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Draghi: "Serve visione più chiara dell'euro"
Bruxelles, 31 mag. (Adnkronos/Aki/Ign) - "Anche se non sono allo stesso livello del novembre 2009", ci sono ancora "incertezza" e "sfide fondamentali" da affrontare, in particolare quella di "limitare il contagio" tra i Paesi. Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, davanti alla commissione affari economici dell'Europarlamento a Bruxelles.
"Dopo un periodo di stabilizzazione all'inizio dell'anno, sono riemersi recentemente episodi di volatilit e incertezza", ha spiegato Draghi presentando il primo rapporto dell'Autorit europea per il rischio sistemico (Esrb). Le "sfide fondamentali per il sistema" che devono essere affrontate, ha enunciato il presidente della Bce, sono in particolare "limitare il rischio di contagio tra gli stati membri", poi "promuovere strategie macroeconomiche che insieme al consolidamento di bilancio promuovano crescita e occupazione", e infine "mettere in atto gli aggiustamenti necessari per affrontare gli squilibri macroeconomici e di competitivit " tra i diversi paesi Ue.
"Affrontare queste sfide con determinazione e in modo sostenibile", ha sottolineato il presidente dello European Systemic Risk Board davanti alla commissione affari economici e monetari dell'Europarlamento a Bruxelles, è il "prerequisito per accrescere la resistenza del sistema finanziario".
Per uscire dalla crisi e calmare i mercati serve infatti una direzione precisa da seguire per il futuro. E secondo il numero uno della Bce, occorre "specificare il prima possibile" la "visione per il futuro dell'euro" e togliere l'incertezza, perché solo in questo modo si "ridurr lo spread" e i "rischi di contagio".
"Qual è la visione che avete voi dell'euro?" ha domandato Draghi sollecitando i leader dell'Eurozona a specificare questo quanto prima. "In passato si era stabilito un percorso chiaro, ora dobbiamo fare la stessa cosa stabilendo il punto fondamentale di arrivo e le tappe per arrivarci", ha detto il presidente dello European Systemic Risk Board, che ha di nuovo paragonato la situazione attuale a quella di "chi deve passare il guado e si trova in mezzo al fiume dove ci sono le correnti, e continua a lottare ma non vede l'altra sponda perché c'è la nebbia".
"Resteranno le correnti, ma dobbiamo almeno eliminare questa nebbia", ha incitato il presidente della Bce, evidenziando che solo così facendo "si ridurr lo spread sovrano e si arriver alla riduzione dei rischi sistemici".
Draghi rilancia poi l'unione bancaria. Il momento attuale, ha spiegato Draghi, è paragonabile "al 1992", quando la Danimarca con il referendum dall'esito negativo sul Trattato di Maastricht aveva "messo in dubbio l'intero percorso". "Oggi ho l'impressione che ci troviamo ad un bivio simile", ha sottolineato il numero uno dell'Eurotower, per uscire dal quale occorre "dare una visione" e tracciare un percorso di marcia. E "il primo passo è avviarsi verso quella che alcuni hanno chiamato 'Unione bancaria europea'", ha detto il presidente della Bce rilanciando l'idea messa in luce ieri dal presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso.
Questo sistema, ha specificato Draghi si dovr basare su "tre pilastri", ovvero, un "regime comune di garanzie sui depositi", la creazione di un "fondo di risoluzione" per le banche sistemiche e una "maggiore centralizzazione della sorveglianza bancaria".
E proprio soffermandosi sulle banche, Draghi ha evidenziato che serve "mettere in atto un meccanismo credibile" per la ricapitalizzazione delle banche. Per gli istituti di credito in difficolt "si sta cercando il modo" per usare il fondo salva-Stati. Occorre anche "migliorare il sistema di risoluzione delle banche" e, quindi, anche la "vigilanza" sul sistema che deve essere "ulteriormente centralizzata", nonostante i "grandi progressi gi fatti" su questi fronti, ha continuato Draghi.
"L'Ersb ha invitato le autorit europee e quelle nazionali di supervisione a esercitare in modo collettivo" la sorveglianza, in quanto, ha aggiunto il presidente della Bce a Bruxelles, è "vitale sviluppare un quadro macroprudenziale tra l'Ue nel suo insieme e i singoli stati membri", con reali "strumenti per agire per tempo" se necessario e "prevenire la creazione di rischi sistemici in futuro".
Il caso di Bankia oggi, come in passato quello di Dexia, dimostra che "ogni volta che dobbiamo affrontare un'esigenza drammatica di ricapitalizzazione, i governi e le autorit di vigilanza in prima battuta sottovalutano le dimensioni" del problema, cosa che porta a una risoluzione del problema "al costo più alto possibile".
La Bce "ha fatto molto e in tempi molto brevi" per "mitigare" la crisi di liquidit delle banche, ma "non può fare di più per eliminare le cause della mancanza di credito", ha ancora detto Draghi facendo osservare che "la Bce continuer a dare prestiti" solo a "tutte quelle banche che sono solventi".
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