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« Messaggio #300Filippa Filippazzi »

Post N° 301

Post n°301 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da liberante

È un posto tranquillo.
È incuneato tra basse montagne e l’orizzonte è solo di cielo e di rocce lontane.
Se ti affacci alla finestra il lago lo senti nell’aria assieme all’odore del freddo.

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Mi piace annusare il freddo e sentirlo sulla pelle della faccia, mentre il caldo bello della casa mi avvolge.
È come essere sdoppiata, per un attimo, e vivere con il corpo il tepore e con la faccia il gelo.
Poi nel corpo entra l’odore pungente.
Il verde del bosco è talmente vicino che posso immaginare di vedere le pigne sui rami degli abeti ed il muschio sui tronchi
Il fumo di legna dolce e aspro che ha segnato gli inverni sereni dei miei tempi sereni mi passa attraverso gli occhi e si ferma nel luogo del ricordo.
Ero serena affacciata alla finestra di casa tua e nelle mani non cercavo le risposte impossibili a domande banali.
Nulla cercavo chè mi bastava quello stare tranquilla a parlare.
Il raccontare di sé per sapere le parole che la mente non arriva a capire.
Invece lì, sulla tovaglia rossa e bianca ed il verde dell’agrifoglio si posavano i nostri pensieri più difficili, quei dolori incancreniti, quei sogni rovinati dall’abitudine alla realtà, quella speranza che solo a dirne la parola ci spaventa.
Invece erano lì, chè sapevo di te come tu sapevi di me.
È un posto tranquillo, casa tua, e sereno.
Ho finito l’anno serenamente tranquilla.
Ho iniziato l’anno tranquillamente serena.

Amalia Rodrigues - Barco Negro

 
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dolcedonna9
dolcedonna9 il 02/01/07 alle 03:14 via WEB
Ci sono anche io vicino a quel fuoco,e' il mio fuoco. La notte di Capodanno e' piena di brace che riscalda l'intimo ed il cuore. Il crepitio della legna che si consuma e' musica per le mie orecchie, e' come una dolce musica che suona solo per me. Ascolto solo questa musica e intorno anche se c'e' il vociare dei miei cari,il mio orecchio non l'ascolta. C'e' solo questa musica per me,solo questa .
 
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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