Il Libro di SabbiaLibri e dintorni... |
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FRASI SPARSE.
«Per sopravvivere agli assalti degli atei come dei veri credenti mi sono tenuto nascosto nelle biblioteche, tra pile di volumi pieni di polvere, per nutrirmi di miti e cimiteriali leggende. Ho fatto festini di panico e terrore di cavalli imbizzarriti, di cani latranti, di gatti impazziti... briciole scosse da lapidi tombali. Col passare degli anni, i miei compatrioti del mondo invisibile svanirono uno a uno, mentre i castelli crollavano o i nobili affittavano i loro giardini visitati dagli spiriti a club femminili o a tenutari di tavole calde con alloggio. Privati delle nostre dimore, noi, spettrali errabondi dell'universo, siamo sprofondati nel catrame, nelle latrine, in sfere di incredulità, di dubbio, di mortificazione, o di assoluta derisione.»
Ray Bradbury, Sull'Orient, direzione nord.
FRASI SPARSE
«… nella carrozza entrò un uomo che cominciò a suonare un violino che sembrava fatto con una vecchia scatola di lucido da scarpe e, nonostante io non abbia proprio senso musicale, quei suoni mi colmarono delle più strane emozioni. Mi pareva di udire una voce di lamento provenire dall’Età dell’Oro. Mi diceva che noi siamo imperfetti, incompleti, non più simili ad una bella tela intessuta, ma piuttosto come un fascio di corde annodate insieme e gettate in un angolo. Diceva che il mondo era un tempo interamente perfetto e generoso e che quel mondo perfetto e generoso esisteva ancora, ma sepolto come un cumulo di rose sotto tante palate di terra. Gli esseri fatati e i più innocenti tra gli spiriti vi avevano dimora e si dolevano del nostro mondo caduto nel lamento delle canne mosse dal vento, nel canto degli uccelli, nel gemito delle onde e nel soave pianto del violino. Diceva che presso di noi i belli non hanno senno e gli assennati non sono belli e che i nostri momenti migliori sono offuscati da qualche volgarità, o dalla trafittura di un triste ricordo, e che il violino deve rinnovarne sempre il lamento. Diceva che soltanto se coloro che vivono nell’Età dell’Oro potessero morire per noi sarebbe possibile essere felici perché quelle voci tristi si acquieterebbero, ma loro debbono cantare e noi lacrimare finché le porte eterne non si spalancheranno.»
William Butler Yeats, Il crepuscolo celtico.
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Conferenza: gli eretici di Modena.
Post n°50 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da CarloBajaGuarienti
Martedì 20 Gennaio 2009 ore 17 presso l’Accademia di Scienze, Lettere e Arti prof. Marco Cattini, dott. Matteo Al Kalak Conferenza e presentazione del volume Gli eretici di Modena, Milano, Mursia, 2008 INVITO informazioni : Accademia di Scienze, Lettere ed Arti
Durante l'incontro verranno presentati in forma di dibattito i molteplici profili di una città che nel corso del Cinquecento si trovò al centro di importanti trasformazioni. Verranno posti in luce la presenza di focolai di discussione religiosa e culturale, la repressione predisposta dall'Inquisizione romana e i vistosi mutamenti nell'assetto socio-politico della città e del suo governo. Durante l'incontro, aperto alle domande del pubblico, sarà presentato il libro di M. Al Kalak, Gli eretici di Modena. Fede e potere alla metà del Cinquecento. |
Inviato da: puzzle bubble
il 09/05/2012 alle 22:23
Inviato da: Davide
il 01/06/2010 alle 06:44
Inviato da: mondi
il 21/06/2009 alle 15:49
Inviato da: CarloBajaGuarienti
il 20/04/2009 alle 10:33
Inviato da: giane
il 09/04/2009 alle 00:26