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« Messaggio #300 | Filippa Filippazzi » |
È un posto tranquillo.
È incuneato tra basse montagne e l’orizzonte è solo di cielo e di rocce lontane.
Se ti affacci alla finestra il lago lo senti nell’aria assieme all’odore del freddo.
Mi piace annusare il freddo e sentirlo sulla pelle della faccia, mentre il caldo bello della casa mi avvolge.
È come essere sdoppiata, per un attimo, e vivere con il corpo il tepore e con la faccia il gelo.
Poi nel corpo entra l’odore pungente.
Il verde del bosco è talmente vicino che posso immaginare di vedere le pigne sui rami degli abeti ed il muschio sui tronchi
Il fumo di legna dolce e aspro che ha segnato gli inverni sereni dei miei tempi sereni mi passa attraverso gli occhi e si ferma nel luogo del ricordo.
Ero serena affacciata alla finestra di casa tua e nelle mani non cercavo le risposte impossibili a domande banali.
Nulla cercavo chè mi bastava quello stare tranquilla a parlare.
Il raccontare di sé per sapere le parole che la mente non arriva a capire.
Invece lì, sulla tovaglia rossa e bianca ed il verde dell’agrifoglio si posavano i nostri pensieri più difficili, quei dolori incancreniti, quei sogni rovinati dall’abitudine alla realtà, quella speranza che solo a dirne la parola ci spaventa.
Invece erano lì, chè sapevo di te come tu sapevi di me.
È un posto tranquillo, casa tua, e sereno.
Ho finito l’anno serenamente tranquilla.
Ho iniziato l’anno tranquillamente serena.
Amalia Rodrigues - Barco Negro
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DA LEGGERE
Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)
" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......
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