Creato da lifeisnow.napoli il 23/11/2006

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Il Jazz

Una sera di qualche anno fa, forse una decina, un amico mi disse: “ti và di andare in un localino che fa della musica Jazz?”

Io risposi. “Perché NO!!!” Infondo non mi sono mai precluso a nuove esperienze soprattutto di natura musicale.

Cosa conoscevo del Jazz? Poco, i classici e poi di sicuro ricordavo che mio zio era un grande appassionato e nell’eventualità per qualsiasi informazione avrei potuto attingere a lui.

Un tavolo per 4 prenotato non poco distante dal piccolo palco che ospita 3 musicisti.

Un pianoforte a coda, una batteria e un contrabbasso. Il locale era molto piccolo e i tavolini lo erano ancora di più.

Arrivammo che gli artisti erano sul palco e stavano accordando gli strumenti, con il tempo ho capito che il concerto inizia in quel momento.

Un po’ come in una sinfonia di musica classica, l’orchestra si comincia a fare sentire per catturare l’attenzione e poi si comincia.

Fu così, il tempo di entrare ed ordinare una birra e qualche salatino e la musica parte.

Mi aspettavo di sentire dei classici del Jazz ma quel trio che per me rimane il trio mi fece viaggiare con delle melodie che mi facevano sentire come una barca trasportata dalla corrente.

Non una parola echeggiava nell’aria, non sentivo persone che chiacchieravano ma sentivo solo la musica da altoparlanti troppo grossi per stare in quegli angoli.

All’inizio la musica sembrava assordante ma poi non so cosa accadde, se il mio orecchio si adattò oppure il volume diminuii.

Quando arriva l’apice di un brano che viene seguito da qualche secondo suoni più pacati il pubblico come se fosse stato una cosa sola applaudiva  con tutta la forza che aveva e gridava “BRAVI!!!”

Tutta questa magia ha la durata di un ora e mezza, dalla prima volta ne rimasi affascinato.

All’epoca si poteva anche fumare, non nascondo che la maggior parte delle volte si usciva con i vestiti impregnati di fumo e con gli occhi rossi ma quella melodia era in grado di rilassarti e allo stesso tempo darti la carica.

Ascoltare un cd Jazz è molto bello ma alcune volte la componente visiva è importante, ricordo che il pianista arrivò ad essere tutt’uno con il suo strumento un po’ come se ci fosse una simbiosi e poi notai gli sguardi incrociati fra batterista, pianista e contrabbassista.

Era un modo per parlarsi se parole, come a dire: “Dopo questo giro d’accordi passiamo a quell’altro con 2 semi toni più alti”

Un linguaggio incomprensibile all’ora come adesso per me ma lo do per buono, mi fido perché loro sono i musicisti e io l’ascoltatore.

Da quella sera di tanti anni fa per un po’ di tempo ho frequentato quel locale nel centro di Napoli assiduamente, alcune volte anche 2 volte a settimana.

Un forte impegno economico ma con il senno di poi posso affermare che ne valeva la pena.

Ormai mi conoscevano e sapevano anche quando sarei venuto, anche senza prenotazione. In un locale del genere dopo la seconda volta conosci tutti.

Conosci gli artisti con i quali ti soffermi a parlare una decina di minuti alla fine del concerto, conosci chi ti serve al tavolo, conosci il barista che ormai ha capito che cosa vuoi da bere e ti conosce il proprietario che è sempre alla porta un po’ come un selezionatore e prima di entrare ci scambi quattro chiacchiere per sapere come sarà la serata.

Il barista poi ha un ruolo supplementare, se ti fermi dopo il concerto a parlare con lui diventa il tuo confessore.

Un misto tra il prete e il migliore amico, gli dici tutto. Forse la magia è del bancone alto di legno.

Persino il parcheggiatore abusivo fuori al locale diventa un tuo amico, sebbene abbia sempre odiato questa categoria.  I soldi se li merita tutti.

Non c’è il posto per la macchina? Lui te la fa parcheggiare in seconda fila, quando esce il posto la parcheggia lui e ti riporta le chiavi.

Serate del genere mi riconciliavano con me stesso, nel senso che pensavo che il mondo posso ancora un posto bello in cui vivere per la magia di alcune situazioni.

Passano gli anni, gli amici cambiano, nuovi amori entrano nella vita e le priorità cambiano.

I soldi diventano sempre meno e li si utilizzano per le cose concrete e non per gli sfizi, ed è giusto che sia così.

In ogni momento della vita vanno fatte determinate cose.

Oggi vivo con il mio amore nel nostro angolo di paradiso anche se alcune volte vorrei il trio di quella sera di anni fa suonare per noi nel living o nel soggiorno tanto non avrebbero problemi a piazzare i loro strumenti abituati a spazi molto stretti.

Vedere nuovamente il pianista essere tutt’uno con il piano che guarda il batterista come a sincronizzarsi con lui. Il contrabbassista? Nell’angolo a destra che raccoglie lo sguardo del batterista.

Il Jazz è un genere particolare, piace o non piace. Ognuno di noi nella vita ha ascoltato un pezzo Jazz e gli è piaciuto ma poi non ha mai acquistato un cd neanche pezzottato perché considera quel genere non di totale gradimento.

Il Jazz è Il Jazz basta ha una magia, poi c’è chi crede nella magia e chi no. La magia è illusione, come anche la musica, ti illude, come l’arte in genere, di trasportarti per un breve periodo, da 5 minuti a ore, in un altro universo più gradevole.

Il trio lo ricordo bene, come ricordo i nomi di altri artisti che ho sentito in quegli anni di cui ogni tanto cerco notizie sul web.

Il trio era composto da: Francesco Nastro (Piano) Aldo Vigorito (Contrabbasso) Peppe Lapusata (Batteria)

La direzione artistica era di Fabio Scopino.

 

Oggi Fabio lo si può trovare al Noir a Vico Acitillo, 58 adiacente allo Stadio Collana al Vomero dove cura la direzione artistica e continua con alcuni degli artisti che ho conosciuto.

 

Come quella volta che Jamie Dolce, chitarrista di New York mi incantò con i suoni provenienti da Sohoo e il Village.

Qualche tempo dopo ritrovai quei suoni in quei locali della big apple, e capì che la magia forse era nella mia predisposizione ad ascoltare quella musica.

Doveroso render merito anche ad Arturo, amico di Fabio che si occupava della sala che mi ha fatto conoscere quello che è diventato il mio cocktail preferito: Il Margatita.

Come lo bevevo in quel locale l’ho bevuto solo in riva ad una spiaggia greca, ma quella è un'altra magia.

Grazie

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Commenti al Post:
Melli_86
Melli_86 il 11/05/07 alle 15:36 via WEB
è musica ke mi rilassa.... kisss
 
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