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Il Razzismo

Post n°403 pubblicato il 23 Aprile 2009 da lifeisnow.napoli
 

Il caso Mario Balottelli ha riaperto la questione razzismo, per chi non lo sapesse Balotelli è un giocatore di colore italiano dell'Inter insultato dai tifosi Juventini nella partita di domenica scorsa.

Il razzismo deriva dalla paura del diverso.

Quello che però mi stupisce è come determinate nazioni al mondo affrontino il razzismo e mi spiego meglio.

Teorizzando l'Italia da secoli è sempre stata una terra di dominazioni sopratutto quello che fù il regno delle due sicilie.

Turchi, Francesi, Spagnoli hanno influenzato linguaggio, cucina, tradizioni e tanto altro ancora.

Quindi si potrebbe presupporre una attitudine all'apertura mentale ma sopratutto culturale nell'accettare chi è diverso da noi.

Invece è totalmente contrario.

Da Napoli in giù ci si imbatte ancora nel preconcetto mentale di persona di colore = illegale = venditore abusivo

Eppure ci sono di persone provenienti dal continente africano che sono laureati, lavorano in aziende anche con incarichi di responsabilità.

In Germania dove attualmente vivo paradossalmente l'itegrazione ha fatto passi da gigante.

Basti pensare che fino alla seconda guerra mondiale bastava che si supponesse di appartenere ad un credo religioso differente per essere discriminato.

Oggi tutte le culture interagiscono tra di loro, ovviamente anche con alcuni problemi.

In Germania, come anche in altre nazioni europee, ci si ritrova a stretto contatto con mussulmani, ebrei, ortodossi, protestanti.

Oppure è ancora più semplice avere amicizie di orientamento sessuale differente dal proprio.

Provate a guardarvi intorno a Napoli o Roma e cercate due uomini o due donne che si baciano pubblicamente.

Un impresa, a Francoforte potete trovare una coppia omosessuale passeggiare sulla sponda del fiume intenta in effusioni d'amore.

Io il razzismo non riesco proprio a concepirlo anche se ammetto che per una categoria di persone mantengo un certo riservo.

Chi?

Tutte quelle donne che (costrette o liberamente) portano il burqa.

Considero che sia una violenza contro la donna perchè non le permette di essere una persona tra le persone e poi ne faccio anche una questione di ordine pubblico.

Comunque anche se non condivido mi trovo nella condizione di rispetto.

Il razzismo non presuppone ne la condivisione ne il rispetto, è solo odio allo stato puro.

Una società dominata dal razzismo fino a mezzo secolo fa è risucita a fare dell'integrazione una sua priorità mentre l'Italia per questo argomento sembra lontana decenni.

Si considerano dei casi sporadici quegli italiani di colore come possono essere il giocatore dell'inter Balottelli oppure Santacroce.

Ma in realtà non è così, ci troviamo sempre più spesso in Italia a coppie miste culturalmente.

Probabilmente fra 2-3 generazioni ci sarà una integrazione totale ma nel frattempo non dovremmo allenarci a comprendere le diversità.

Ciò che ci fa paura lo respingiamo per principio, ma non sempre questo principio è giusto sopratautto quando si parla di persone.

Bisognerebbe cominiciare a pensare all'individuo prima ancora del gruppo etnico a cui appartiene.

Es: Sai ho un amico, è un rompi palle sul lavoro però quando ci incontriamo per una birra è piacevole stare con lui. Gioca bene a pallone anche se in difesa propio non ci sa stare.

E' necessario dire: è di colore, oppure è cinese, oppure è ROM.

Io non ho mai sentito una persona dire: sai ho un amico, bianco, che lavora con me in ufficio.

E' più facile sentire: Ho un collega di lavoro, di colore.

Le parole sono importanti, cominciamo ad utilizzare in molti casi le parole giuste e poi le cose verranno da sole.

 

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