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Intervento di Marco Cappato durante il Consiglio Comunale del 4 novembre 2013 sul Bilancio

Post n°258 pubblicato il 14 Novembre 2013 da leonardo_donofrio
 

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N/142 – Bilancio di Previsione 2013, Bilancio Pluriennale 2013-2015 e relazione previsionale e programmatica.

N/149 – Approvazione delle modifiche al regolamento comunale dell’imposta di soggiorno e modifica alla proposta di deliberazione di consiglio comunale ad oggetto “bilancio di previsione 2013, bilancio pluriennale 2013-2015 e relazione previsionale e programmatica”.

 

Il consigliere Cappato così interviene:

“Grazie, Presidente. Assessore, mi devo rivolgere personalmente a lei: credo che dovrebbe aiutarci ad impedire che il dibattito sia una lunga sequenza di Consiglieri comunali che deplorano, in vario modo, con vari toni e vari contenuti, quello che evidentemente è qualcosa che va a pregiudizio del nostro ruolo istituzionale e del nostro lavoro, cioè il fatto di votare un bilancio preventivo che non è più un preventivo. Non mi soffermo sull’importanza di questo punto, però la questione decisiva a mio parere è fare un salto di qualità rispetto a quello che lei ha detto nella sua relazione, perché se avessi avuto in questi due anni e mezzo una positiva esperienza delle mozioni di indirizzo e degli ordini del giorno, potrei semplicemente attenermi a quello che ha detto il consigliere Cormio, che sottoscrivo in toto. Siccome però ho fatto l’esempio, sull’articolo 21, delle carceri e si potrebbero fare tanti altri esempi di ordini del giorno che non hanno avuto valore ed effetto e quella votazione sarà fatta al termine della nostra votazione sul bilancio, io personalmente, dopo ormai metà consiliatura, sento l’esigenza, se vi sono degli impegni politici, di averli prima e non dopo l’inizio dell’esame degli emendamenti e non degli impegni politici del fare il possibile, ma degli impegni politici che devono essere tassativi e vincolanti rispetto ad una data.

L’argomentazione che lei ha portato rispetto nelle motivazioni che ha spiegato personalmente non mi trova d’accordo. Comprendo benissimo che vi potranno essere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi degli elementi di incertezza ed instabilità del contesto legislativo nazionale e normativo che potranno ancor più di quanto accaduto quest’anno – anche se è molto difficile, ma diciamo: ancora più di quanto accaduto quest’anno – suggerire, per tanti motivi, di tenere aperti i bilanci perché mancheranno elementi fondamentali, ma qui è la diversità di valutazione: essendo comunque possibile a termini di legge fare in corso l’opera degli aggiustamenti anche di grande portata nei bilanci, la scelta di chiudere un bilancio preventivo anche in assenza di un contesto normativo certo entro il mese, io avrei detto, di febbraio, è una scelta politica che si può assumere a prescindere dal contesto legislativo, lo si può far sì o no, e prima di andare ad esaminare gli emendamenti, personalmente, per il mio comportamento di Consigliere comunale in fase di votazione, voglio sapere se lei si assume la responsabilità di prendersi un impegno tassativo di una data entro cui lei presenterà il bilancio. Collegato a quell’impegno (che lei ovviamente può prendere o non prendere, questo sta a lei) si può anche prendere degli impegni sulle forme di consultazione e partecipazione, popolare o meno, della presentazione del bilancio, perché il primo anno non era un anno interamente di responsabilità dell’Amministrazione, il secondo anno sappiamo cosa è successo, c’è stato un cambio di responsabilità dell’Assessorato, però è anche vero che noi siamo stati eletti per cinque anni e immaginare che anche questo bilancio venga dibattuto e votato nei suoi emendamenti in assenza di una presa di impegno, questa volta tassativa e certa, sulle modalità e sui tempi di preparazione del prossimo bilancio, personalmente non lo riterrei serio. Infatti è vero che non era lei l’Assessore, però era la stessa Giunta quella dalla quale al 30 giugno dello scorso anno abbiamo avuto garanzie esplicite, portate politicamente in quest’Aula, che non ci saremmo trovati nella stessa condizione di dover, al 30 di giugno, alcuni Consiglieri comunali, ritirare in blocco degli emendamenti. Attenzione: Consiglieri comunali di maggioranza ed emendamenti non ostruzionistici che sono stati ritirati in blocco perché non avevamo altra scelta. Abbiamo fatto questo il 30 giugno dell’anno scorso, ma l’abbiamo fatto con delle garanzie e delle parole che non sono venute da lei, Assessore, ma sono venute dalla Giunta presieduta dal Sindaco Giuliano Pisapia e io non sono disponibile ad entrare in una sessione di bilancio facendo finta che quelle parole e quelle garanzie non ci siano state poste. Poi ovviamente ciascuno può fare e comportarsi come meglio crede, anche su un’ultima questione che menzionerò alla fine.

Adesso ne dico però un’altra: noi dobbiamo sapere se come Consiglio comunale (ripeto, per due anni e mezzo lo si può in qualche modo, per comprensivi motivi, accettare, soprattutto come Consiglieri di maggioranza, ma non oltre) la grande impostazione strategica dei conti del Comune di Milano è o non è sottratta alla riflessione e al dibattito del Consiglio comunale. Parlo, per esempio, della discussione non sulle partite correnti, sulle quali sempre meno possiamo intervenire, ma sulle partite in conto capitale, cioè sulle condizioni strutturali del Bilancio del Comune di Milano. Possiamo discutere e decidere qualcosa su questo, sì e quando? Altrimenti anche questo la notte del 30 giugno non lo si può fare. Lo abbiamo accettato, però non può essere un’indicazione per sempre. Io voglio avere la garanzia di una sede, di un momento, di una data, di un’occasione, di una forma che può anche non essere questa, ma allora voglio sapere quando sarà possibile.

Io voglio poter discutere, per esempio, con Anita Sonego se, potremmo dire morettianamente, è più di Sinistra essere proprietari di alcune società o se è più di Sinistra investire quelle partecipazioni per realizzare infrastrutture, magari ecologiche e di welfare, che rimangano alla città per i prossimi decenni. Parlo delle partecipazioni e proprietà che abbiamo in tante aziende partecipate (aeroporti, autostrade, energia, sport, mercati generali). Non che tutto debba avere una stessa risposta ideologica, ma se non abbiamo la possibilità, come diceva il consigliere Forte, di avere una mappatura del quadro di ciò che è servizio pubblico e di quanto costa, è chiaro che non siamo in grado di intervenire, diciamo, sul conto capitale, e, viste le condizioni di contesto nazionale ed europeo che non cambieranno tra due mesi, cinque mesi, sei mesi e neanche tra due anni, non poter discutere di quello significa rinunciare ad una politica di investimenti degna di questo nome sicuramente da qui alla fine del mandato e della consiliatura. Siccome nessuno di noi può sapere se sarà o se vorrà essere rieletto o meno, se non abbiamo un’indicazione adesso, cioè contestualmente alla discussione sul bilancio, visto che poi il pluriennale ormai già arriva a fine legislatura, è come se ci si dicesse che il nostro compito come Consiglieri comunali è già finito, cioè già ora stiamo entrando in zona Cesarini di quanto democraticamente e legittimamente possiamo dire in materia di investimenti.

Io ho voglia di, davanti alla città, poter discutere con Basilio Rizzo di quanto lui dice riguardo all’esempio della Germania, di Francoforte, di quanto questi modelli siano adeguati. Posso anche perdere questo confronto, lo accetto, quello che non accetto è di non poter discutere, come se il nostro compito di bilancio fosse andare ad intervenire su 5 o 7 milioni di euro di spesa corrente che posso alzare o abbassare, quando il mio compito di Consigliere comunale non è questo ma è parlare del bilancio, che include in allegato i bilanci, con lo stato patrimoniale, di tutto il sistema delle partecipate del Comune di Milano.

Per quanto riguarda più a breve – e su questo mi riservo di presentare degli emendamenti – so che è avviato il Piano urbano della mobilità e va bene, questo è un discorso dal punto di vista della mobilità e dell’ambiente, ma da un punto di vista del bilancio non sono più disponibile ad avere ad agosto dei provvedimenti come quello dell’innalzamento degli abbonamenti senza aver potuto prendere insieme una decisione strategica sulla quale bisogna poter essere chiari. Io sono per rispettare il mandato referendario, che anche la Giunta ha detto di voler rispettare, sui cinque referendum per la qualità dell’ambiente e della vita a Milano e quindi sono non solo per la conferma dell’Ecopass, meritoriamente introdotto da Moratti e trasformato in Area C, ma anche per un suo allargamento alla cerchia ferrovia o comunque per un suo allargamento graduale. Questa è una scelta politica. Visto che i soldi non ci saranno, nei prossimi anni si aumenteranno i biglietti o si estenderà l’Area C avendo anche delle risorse a disposizione per fare un potenziamento di trasporto pubblico che altrimenti non si potrà fare? Questo non è un problema solo di Piano della mobilità, è un problema anche di concezione politica di una fiscalità verde ed ecologica in alternativa ad una fiscalità assolutamente neutra da questo punto di vista.

Così come sugli impegni referendari sulla riapertura dei Navigli nessuno è così ingenuo da pensare che in parte corrente o nel giro di qualche mese si vada a realizzare l’intero progetto, ma se il progetto è considerato valido, il progetto deve essere incardinato anche da un punto di vista di bilancio, considerando Conca di via Renna, via dell’Incoronata, qualcosa che disegni, ma operativamente, con la volontà di farlo, un percorso che potrà durare molto tempo ma che potrà, nel lungo periodo, portare risorse alla città in termini turistici, paesaggistici, e non sottarle.

Così come il piano di eliminazione delle barriere architettoniche previsto dalla legge (che il Comune di Milano non ha, Assessore, e ne ho parlato con l’assessore Rozza) è anche una questione di bilancio che spero potrà essere affrontata.

Termino con un impegno che era stato preso dall’assessore Tabacci e che non riguarda un’emendabilità del bilancio, ma che sottopongo anche a lei. L’assessore Tabacci si era personalmente impegnato di fronte al fatto che nella storia repubblicana – potremmo dire “partitocratica” in questo senso e sarebbe un termine molto adeguato – sono sempre state cancellate da una sanatoria le multe ai partiti e ai candidati alle elezioni politiche per le affissioni abusive di campagna elettorale. Ci sono stati contravvenzioni e verbali corrispondenti ad oltre 6 milioni di euro per le elezioni comunali che hanno determinato la composizione di questo Consiglio comunale. Io chiedo di sapere se su questo c’è un impegno e chiedo di saperlo prima di iniziare la valutazione sugli emendamenti – pur non essendo questa una questione emendabile, meno che mai dopo le riforme che di fatto ci escludono dalla possibilità di emendare, come secondo me la Costituzione direbbe, spesa per spesa. Noi ormai possiamo fare degli emendamenti di una genericità assoluta – ma questo ovviamente non è responsabilità della Giunta – cosa che in realtà ci sottrae il nostro vero potere di bilancio perché è chiaro che se io posso intervenire solo su macro-interventi, su un macro-intervento potrei voler togliere delle risorse e quindi faccio l’emendamento lì, ma poi legalmente la Giunta potrebbe toglierle a qualcos’altro della stessa voce. Quindi mi rendo conto che non si può purtroppo entrare nel dettaglio.

Ma emendamenti e bilanci a parte, vorrei un impegno politico, che finora c’è stato solo a parole, perché a questo punto, dopo due anni e mezzo, se dovesse arrivare una sanatoria delle larghe intese sulle multe per le affissioni abusive dell’ultima campagna elettorale, credo che non certo formalmente e legalmente, ma politicamente la responsabilità andrebbe in capo a chi per due anni e mezzo non è stato capace non dico di riscuotere i soldi semplicemente perché ci sono delle procedure e perché giustamente c’è la possibilità di ricorrere e c’è la possibilità anche di contestare. Credo che mi si possa riconoscere che io sono, di storia e di proposta, un garantista, quindi non dico che tutti quei 6 milioni sono 6 milioni di contanti disponibili potenzialmente, però qualche multa legalmente fondata immagino che sia stata comminata e allora non riscuotere nulla di quei soldi sarebbe responsabilità politica dell’Amministrazione. Grazie”

 
 
 
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