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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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Anna di Bologna

Post n°461 pubblicato il 17 Novembre 2009 da librodade

Ciao Veronica, mi chiamo Anna, ho appena ultimato il tuo secondo libro. 
A differenza del tuo primo libro, che ho letto tutto di un fiato, con questo sto facendo
varie pause, mi provoca troppo dolore.
Forse un dolore che devo sentire e che troppo spesso non mi sono concessa di provare.
 
Provo a raccontarti qualcosa di me, anche se mi viene piuttosto difficile.
 
La mia storia è molto simile alla tua e a quella delle tante, troppe, donne che ti scrivono.
Diagnosi fatta con assoluto ritardo, endometriosi al IV stadio, 2 FIVET andate male e vari interventi di cui uno per salvare il rene destro compromesso per stenosi dell' uretere.
 
Il mio calvario è iniziato nel 2003, anno memorabile in tutti i sensi, nel bene e nel male.
Io e mio marito ci siamo sposati ad Aprile e a dicembre mi hanno diagnosticato l' endometriosi.
 
Direi che come donna non mi sono fatta mancare nulla, la vita mi ha dato una grande gioia che è quella di avere al mio fianco un uomo meraviglioso,  ma allo stessa tempo ci ha messo a dura prova, per noi il non potere avere figli è un gran dolore.
 
Mio marito ha una splendida figlia avuta da una precendente convivenza, alla quale io sono molto legata. L'ho conosciuta quando aveva 5 anni, era una bellissima bambina ed ora è una bellissima ragazza.
Per  noi 3 sarebbe stato stupendo mettere al mondo un bambino che potesse rappresentare l'anello di unione fisica  fra noi tre.
Purtroppo pare non voglia arrivare.
 
Pensavamo di esserci rassegnati all' idea di avere un figlio.
Per non pensare alla patologia, ma soprattutto per non sentirmi una malata cronica, negli ultimi anni mi sono data un gran da fare.
Nel 2005 mi sono iscritta ad un corso di laurea in Economia a svolgimento serale,
quindi di giorno lavoravo e di sera studiavo.
Lo scorso anno mi sono laureata e quest'anno ho passato l'esame di stato come consulente del lavoro.
Oggi sono una libera professionista, ho realizzato uno dei miei sogni ma purtroppo non mi sento ancora felice.
 
Abbiamo deciso di fare un ultimo tentativo, con l' aiuto di una nostra
cara amica, ci siamo messi in contatto con una clinica a Barcellona.
Stiamo aspettando che ci fissino una prima visita.
 
Non vogliamo un giorno guardare indietro ed avere la sensazione di non averefatto di tutto per realizzare il nostro sogno.
 
Rispetto a tante altre persone noi ci riteniamo delle persone estremamente fortunate,ci amiamo e rispettiamo ogni giorno di più, il desiderio di essere genitori insieme  però è troppo forte per noi.
 
Mi farebbe molto piacere conoscerti.
Se un giorno ti capitasse di essere a Bologna
per qualche convegno o presentazione avrei piacere di incontrarti.
 
Per ora ti ringrazio per avermi dato la possibilità di analizzarmi attraverso il tuo libro.
Forse avevo bisogno di piangere tutte le lacrime che non mi sono concessa per paura di essere un peso ma soprattutto per non creare troppa tristezza a mio marito.
 
Con stima
Anna  
Ps: Se per l'associazione ti dovesse servire un aiuto mi rendo disponibile

Carissima Anna, grazie per le tue parole.  Non sei la sola ad aver letto Condividendo a piccole dosi e sono contenta se questo libro ti ha permesso di riflettere sulla malattia.
Credo che serva molto imparare a conviverci (=viverci con), perché accettarla, accettarla come parte di noi e di conseguenza prenderci cura del nostro “punto debole” aiuta a prendere consapevolezza, a volerci più bene.
Sono assolutamente convinta che le creatività delle donne debbano avere sbocco in ogni situazione.
Nella maternità quando è possibile, ma anche in mille altre “passioni” … perché come è riportato in Condivid-endo, quando ci si mettono le donne, sono in grado di muovere le montagne.
I miei complimenti quindi per essere riuscita a lavorare e nello stesso tempo a studiare!
Fai bene a non abbandonare l’idea di diventare madre, e ti auguro con tutto il cuore di riuscirci.
Ti avviserò sicuramente se organizzeremo qualcosa su Bologna.

All’associazione di aiuto ne serve sempre … posso mandarti se vuoi dei volantini, che potrai lasciare nelle sale d’aspetto del tuo dottore e del tuo ginecologo alla prima occasione.

Già questo è un grande aiuto, perché se un volantino andrà nelle mani di una donna che sono anni che si sente dire che “ è normale avere dolori” … ti sarà riconoscente per sempre.

Un grande bacione
Vero

 
 
 
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