Quattro anni fa il terremoto fece dell’Aquila una sorta di Pompei, cioè un sito quasi archeologico, transennato e abbandonato, come ancora è. E come ci mostrano, a ogni ricorrenza, le tv e gli inviati dei giornali che, come sostiene Beppe Grillo, sono tutti servi del potere, incaricati di mettere le foglie di fico sulle vergogne della politica. Eppure, il servizio del Tg3 di ieri ci ha portato per la prima volta anche tra gli abitanti delle famigerate new town, tristi caseggiati costruiti tra gli sterpi, con grande spreco di territorio e grandi affari per i soliti noti.
E tutti possiamo ricordare le sfilate e le sconce battute di Berlusconi, che fece della città distrutta dal terremoto (e da speculazioni omicide) il set di una campagna di propaganda alla quale si associarono allegramente anche altri ministri, tra i quali la bella Carfagna.
Così come tutti possiamo ricordare le ruberie e gli squallidi mercimoni (anche sessuali) emersi sotto il cappello di una protezione civile «privatizzata» a uso affaristico. Tutte cose che hanno caratterizzato il regime berlusconiano al momento del suo massimo schifo, che, anche se qualcuno vuol farlo credere, non è consistito nelle porcherie private del capo, denunciate dalla moglie al Paese e alla legge.
Sono infatti moltissimi i campi in cui Berlusconi e i suoi governi hanno provocato danni indelebili. Ed è questo che lo ha reso impresentabile in patria e di fronte al resto del mondo, anche se molti (qualcuno anche all’interno del Pd) sembrano dimenticarlo, sostenendo che, proprio per uscire dai guai che Berlusconi ha provocato, non si possa fare a meno di collaborare con lui. Come vorrebbe pure Grillo, che aiuta il famigerato cav. a ripulirsi delle sue responsabilità, attribuendole anche ai soli che hanno cercato di contrastarle.
Inviato da: regalamiunsorriso200
il 21/10/2012 alle 23:07
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il 21/10/2012 alle 21:18
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il 21/10/2012 alle 17:15
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il 01/10/2012 alle 15:06
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il 01/10/2012 alle 15:04