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Ecchepalle!!!
Sono due settimane o giù di lì che vivo con la luce artificiale e tra nuvole basse, nebbia, foschia, pioggia, pioggia, pioggia che sembra non voglia più finire e la pelle mi si ingrigisce e forse sento spuntarmi le branchie e anche qualche squama e non che abbia qualcosa contro i pesci, anzi mi piacciono e mi stanno simpatici, ma sentirmi pesce non è la mia massima aspirazione e anche se non divento pesce comunque ho le ossa bagnate. E non è che pretenda il sole dell’estate adesso che è inverno, ma almeno quel bel freddo secco e che si veda il cielo. E sarà colpa della mia meteoropatia ma tutto quello che sento mi fa incazzare. Non riesco a capire, ma credo sia un limite del mio limitato cervello, ma proprio non ci riesco, come si faccia ad urlare che al papa è stato impedito di parlare, che si limita la sua libertà di espressione, che viene costretto al silenzio chi con la parola dovrebbe portare la verità. Insomma ha scelto lui, o chi per lui, di non andare alla Sapienza, di non andare a sfidare chi non la pensa come lui, di non rischiare nulla e di stare nel suo regno a fare la vittima dell’altrui arroganza. Certo se fosse andato sarebbe stato pesantemente contestato, ma se non sbaglio, anche Gesù ai suoi tempi fu pesantemente contestato e trattato molto male e non si tirò mai indietro, ma andò avanti fino alla Fine. E poi ci mancava solo Mastella, ministro della giustizia, minuscolo per la vergogna e il disprezzo, e il girotondo della solidarietà dei suoi compagnucci sia da una parte che dall’altra e poi ho fatto il pieno. Di rabbia che non altro posso fare. E di schifo. Ma non è vero che non posso fare altro. E mi vengono in mente i ragazzi, giovani, avranno massimo ventidue, ventitrè anni che il sabato sera girano per le case portando il giornale di Lotta Comunista. Lo so, sono degli idealisti, che preferiscono, invece di andare a sballarsi in qualche locale di tendenza, farsi sbattere le porte in faccia dall’indifferenza e dalla diffidenza di chi se ne sta chiuso nel suo bozzolo di malcontento. Sono degli idealisti, quello che in questi ultimi tempi manca a me. Mi manca l’entusiasmo che avevo per la politica e per tutti gli anni che ho fatto sindacato. Ho votato a sinistra, come ho sempre fatto, con il naso tappato e la mano esitante, ma nulla trovo in questo governo che sia anche solo lontanamente profumato di sinistra. Devo recuperare quella parte di me che lottava e gridava, che combatteva perché credeva fosse possibile una società equa, pulita, solidale.
Devo continuare ad incazzarmi.
Si dice che incazzarsi fa bene.
Ed essere sempre incazzati?
Magari domani smette di piovere.
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DA LEGGERE
Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)
" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......
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