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Post n°51 pubblicato il 16 Marzo 2007 da lifeisnow.napoli
Ad Acerra, comune nel quale adesso abito, da anni c’è una questione che di tanto in tanto arriva ad occupare le attenzioni delle cronache nazionali e si tratta del termovalorizzatore. Serve ma nessuno lo vuole, come mai? Chiariamo una cosa, è indubbio che una struttura del genere porti inquinamento ambientale ma ne porterebbe ancora di più tenere i rifiuti per mesi e mesi in strada. L’emergenza rifiuti è sempre stata un problema a Napoli e in tutta la sua provincia, fino al punto che abbiamo dovuto esportare i nostri rifiuti in Germania per farli smaltire. Una nuova forma di immigrazione, oltre alle persone del sud Italia emigra anche la monnezza. Ma non è questo il punto. Partiamo da un presupposto, lo smaltimento dei rifiuti potrebbe essere fatto in modo coerente e produttivo se ovunque si applicasse la raccolta differenziata ma nel Napoletano non siamo ancora pronti. Prima di tutto ci dovrebbe essere un educazione alla raccolta differenziata e purtroppo non c’è neanche un educazione a gettare i rifiuti. Quante volte ci si ritrova a spettacoli del tipo: Un frigorifero o un televisore buttato vicino ad un cassonetto della spazzatura? Oppure invito a fare un statistica, su 100 nuclei di rifiuti buttati quanti sono in sacchetti appositi e quanti in buste del supermercato? I comuni ci fanno pagare la “tassa sulla spazzatura” che serve a coprire le spese per la raccolta e smaltimento, mi chiedo ma nel servizio non rientra anche la fornitura di sacchetti? Mi ricordo quando la spazzatura venivano a prenderla a domicilio, erano altri tempi. Si stava meglio quando si stava peggio diceva mio nonno. Comunque il termovalorizzatore servirebbe a smaltire una bella quantità di spazzatura che oggi giace in aree di stoccaggio sature in attesa di destinazione oppure che nel peggiore delle situazioni rimane per le strade settimane intere a rischio di problemi di salute. Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti (il capo della protezione civile) Guido Bertolaso si è quasi arreso non una situazione insostenibile che richiede un impiego di mezzi e capitali che non ci sono. Ovvero, i mezzi ci sono e i capitali sono finiti nelle tasche degli amici degli amici. Nessuno vuole il termovalorizzatore, bene e dei rifiuti che abbondano per le strade che ne facciamo? Il risultato della protesta degli abitanti è stata il blocco di strade statali, arterie indispensabili alla viabilità da e per Napoli, e alla linea ferroviaria Napoli – Caserta. Ma siamo sicuri che la protesta è ambientale? E’ possibile che invece si son promessi posti di lavoro che poi non sono stati dati. Una cosa è sicura, l’emergenza c’è e le misure per arginare questa emergenza non ci sono. |
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