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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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Antonella ... 1° parte

Post n°142 pubblicato il 09 Aprile 2008 da librodade

Mi chiamo Antonella e in  Agosto compirò 40 anni.

Vi riassumo nella maniera piu’ sintetica possibile i miei 13 anni di battaglia contro l'endometriosi, anticipandovi che finora l'ho vinta io e la mia vittoria si chiama Irene ed ha 4 anni e mezzo!

Ho scoperto che esiste questa maledetta malattia nel marzo 1990 dopo che, del tutto asintomaticamente, mi ha inghiottito ovaio dx, tuba dx e appendice con una ciste di cm 9x9. Allora ci voleva tutta che conoscessi la parola ginecologia, quando mi ricoverarono d'urgenza per una fitta pazzesca al basso ventre che mi paralizzò le gambe e la voce, figuratevi se conoscevo la parola endometriosi quando me la pronunciarono al risveglio dall’intervento.

Ma con il passare degli anni e la "cultura" che mi sono fatta in merito, ringrazio Dio di esser capitata sotto le mani di quel primario che mi operò, che già tanti anni fa ne conosceva l’esistenza e la gravità.

Mi fece un bel taglio DA BIKINI, come mi disse lui, ma a me non importava, avrei messo anche il costume intero se era il caso, l'importante per me era uscire dall'ospedale e tornare al mio lavoro, al mio fidanzato, alla mia moto....Mi consigliò dopo la terapia di fare un figlio entro tre mesi.. Ma siamo matti? Per me fare un figlio per cura sembrava una pazzia, e poi mi dovevo ancora sposare…per il momento non se ne parla nemmeno……(ma forse non sarebbe mai arrivato…  )

Subito 10 mesi di Danatrol massacranti soprattutto per lo stomaco, il matrimonio nel settembre 1991 e già durante il viaggio di nozze iniziano dolori e "bruciori" addominali che non mi lasceranno MAI piu'.

E inizia la stitichezza anche se a periodi brevi.

Il mio medico/ginecologo di allora (non quello che mi operò) mi diceva che era l'ovaio residuo molto stanco e cercava di farmi stare bene con antibiotici (senza mai fare esami diceva che l'intestino diventato pigro poteva portare infiammazioni!) e antinfiammatori.

Gravidanza neppure l'ombra.

Nel 1996 stufa di ascoltarlo, oltrettutto è cugino di mia mamma e gli dò fiducia perchè penso che non mi prenda in giro, vado a fare un'eco privatamente e mi trovano una ciste di 6 cm sull'ovaio sinistro. Sapete cosa mi rispose quando furibonda gli portai l'ecografia? -"Devi cercare di salvarlo a tutti i costi!"

Detto fatto, per prima cosa cambio ginecologo e grazie a Dio lo salvo perchè non si tratta di  endometriosi ma di una ciste sierosa funzionale.

Si ricomincia a cercare la gravidanza ma senza risultati. Ci rivolgiamo ad un centro  infertilità che fa operare mio marito di varicocele, gli avevano trovato il numero di spermatozoi leggermente sotto il minimo richiesto. Mi dicono che per fare tecniche di riproduzione è meglio averli perfetti. Viene operato nel novembre 1997.....operato però male perchè da quel giorno ha dolore ai testicoli ogni qualvolta solleva un peso, ma quel che è peggio gli crollano sempre piu' quantità e qualità del liquido seminale.

Dio li fa e poi li accoppia!

Messi così male, cambiamo centro di cura della sterilità e durante una isterosalpingografia mi viene diagnosticato un setto uterino praticamente lungo quasi tutto l'utero. Con questo "muro" era impossibile che gli spermatozoi riuscissero ad arrivare a fecondare l'ovulo, ma in Liguria non esiste centro e neppure lo strumento. il resettoscopio, per poterlo eliminare o almeno ridurre.

Possibile che ogni volta che sento che finalmente la porta giusta si sta per aprire, mi viene subito sbattuta in faccia?

Però ho sempre pensato di essere fortunata perché ogni volta ho sempre poi trovato il rimedio per superare anche quel nuovo ostacolo, e soprattutto continuo ad avere un ovaio e una tuba sana, non è poco!

Siamo nel 1998 e io di internet non ne so ancora nulla, ma mi attacco ad ogni mezzo possibile, chiamo tutti i migliori centri ginecologici del nord Italia e grazie ad una rivista femminile riesco ad arrivare al Policlinico BorgoRoma di  Verona dove questo setto uterino mi viene rimosso con molta facilità.

Un altro scalino è superato ma i dolori addominali riappaiono e soprattutto aumentano i problemi intestinali: o non vado di corpo per 5/6 giorni o vado 20 volte in 2 ore. Lavoro in una fabbrica di confezioni materiale subacqueo, quindi vi lascio immaginare come sto, ma non ho mai fatto un giorno di assenza per malattia.

Nel 1999 iniziamo gli esami in vista delle inseminazioni artificiali perchè intanto secondo i medici di questo centro ligure gli interventi passati, e le conseguenti fitte 

aderenze sono la causa di questi dolori che, anzi, mi dicono, sicuramente aumenteranno con le stimolazioni ovariche. Ci danno uno striminzito 8% di probabilità di concepire, ma mai e poi mai vorrei arrivare un giorno a dire –“Chissà se avessimo tentato!”

Non vi dico quante volte sono arrivata in Ospedale, o per il protocollo terapeutico o proprio per l'inseminazione stessa, letteralmente piegata in due. Secondo loro era normale (ma perché le altre stavano benissimo?)e non mi hanno mai neppure fatto un'eco o consigliato di farla. Ma io me la faccio privatamente da un nuovo ennesimo ginecologo specializzato in sterilità che mi dice che ginecologicamente è tutto a posto, probabilmente il problema è intestinale.

Non sto a raccontarvi gli stati d'animo, le speranze, le delusioni durante queste 5 inseminazioni.

Chi c'è passato sicuramente le ha provate identiche a me, spero che ugualmente a me le abbia affrontate senza mai drammaticizzare e prendendo con serenità e soprattutto in coppia ogni momento difficile e psicologicamente pesante che il tortuoso tunnel della procreazione assistita comporta.

Siamo nel 2000, tutte vane le 5 inseminazioni artificiali, le sospendiamo perchè intanto dopo 2 anni di lista d'attesa è arrivato il nostro momento: la FIVET.

L'ultima spiaggia!

Decido con mio marito di giocarmi al meglio questa ultima chance e mi licenzio.

Già, non mi sarebbe concessa mutua o l'aspettativa perchè ora ho un contratto CO.CO.CO.e per vedere se vivendo piu' rilassata riesco a stare meglio, il 30 dicembre 2000 smetto di lavorare.

Moralmente sono felice perchè ormai si avvicina questa nuova tanto attesa avventura ma un po' a terra perchè non mi sento affatto bene fisicamente, e le cose peggiorano perchè dal 3 gennaio inizio ad avere 12/13 ore di coliche addominali quotidiane, senza mai saltare un giorno. Al centro mi dicono che sono state le stimolazioni. Mi rivolgo ad un gastroenterologo che mi rivolta come un calzino, in un ospedale ligure diverso da quello dove faccio la cura contro la sterilità. Secondo lui ho l'intestino LEGATO dalle aderenze, mi toglie ogni alimento che puo' fermentare nell'intestino, mi da un cura per la colite e io sto sempre peggio mentre lui dalle varie colonscopie che mi fa ogni 20 gg dice che l'intestino è meno infiammato.

Rinuncio alla FIVET e mi faccio mettere nuovamente in fondo alla lista…altri 2 anni d’attesa, ma in queste condizioni è da pazzi pensare di affrontare una gravidanza. Vado a ritirare però l’ultimo spermiogramma di mio marito fatto proprio in previsione della fecondazione e la biologa mi dice sconsolata che peggio di così non lo ha mai visto. Ha solo il 10% di spermatozoi vivi ma tutti deformati o nella  testa o nella coda, nello sconforto mi consola però pensare che son tutti segnali che il Signore mi manda  per farmi rassegnare, soprattutto mi sta mandando la mia seconda nipotina, fare la zia è il piu’ bel “mestiere” che si possa fare, e tra veri e finti ho una decina di nipotini che mi adorano!!!

Nel maggio 2001, ormai sfinita,mi rivolgo ad un oncologo chiedendogli in ginocchio di trovarmi cosa ho, infiammazione o polipo o tumore, a me va bene tutto basta sapere perchè sto tanto male. Ascolta esterrefatto la mia storia. Non posso stare 13 ore al giorno in bagno, le prime 5 o 6 senza fare nulla, solo dolore. Poi il dolore è talmente forte che inizio a vomitare e finalmente anche un poco ad andare di corpo. Verso le 18 inizio a stare meglio ma so già che l'indomani è uguale.

Sono molto mattiniera e ogni mattina mi sveglio alle 6, prima di scendere dal letto mi faccio quotidianamente un mega clistere di quelli tipo preoperatori per aiutare un po’…ma non serve a nulla, poi esco subito per portare a fare una passeggiata la cagnolona che ho appena preso nel canile, (mia grande compagna di giorni e giorni passati tra letto e divano), prima che la tortura inizi, mezz’ora dopo che sono in piedi, noi siamo già di ritorno…….in bagno!

Ma che vita é?

Ormai non mangio quasi piu' nulla per non aggravare i dolori e i conati di vomito,.

 Mi visita con molta calma e mi prescrive una tac urgentissima,  il risultato è che ho un intreccio tale nell'addome che il responsabile TAC gli ha telefonato alle 23 a casa per sapere come potevo (soprav)vivere in quel modo.

Mi ricovera almeno due giorni per burocrazia, prima di farmi operare chiedo di sapere se è piu' un problema intestinale o piu' ginecologico perchè nel secondo caso avrei preferito operarmi altrove. Il motivo?

Tanto perchè ormai non mi fido piu' di nessuno, nel reparto dove lavora questo bravo oncologo c'è un primario che non dico cosa dovrebbe fare di mestiere per non offendere nessuno, mi vuole aprire senza neanche mettermi una mano sulla pancia e senza neppure guardare un foglio della mia lunghissima anamnesi.

Firmo ed esco da quel reparto.

Segue ...

 
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