore, ma soltanto la rabbia, mi sembrava che tutta la storia con Mario fosse stata una mia invenzione. Una fantasmagorica recita per ingannare la mia solitudine e la mia fame d’amore.
Mi dissi
"Cazzo Filippa non sia mai che una merda di uomo come Mario o Sabatino o come cavolo si chiamasse riesca a farti soffrire e tu non devi soffrire. Ti riprendi la tua vita, che hai una vita e te ne fotti di tutte queste panzane di amore e cuore e fiore e angioletti e compagnia bella. Se il tuo destino è restar zitella, sarai zitella e se vorrai farti una scopata troverai ben qualcuno che non ti impegni il cuore che fa rima con fiore, amore e dolore!"

.

.

.

.

 
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Commenti al Post:
clodclod
clodclod il 12/02/08 alle 07:47 via WEB
bentornata, filippa! ( io però devo ripassare più tardi..Hello)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:23 via WEB
Beh allora qui ci scrivo solo
CIAO!!!
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/02/08 alle 09:00 via WEB
Quando un amore finisce, si denigra dichiarando la falsità di quell'amore... era amore? Non lo era? Cosa viviamo mentre siamo dentro, immersi in quell'icona? Non sono forse le stesse cose che cerchiamo nell'attesa del prossimo? Forse. Magari ci nascondiamo dietro un dito per rendere il nostro dolore meno fastidioso. In fondo, sole cuore amore e compagnia bella, è tutto quello che aneliamo. Tutti. Anche Filippa e la sua sfiga. Sempre bella sta donna!! Ale
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:30 via WEB
Anche la Filippa è umana. Nel momento in cui deve lasciarsi alle spalle un passato cattivo e che l'ha profondamente ferita si corazza con la negatività del'amore. E' solo autodifesa, istinto primordiale di sopravvivenza. Il tempo insegnerà di nuovo le rime di sempre, cuore, fiore, amore.
(Rispondi)
 
clodclod
clodclod il 12/02/08 alle 15:59 via WEB
ah, l'amore.../ Quante falci e quarti/ e pienezze di luna/ attraversa l'amore!/ E quante attese e sogni e fantasie/ e quanti fotogrammi di lui,/ se lui è lontano,/ e che sguardi, e che baci, e che corpintrecciati.../ E che sforzo / farlo morire più in fretta,/ questo amore,/ quando scopri che deve finire.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:33 via WEB
Flippa l'ha ucciso. Con determinazione e coerenza ha ucciso l'amore che provava per Mario, e per farlo ha dovuto fare uno sterminio. Ha distrutto in lei qualsiasi sentimento avesse la pur vaga parvenza d'amore.
(Rispondi)
 
Ruggineblu
Ruggineblu il 13/02/08 alle 10:49 via WEB
mitica Filippa, eroina dei miei giorni... credo che esorcizzare ciò che fa dolore sia cosa naturale e in fondo anche un poco giusta... anche se.. se si arriva ad usare un esorcismo... è perchè, di certo, c'era del demonio in giro..
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:35 via WEB
Sono le frasi rituali che cercano di placare il dolore. Come direbbe la mia amica ClodClod "gli abracadabra". Danno una certa sicurezza e minimizzano gli effetti collaterali.
(Rispondi)
 
donnaisabella
donnaisabella il 13/02/08 alle 11:53 via WEB
Ma il cuore ha le sue ragioni... con le quali la ragione fa sempre a cazzotti.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:37 via WEB
L'inghippo è quando ci si rende conto che la ragione ha più ragione del cuore. E' quello il momento in cui applicando la razionalità all'amore, l'amore finisce.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 13/02/08 alle 15:55 via WEB
aa l'amour
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:44 via WEB
...quante cazzate fa fare l'amour!
(Rispondi)
 
ErnestoFavo
ErnestoFavo il 13/02/08 alle 23:38 via WEB
ecco la nostra nascosta fortuna; anche dandoci odio, finite sempre con l'amarci.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:45 via WEB
La cosa peggiore è l'indifferenza. L'odio è un sentimento primario, proprio come l'amore.
(Rispondi)
 
soloperituoiocc_1968
soloperituoiocc_1968 il 14/02/08 alle 11:28 via WEB
Quanta durezza, sei quasi spietata nella tua analisi lucidissima, persino l'uso del termine "zitella" così desueto ai giorni nostri indica la ferita profonda che c'è in te, in Filippa, in qualunque persona ferita dall'amore, uomo o donna che sia.
L'amore purtroppo l'abbiamo nel DNA, non possiamo farne a meno, nè avvilirlo con una sana scopata.
Un abbraccio
Chiara
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 15/02/08 alle 23:51 via WEB
Considerando che l'epoca dei fatti è il 1995 forse non era così desueta la parola zitella. Non so se l'amore l'abbiamo nel DNA o non sia una nostra costruzione mentale per stare bene o stare male o comunque dare un significato alla vita. Quello che so di certo è che una sana scopata fa bene...e se mi vedessi ci faremmo una bella risata.
Ti abbraccio anch'io Chiara!
(Rispondi)
 
AmaraFilippon
AmaraFilippon il 14/02/08 alle 17:00 via WEB
14 febbraio, la festa degli innamorati. Una festa che non mi appartiene. Un po’ la invidio, un po’ mi annoia e un po’ mi rallegra per la cioccolata che vendo. Eccomi qua a camminare fra i cocci di Filippa.
"Fui granitica. Una pietra al posto del cuore e nemmeno una lacrima".
Non fosti granitica, non l’amavi più. Puf! di colpo. Succede. Se l’amavi ancora avresti trovato una qualunque scusa e ci saresti tornata. Anche questo succede. L’hai detto tu "Essere innamorati è una droga. Dà assuefazione" e tu ti eri disintossicata. Finalmente! Ora eri di nuovo capace d’intendere e volere.
"No Amara, anche quand’ero innamorata ero capace d’intendere e volere".
"No Filippa, quando si è innamorati si è capaci solo d’intendere e volAre”.
(Rispondi)
 
 
FilippaFilippazzi
FilippaFilippazzi il 16/02/08 alle 00:09 via WEB
Ciao Amara, bello ritrovarti nei miei pezzi di vita.
Sai che cosa ho fatto ieri per festeggiare un San valentino che non mi appartiene? Ho mangiato uno dei tuoi cioccolatini "ti amo." con il punto rosso, ma qui non si vede che è rosso, e ho fatto festa con me stessa. E non fare il tuo solito sorrisetto come per dire "Lo so. Lo so. Ti sei fatta un pò di pianto e poi hai sorriso" eh no, questa volta ho riso e sorriso con me stessa. Bene essere, ricordi, forse sto imparando. O forse a forza di prendere schiaffoni dalla vita ho iniziato ad evitarli.
Comunque quando si è innamorati è come avere il cielo sulle dita ed il mare nel cuore. E' respirare col sorriso e sorridere con la pelle. E' volAre.
Ciao, Amara, torna presto a trovarmi.
(Rispondi)
 
 
 
AmaraFilippon
AmaraFilippon il 17/02/08 alle 23:20 via WEB
Anch’io ne ho presi di schiaffoni ma non si vedono. Funziona così il mondo, tutti a rinfacciarti quelli che dai ma quando li prendi non c’è mai nessuno in giro. Funziona così anche la gente. C’è chi esibisce i lividi e chi li copre per pudore o per quel rapporto così intimo col dolore.
Anch’io "ti amo." con la ti minuscola ed il punto rosso che qui non si vede. Non solo a san Valentino. Io li mangio sempre, sono i miei. Ogni volta che ne ho voglia.
Leggevo il tuo post verde. Quello sull’ebbrezza dell’allegria. Quando beve quel bicchiere in più e si trasforma in allegrezza. Smetterla di ridere diventa un’impresa e ti accorgi che la felicità costa poco o niente. Poi si trasforma in mal di testa e poi passa.
Mi piacciono i dialoghi nei post. Quelle frasi fra virgolette danno un movimento alle parole. Come aggiungere il fumetto ad un’immagine. T’inventi le domande per darti le risposte. L’ultimo sorso. E’ automatico bere ed alzare gli occhi sull’orizzonte che ciai davanti.
E anche a metà del mio cielo c’è un pezzo di luna.
(Rispondi)
 
 
 
 
FilippaFilippazzi
FilippaFilippazzi il 20/02/08 alle 19:54 via WEB
Amara mia bella, stasera avrei bisogno di un chilo di tuoi "Ti amo." per sciogliere in un mare di dolcezza tutto l'amaro che mi sono ingoiata oggi. Tutto l'amaro che mi sto ingoiando da un pò troppo tempo, e per i miei gusti è già fin troppo. Bene hanno fatto a chiamarti Amara, perchè con un nome così è come avessi uno scudo contro l'amarezza, almeno credo.
Stasera niente luna, niente cielo, nuvole basse e aria pesante, l'odore di marcio delle terre di pianura. Meglio smetta di fare la lagna che mi dò fastidio da sola.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
AmaraFilippon
AmaraFilippon il 20/02/08 alle 23:31 via WEB
Filippa, mia cara, un chilo dei miei “ti amo.” (con la ti minuscola), sono un po’ troppo. Ti voglio un mucchio di bene, lo sai, ma la cioccolata la vendo. Se dovessi regalare un chilo di cioccolata a tutti quelli che mi vogliono bene... vediamo... mumble mumble... ma sì, in fondo non arriverei a dieci chili. Si può fare. A te in particolare. A te che sopporti paziente questo continuo cambiare nick per rispondermi. Eheheh, sai che ogni volta che ti scrivo un commento, rido? Davvero (anche adesso). Rido peensando che dovrai riloggarti per rispondermi e immagino la tua pazienza. Eheheheh. Vabbè, chiusa la parentesi (spero di averti diluito un po’ di quell’amaro). Amara? Ci convivo da sempre con questo nome e lo amo.
Sì, stasera non è il caso che fai anche tu la lagna perché c’è già la luna che è incazzata nera. Stanotte ci siamo messi fra lei e il sole.
Eclisse.
Ti piace eclisse? A me sì. Mi piace anche ellisse.
Comunque stasera niente luna e niente cielo. Una lavagna nera. Prendi un gessetto, lo prendo anch’io. Sai giocare a tracs? Io faccio le ics e tu le o. Chi ne mette in fila tre vince. Ok?
“Ok ma faccio io le ics”
Non dubitavo.
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/02/08 alle 00:06 via WEB
Stanotte non cambio nulla, resto me stessa. E niente lagna.
Eclisse è una di quelle cose che non è che mi piaccia, mi affascina. E' una cosa che non dovrebbe essere, ed invece è. Come la fantasia. Come fai a mettere la fantasia in un gioco come tracs, io lo chiamo filotto, eppure ce la metti ed è fascino...
Ecco, sei sempre la solita! mi hai fatto distrarre con eclissi/elissi e così hai vinto tu, che se invece stavo più attenta finivamo patti, chè questo non è un gioco dove c'è un vincitore, quasi come la vita.
Ciao Amara, vado a mettermi un nick che così mi sento un pò nuda.
Tua affezionatissima Filippa
(Rispondi)
 
cla.gavi
cla.gavi il 21/02/08 alle 22:05 via WEB
...Fatto bene!!! comunque io attendo tue notizie...non vorrai rimanere single per sempre...stai serena, io non ti regalero' oggetti rubati...da me' pochi ma buoni...e con il cuore...un abbraccio alla tua autrice Paolo
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 22/02/08 alle 00:09 via WEB
Intanto mi prendo l'abbraccio e ti dirò un segreto, la Filippa avrà ancora un pò di storie, non so ancora quali e quando, ma ci saranno!
(Rispondi)
 
 
 
cla.gavi
cla.gavi il 23/02/08 alle 03:50 via WEB
...attendero'...tutta una vita se occorre...la grazia e la bellezza della Filippa merita..tanta e tanta pazienza...non pensavo che esistesse una donna piu' "sfortunella" di me'...che dire?!?!...Dio li fa'...e poi li aCCoPPa...un sorriso ed una carezza...Paolo
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 24/02/08 alle 00:39 via WEB
Rido a quel dio li fa poi li aCCoPPa!!! che sembra sorriso e sberleffo!
(Rispondi)
 
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Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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