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Post N° 430

Post n°430 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da liberante

.

.

La fotografia è "Garage" di Chiara Carrara

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Alex Britti "Milano"  

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.

In un giorno come tanti, con il traffico nel centro,
con due suore che camminano vicine
in una piazza con un grande monumento,
con l’america nei bar,
con la moda sempre in festa,
con la gente che lavora sempre troppo
e una strana atmosfera di conquista,
con i taxi sempre un po’ incazzati
e i turisti anche loro un po’ di fretta,
con sempre quella strana voglia di andar via
perché altrove, forse, c’è qualcuno che ci aspetta.
È Milano, con i suoi mille dialetti,
con le settimane lunghe e con gli uffici,
con le abbronzature a centomila watt
e con la vita appesa a mille sacrifici.
In un albergo verso il centro ci sto io
e una finestra che s’affaccia sul cemento,
mentre festeggio un anno di malinconia
con la chitarra per dividere il momento.

Anche qui, può arrivare l’odore del mare a prendermi.

E se domenica non ho niente da fare
faccio i miei soliti due passi tra i palazzi
e faccio finta di star bene almeno un po’
anche se dentro invece cado a pezzi
e se avrò bisogno di dimenticare
prenderò per mano l’ansia e anche la rabbia,
le accompagnerò per un aperitivo al bar
e al punto giusto le abbandono tra la nebbia.
In un albergo verso il centro c’è una donna,
vive nel lusso, ma con gli occhi tristi,
anche stasera toglierà la gonna
per regalarla ai soliti professionisti.

Anche qui, può arrivare l’odore del mare a prendermi. 

.

.

.

.

 
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Commenti al Post:
liberante
liberante il 24/02/08 alle 00:35 via WEB
Potrebbe essere chiunque. Potrebbe essere qualcuno che vive straniero in questa Milano descritta per luoghi comuni. Potresti essere tu che stai in quell’albergo verso il centro, aria condizionata, portiere col sorriso stirato e la gentilezza calibrata dal mestiere. Ci stai perché il tuo lavoro ti trascina in luoghi che non arrivi mai a conoscere e non ti fai attraversare dall’emozione di sapere gli odori dei mercati e della folla che riempie le metropolitane. Tu disinfetti te stesso nell’ambiente sterile di un albergo verso il centro e la notte ti scivola addosso tra lo zapping tra i mille canali satellitari e un sonno senza sogni. Passi la giornata chiuso in un ufficio senza sole e senza nebbia, con la luminosità fissa e senza calore dei neon. Le persone che ti circondano sono specchi esatti di come sei. Dai capelli ai vestiti. Sembrate un esercito con la stessa divisa. Sei lontano dal tuo mondo che potrebbe essere in un sud solare e caotico o in un nord di cristalli di neve, ma lontano, per scelta di malinconia, e sei solo a guardare dalla finestra che s’affaccia sul cemento il riflesso triste del volto della tua solitudine. I tuoi passi suonano falsi e perduti nel vuoto desolato della domenica, chè non c’è il lavoro a riempire gli spazi tra un palazzo e l’altro e il silenzio è assordante tra la nebbia e il freddo. Ti ricordi di quella voce di donna, un tono più alto delle altre, nel bar dove bevi il caffè
“E lo puoi sentire l’odore del mare, sotto tutti gli altri, ma forte e sicuro, ti entra dentro e ti porta lontano”
E poi lo senti davvero anche tu, raschiarti via l’indifferenza e riportarti al dolore, come solo sa fare il mare. Ed è sufficiente anche solo la sua ipotesi per farti dimenticare le frasi fatte che non descrivono il grande cuore di Milano. Prendi per mano tutto il tuo male e attraverso gli occhi puliti dalla rabbia vedi l’umanità triste e dolente della donna che inganna se stessa con la finzione dell’amore. Tra le parole accese come stelle e strazianti sguardi di solitudini impenetrabili cadono i pezzi del tuo malessere e segui l’odore del mare, fingendo onde e gabbiani.
Per capire Milano bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza.
(Rispondi)
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 25/02/08 alle 03:33 via WEB
Ho provato a fare qualche sostituzione. Per capire Napoli bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza. Per capire Torino bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza. Per capire Venezia bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza. Per capire Cinisello Balsamo bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza. Funziona. Funziona con ogni città perché questo post è universale. E’ un passpartout. Per capire un luogo non ti è sufficiente amarlo, devi averlo dentro. Io non abito Napoli se Napoli non abita in me. Come la precarietà del pendolarismo d’albergo. Che sia per lavoro o per turismo. La tua città è come un figlio. Tutti possono conoscerne la storia ma solo una mamma può capirlo. p.s.: dimenticavo una cosa - anche se non molto importante - un post stupendo.
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 26/02/08 alle 00:01 via WEB
E c'è un'altra cosa che bisogna fare per capire una città, viverla attraverso i sensi di chi già la vive. Imparare le abitudini e i negozi, i portoni, i balconi e le cancellate, i giardini segreti. Gli spazi della vita quotidiana. Le crepe e i muri calcinati dal tempo. I colori dei graffiti ed il grigio dello smog. I suoni, il dialetto. Insomma, che te lo dico a fare? mi hai capito benissimo.
"Devi averlo dentro"
(Rispondi)
 
annisexanta
annisexanta il 24/02/08 alle 20:20 via WEB
Per capire Milano bisogna farsi sporcare dalla sua bellezza....Ah non so, io non abito a Milano ;°)*
(Rispondi)
 
 
annisexanta
annisexanta il 24/02/08 alle 20:21 via WEB
Quella nella foto sembra Porta Genova, sbaglio?
(Rispondi)
 
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 25/02/08 alle 22:04 via WEB
Sbaglierò ma a me sembra via Camperio Manfredo dalla parte opposta a Largo Cairoli e quello a destra dovrebbe essere il Garage Meravigli che sta al n.4 di via Camperio Manfredo (quasi ad angolo con via Meravigli). Se non sbaglio, però.
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 26/02/08 alle 00:15 via WEB
Non ho la più pallida idea di che via possa essere, però quando ho trovato questa foto sul sito di Chiara Carrara , che ha delle foto fantastiche, mi ha dato l'impressione che fosse una delle viuzze che ci sono tra via Torino e Via Meravigli, quindi penso che non sbagli.
(pensiero di sottofondo "Per essere, forse, di Napoli e sempre ammesso che abbia ragione, Milano la conosce fin troppo bene!")
...
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 26/02/08 alle 00:02 via WEB
Mauro, mio caro, tu non abiti a Milano, ma è come se ci abitassi...
ehehehe!!!
(Rispondi)
 
 
 
annisexanta
annisexanta il 26/02/08 alle 01:03 via WEB
Ma no, è che non ho schiarito l'immagine mannaggia, c'è un indizio importante, l'Wonderful Cafè e se clicchi Qui e scorri giù nei pub, ci arrivi ;°)...Beh, l'indizio era importante per me, che non ci abito ovviamente :°)
(Rispondi)
 
soloperituoiocc_1968
soloperituoiocc_1968 il 25/02/08 alle 11:12 via WEB
Ho guardato e vissuto anche io così' Milano i primi tempi che vivevo qui da sola, lontana da tutti e da tutto quello che mi aveva acompagnato sino ad allora.
Eppure, in un momento difficile, di scelta se ritornare o no, ho preferito rimanere qui, ... perchè nel frattempo e con più tempo a disposizione ho imparato ad amrla.
E' ormai la mia seconda mamma...
Buona giornata
Chiara
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 26/02/08 alle 00:19 via WEB
Felice che tu abbia imparato ad amarla. Per me è un amore contrastato, conflittuale, come mi mancasse la sua gioventù, per non dire che mi manca la mia.
(Rispondi)
 
Vincanto_Editions
Vincanto_Editions il 26/02/08 alle 23:34 via WEB
cos'è una città, se non forma creata dal sedimentare delle voglie e delle necessità d'ognuno, per cui ne percorriamo le strade ad inseguire ora le une ora le altre creando città diverse a seconda dei giorni e dei momenti... mi ricordo, sai, di una città con strade silenziose nell'alba, di un'altra fatta di strade scintillanti, e ancora un'altra piena di strade accidentate, e ancora di tante città fatte di tante strade diverse... come mi sembrano tutte lontane ora, ora che vivo una città essenziale e percorro solo poche strade, sempre le stesse, che difficilmente mi soffermo a guardare, in cui prevale un senso di abbandono, di invarianza, e che vanno ad esagerare il limite ad un limite... sai, io so poco o nulla della città di quell'uomo in grigio, e non so se nella bellezza asettica di cui si circonda riesca anche solo a percepire la polvere e il fango che fanno bella la città/vita che leggo nella prospettiva delle tue parole, non credo che possa farlo e questo è il limite suo... e poi - e qui il viso s'atteggia al sorriso - ci sono quelle città sognate, fatte di mare e d'aria e lì, su quel desiderato limite, oltre il quale vi è solo respiro e solo amore, so che ci sei tu ad aspettarti... e quale strada, dimmi, ti potrà mai fermare, o preziosa amica di preziosi sentimenti e preziosi, anche se silenziosi, incoraggiamenti... vicino, sempre, vin
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 27/02/08 alle 23:05 via WEB
Vincanto, sai che non sono mai troppo lontana da te, anche se spesso sono troppo lontana da me stessa. Staremo in quella città di mare e d'aria a guardare nello stesso sguardo il cielo farsi mare e le parole mescolarsi alla sabbia a formare i castelli incantati della nostra fantasia. Ti abbraccio con sincera emozione.
(Rispondi)
 
Narcysse
Narcysse il 27/02/08 alle 21:14 via WEB
L'uomo è una brutta bestia. Riesce ad amare anche le città. Perchè mai dovrebbe dimenticare con facilità una donna?
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 27/02/08 alle 23:07 via WEB
Non è mai facile abbandonare un uomo ( la giro al femminile), non si spengono i sentimenti come fossero interruttori, clik e l'amore si spegne, eh no!
(Rispondi)
 
cla.gavi
cla.gavi il 28/02/08 alle 17:13 via WEB
...La me bela Maduninaaaa, che te dominet Milannnn tuta d'ora e piscinina.....un abbraccio Paolo (oggi sono felice...si puo?)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 29/02/08 alle 22:44 via WEB
Certo, che si può!
(Rispondi)
 
VOLVER7
VOLVER7 il 29/02/08 alle 23:45 via WEB
Dopo una sola lettura, sono in difficoltà, non riesco a capire se è più bello il testo di Alex Britti (sorprendente) o il tuo scritto immediatamente successivo (e tu sai che è molto bello e nell'occasione necessario). Forse bisogna fare un cocktail...per una Milano da bere che non esiste più.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/03/08 alle 01:09 via WEB
...e brindo con te, un bicchiere di vino rosso, denso e pastoso, quello che si fa con l'uva che matura con l'aria del mare della mia Isola e gli occhi tristi a pensare al mio Milano, quello che faccio fatica a riconoscere.
(Rispondi)
 
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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