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Viaggio in Polonia, dzień 9

Post n°1176 pubblicato il 12 Settembre 2013 da lightdew
 

 

 

 

Estate 2013 
POLONIA
: racconto di un viaggio in camper

9 giorno, 18 agosto 2013

Varsavia

 

 

dal web

 

 


Lasciamo a malincuore quel paradiso e seguiamo il percorso a fianco alla Vistola fino a Varsavia. Le indicazioni trovate sul web ci portano direttamente in un posteggio centrale, libero nei giorni festivi, ed essendo domenica non paghiamo nulla. Siamo davanti al teatro Wielki (GPS 52.24399-N 21.00945-E); lasciamo il camper e ci dirigiamo in centro. La storia di Varsavia ci porta a guardare tutto con occhi diversi: il passato, la rivoluzione, il papa e la storia d'amore tra Napoleone e Maria: la forza e la mitologia delle sirene, aleggiano in ogni luogo. La città brulica di persone e anche il più povero appare distinto. Il popolo polacco continua a stupirmi per la sua civiltà, pulizia ed ordine. In piazza un'autobotte distribuisce acqua fresca alla popolazione mentre mi ritornano in mente le battute di Camillo quando raccontava che per loro a  Cracovia quest'anno fa troppo caldo. Avrei voluto vederli da noi in quest'estate torrida, del resto neppure noi potremmo resistere ai loro meno ventisette gradi invernali.
Un sacco di artisti di strada propongono ogni sorta di attrazione; cediamo ad una scimmietta che sale sulla spalla di mia figlia. Eli appare estremamente disinvolta e mi chiede di farle una foto da mostrare ad amici e parenti. Fotografandola noto denti aguzzi nell'animaletto e maschero la mia apprensione finché non scende dalla sua spalla.
Passeggiando per il centro scopriamo negozi di antiquariato con oggetti davvero interessanti e con prezzi ancora accessibili. Una fontana permette ai bimbi, ed anche agli adulti che mantengono vivo dentro di loro il bambino, di bagnarsi giocando con l'acqua; un cane diverte tutti fermandosi proprio sotto gli spruzzi. In una chiesa qualcuno suona l'organo: entriamo ad ascoltare e ci sediamo sulle panche vicino agli altri abitanti di questa capitale. In un bar e trovo la connessione gratuita previa registrazione, e riesco a navigare un pochino, quel tanto che basta per riuscire a mandare due saluti.
Questa capitale, come altre città polacche, ungheresi ed europee, è stata minuziosamente ricostruita dopo la distruzione della Seconda  Guerra Mondiale, e questa volontà di ricordare un passato con forza e dedizione le dona un' energia di grande rispetto.
Siamo ancora nel pieno pomeriggio e decidiamo di avvantaggiarci un po' di strada per il giorno dopo. Ci dirigiamo dunque verso la prossima tappa: non riusciamo a raggiungerla, ma ci fermiamo a neppure un'ora dall'arrivo, a lato della strada principale nel piazzale davanti la chiesa di un paese, sotto le braccia della statua di Woytila che ci proteggerà per tutta la notte.

 

 

 


La tristezza mi ha preso .. perché? Neppure la musica oggi mi consola .. è già notte tarda, e non ho voglia di dormire; non so cosa mi manca .. ed ho già più di vent'anni

Fryderyk Chopin

 

 

 

 

foto lightdew

 

 

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dal web

Varsavia




Varsavia si è illusa tante volte nel corso del tempo, spesso è stata tradita dalla sorte, ma si è sempre ripresa, come risvegliandosi da un brutto sogno e ricominciando. Capitale della Polonia dal XVII secolo, totalmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale, la città è stata ricostruita e restaurata nelle sue forme originarie. Già alla fine degli anni '40 del secolo scorso si ricostruirono gli edifici e i quartieri storici cittadini, rispettando nei dettagli le architetture precedenti. Non fosse stata distrutta, sarebbe stata inserita fin dal 1980 nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità Unesco.  Oggi Varsavia è di nuovo in auge, meta privilegiata del turismo internazionale, anche se interessante lo è sempre stata, da molto tempo prima che i viaggiatori ne apprezzassero appieno il carattere.  Percorrendo le strade costellate di ultramoderni grattaceli a specchio, intrecciati ai sobri ed eleganti edifici dalle tinte pastello e con i tetti spioventi, si avverte nell'aria un'atmosfera frizzante data certamente non solo dal freddo, ma soprattutto dall'attrattiva esercitata dai tantissimi pub, caffetterie, locali di ritrovo, ristoranti tipici e discoteche. Le giornate non finiscono mai a Varsavia.
Una prima curiosità: Varsavia e la Polonia devono moltissimo all'Italia e alla sua arte. Fu infatti grazie al pittore veneziano Bernardo Bellotto, paesaggista alla corte di Dresda di Augusto III Elettore di Sassonia, nipote del Canaletto, di cui in seguito si fregiò anche del nome, se la capitale polacca è quella che è ora. Le vedute realizzate a Varsavia da Bellotto furono prese difatti come modello per la ricostruzione della città dopo la guerra.

Ci sono innumerevoli cose da vedere a Varsavia, solo per citarne alcune: la pittoresca Piazza dei Mercato, frequentata dagli artisti; il Castello Reale, la Cattedrale gotica di San Giovanni; la Chiesa di Santa Croce che custodisce l'urna con il cuore di Fryderyk Chopin; il Palazzo della Cultura e della Scienza; il Monumento al Milite Ignoto (dove avviene lo spettacolare cambio della guardia) e quello dedicato al famoso astronomo polacco Nicolò Copernico; al centro di Piazza Zambowy si trova il monumento più antico della città, la Colonna di Sigismondo III Vasa (1644), il re che nel 1611 dichiarò per la prima volta Varsavia capitale; il Museo Nazionale dove si trovano le opere dei maggiori pittori polacchi e rare collezioni di vetri, ceramiche, argenti e arazzi; l'Istituto di Storia Ebraica; il Museo Marie Curie e il Museo Chopin.

Varsavia è multiforme e variegata: è una delle grandi capitali europee, è sede dell' amministrazione centrale ed è il maggiore centro scientifico, culturale e  artistico della Polonia. Nelle sue 70 università pubbliche e private, nei tantissimi istituti scientifici, studiano più di 200 mila studenti. Una città ospitale, emergente, dove s'incrociano tante facce giovani nelle strade. Una città che ama il sapere, curiosa e discreta, dove sono frequentatissimi i centri artistici e culturali, il teatro dell'opera, l'operetta, l'opera da camera, la filarmonica, i 28 teatri, i 35 musei e le 60 gallerie d'arte.



Seguendo la Vistola, il fiume che attraversa Varsavia, si giunge al principesco Castello Ujazdowski, al palazzo e al parco Lazienki, dimora settecentesca dell'ultimo re della Polonia, quindi alla residenza presidenziale di Belvedere e a Wilanów, la dimora di campagna del re Giovanni II. A Zelazowa Wolla (54 km da Varsavia) si trova la villa in cui nacque Fryderyk Chopin, qui è stato allestito un museo e su richiesta, o per visite organizzate, è possibile assistere a concerti di musica del compositore. Il nuovo Museo multimediale che Varsavia ha dedicato al grande musicista è firmato da due designer italiani, Migliore e Servetto.

L'amata Polonia ha rivestito sempre un ruolo particolare nella produzione chopiniana. Già i nomi richiamavano la patria del musicista: le Mazurche, le Polacche, il Krakowiak e la Fantasia su arie polacche. Amore ricambiato dalla Polonia dove Chopin è un eroe nazionale. A lui sono state dedicate banconote, l'aeroporto di Varsavia, monumenti (famoso quello eretto nel 1926, distrutto dai nazisti dopo l'occupazione nella seconda guerra mondiale e successivamente ricostruito), vie e svariati premi. A Varsavia si trova un teatro dedicato solo ed esclusivamente alle sue composizioni. Un po' come Salisburgo con Mozart.

Varsavia, non dimentichiamolo, è una città molto romantica. Il 10 Ottobre 1765 Giacomo Casanova, che era un grande viaggiatore, oltre che un grande seduttore, ebbe un famoso duello col Conte Braniki, Gran Postoli del re Stanislao. Il duello gli procurò l'espulsione dallo Stato, dove aveva viaggiato più di sette mesi. Casanova raccolse informazioni, notizie e testimonianze che gli serviranno dieci anni dopo per scrivere la Storia delle Turbolenze della Polonia, che ancora oggi è un testo importante che racconta uno dei periodi fra i più tormentati di questo paese (oltre a  essere anche un eccezionale esempio di perizia storiografica).
Le vie del sentimento, si sa, sono infinite. Il padre di Fryderyk Chopin, Nicholas Chopin  giunse a Varsavia nel 1790 dalla Francia, per diventare il tutore della famiglia Walewska, in particolare della bambina Maria Walewska. La giovane acquisì una vasta ed approfondita cultura che spaziava dalla padronanza della lingua francese, alla conoscenza della musica, della storia e della geografia. Maria divenne una fervente patriota polacca. Era considerata una donna bellissima. Durante una delle campagne Napoleoniche, a un ballo nel 1807, proprio nella sua Varsavia, Maria conobbe l'Imperatore, al quale portò all'attenzione il dramma del suo paese, diviso e conteso dalle potenze confinanti. Nonostante l'iniziale motivo di puro interesse, Maria, che divenne l'amante di Napoleone, finì con l'innamorarsi veramente di lui, sentimento che i cronisti dell'epoca dicono fosse sinceramente ricambiato. Napoleone cercò per il resto della sua vita la presenza di Maria ogni qualvolta le guerre gli concedevano un po' di tregua. Vissero insieme, più o meno segretamente, anche per lunghi periodi: nella primavera del 1807 nel Castello di Fickenstein, a Vienna poi a Parigi, furono insieme all'Isola d'Elba nei primi giorni del settembre 1814, e infine Maria era con Napoleone il giorno che precedette la sua partenza per l'esilio definitivo sull'Isola di Sant'Elena. Dal loro amore nacque anche un figlio illegittimo: Alessandro Giuseppe Colonna, Conte Walewski nato nel maggio del 1810. Maria morì giovane, nel 1817. Il generale Ornano, che aveva sposato Maria dopo la partenza per l'esilio del condottiero corso, scrisse una lettera per informare quest'ultimo della morte della sua amata, ma la lettera ci mise molto tempo e arrivò dopo il 5 Maggio 1821, quando Napoleone era già morto.
Ci piace ricordare che a Varsavia fu girato un famoso film del 1958 di Aleksander Ford che si intitolava "L'Ottavo giorno della settimana", ma che si sarebbe anche potuto chiamare "Innamorarsi a Varsavia". Siamo nella Varsavia di fine anni Cinquanta. Piotr e Agnieszka sono due giovani innamorati alla ricerca di un posto dove stare un po' da soli e avere un po' di intimità. Entrambi non hanno una casa propria. Il film fu presentato al Festival di Venezia nel 1958. Nella Germania dell'Est, che aveva co-prodotto la pellicola, il film ebbe grandi consensi di critica. In Polonia la censura decise di non proiettare l'opera a causa dell'eccessivo realismo con cui era descritta la realtà polacca di quel periodo. Pensate che nelle sale polacche fu possibile vedere il film solo a partire dal 1983. Il film disegnava un quadro desolante degli anni '50 a Varsavia, quando dalle devastazioni della guerra si era passati alla cappa asfissiante del regime comunista polacco; al cinema nonostante il senso di tristezza, di noia, di sfiducia dei personaggi principali, il desiderio di amarsi era capace di cancellare tutte le nubi del passato e del presente, prospettando, comunque, un mondo migliore.

Ora dopo aver parlato tanto di cuore, pensiamo alla pancia, segnatevi i piatti tipici della città, vi potrà servire: chlodnik (una minestra estiva a base di barbabietola, ravanelli, aglio, erba cipollina e yogurt naturale), kolduny (tipo di tortellini con la carne serviti in brodo), piczen huzarska (arrosto di carne di manzo con ripieno di cipolla e pane grattugiato o pane raffermo, è un piatto servito solo in ristoranti che si specializzano nelle pietanze del passato, non è un piatto della tradizione comune), flaki (trippa in salsa piccante), la torta sernik (cheesecake fatto di formaggio bianco tipo ricotta con uvetta).



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Commenti al Post:
gioia58_r
gioia58_r il 13/09/13 alle 08:50 via WEB
certo, servono acqua in autobotte, perchè non esistono forse le fontanelle!ma meglio quella che pagare al bar un botto per un bicchiere d'acqua. E poi quello spruzzare acqua ai passanti per il caldo...ma lì non c'è il pericolo che passino l'acqua in privatizzazione?? ( mi sembra un po' uno spreco )buongiorno
 
 
lightdew
lightdew il 13/09/13 alle 16:08 via WEB
le fontanelle esistono, ma l'acqua offerta è minerale...e per lo spreco d'acqua non so che dire, in effetti hai ragione, ma in molti usufruiscono di quel servizio, credimi, e l'acqua li non manca (non è comunque giustificabile, lo so)..;) buon pomeriggio a te
 
magdalene57
magdalene57 il 13/09/13 alle 13:50 via WEB
credo che ci arrivi a mancare l'innocenza di quando eravamo bambini. E' ciò che ci ha fatto crescere.
 
 
lightdew
lightdew il 13/09/13 alle 16:09 via WEB
troppi schemi a bloccarci..me ne rendo conto personalmente..;)
 
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