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h.l.v.

Post n°1372 pubblicato il 17 Settembre 2011 da lilu67

HLV
HLV

La sigla H.L.V. e' l'abbreviazione di Human Living Vampire, cioe' "vampiro umano vivente". In questa definizione sono racchiuse tutte le caratteristiche principali dell'essere a cui si riferisce: innanzitutto, human (umano) sottolinea il fatto che non si parla di mostri leggendari o esseri immortali dai magnifici poteri, ma di esseri umani pensanti e antropomorfi, simili in tutto e per tutto alla gente comune che si incontra ogni giorno. Living (vivente), ribadisce il concetto che non si tratta di creature non-morte o maledette, ma di viventi, che come gli altri accusano i sintomi della vecchiaia, seguono lo sviluppo fisico nel corso degli anni e sono collegate, in definitiva, all'universo sensoriale e concreto come tutti. Vampires (vampiri) e' infine il termine che evidenzia cio' che contraddistingue questi individui, e ne fa una classe di esseri umani a parte, caratterizzata da esigenze proprie. Questi soggetti infatti necessitano di assumere l'energia vitale che li sostiene, sotto differenti forme e con differenti metodi, prelevandola dall'esterno, non disponendo di una propria "produzione interna" sufficiente. Un H.L.V. puo' dunque essere considerato un "predatore" di energia, che avverte il bisogno, per il proprio benessere, di incanalare in se' la "forza vitale" altrui.

Le Caratteristiche generali di un HLV

Il termine H.L.V. (Human Living Vampire) indica una categoria di esseri umani e mortali, che presentano tutti una caratteristica comune: il bisogno di assumere energia da altri ed il malessere avvertito quando questo non e' possibile. Questo bisogno, che si manifesta in forme differenti a seconda dei casi e dei singoli individui (alcuni avvertono disagio psicologico, altri invece manifestano sintomi fisici) prende il nome di "Sete". Non vi sono regole fisse e canoni ben definiti per caratterizzare un H.L.V., ogni singolo vampiro e' differente, con delle peculiarità proprie. E' tuttavia possibile elencare, al di la' della Sete, alcune delle caratteristiche più comuni ai "vampiri": prima fra tutte e' l'avversione per la luce solare.

Spesso, infatti, un H.L.V. riporta scottature o irritazioni a seguito dell'esposizione al sole, e in alcuni casi avverte anche emicrania, nausea, vertigini. La parte generalmente piu' sensibile alla luce di un H.L.V. sono gli occhi, che possono lacrimare, risultare arrossati, irritati o addirittura gonfi in presenza di troppo sole. Un vampiro è in genere molto più attivo durante le ore di buio: molti H.L.V. sono iper-attivi durante la notte, e non avvertono stanchezza e sonno, che invece sono molto forti durante il giorno. Un altro punto comune a molti vampiri è uno sviluppo al di sopra della media di uno o più sensi: molti H.L.V., ad esempio, possono vedere nettamente meglio di un individuo medio, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione; altri hanno un udito particolarmente sensibile, e riescono a percepire suoni a frequenze che la maggior parte delle persone non avverte o non distingue. Dal punto di vista psicologico, infine, molti H.L.V. presentano un carattere instabile, con frequenti sbalzi d'umore che li portano ad alternare momenti di profonda depressione ad altri di accesa allegria e vitalità. Le caratteristiche elencate sono solo alcune di quelle presentate dai differenti soggetti, in particolare le più diffuse e comuni; ciò che rende un vampiro tale, tuttavia, e' la Sete: se un individuo non avverte questa necessità , non può essere considerato un "vampiro".

Il risveglio di un HLV

Il termine "risveglio" (o il suo corrispettivo inglese "awakening") viene impiegato per definire quel periodo in cui un H.L.V. si rende conto di essere tale. Il risveglio di un "vampiro", dicono le statistiche, avviene in generale nel periodo della pubertà, ed accompagna lo sviluppo fisico e mentale che segna il passaggio dall'eta' dell'infanzia a quella adulta. Secondo altri pareri invece, il periodo in cui un H.L.V. si risveglia e' soggettivo, variabile da persona a persona sia come collocazione temporale che come durata; sarebbe infatti influenzato dall'ambiente, dalle amicizie e dai molti fattori che accompagnano lo sviluppo mentale e sociale dell'individuo. Ma come inizia il risveglio, e quali sono i fattori che lo stimolano? Molti "vampiri" non sanno dare una risposta a questa domanda; il risveglio inizia come un processo silenzioso, spesso senza motivo apparente, senza un fattore scatenante. Molti H.L.V. raccontano di aver sempre sentito una diversita', di aver sempre in qualche modo saputo di non essere completamente "umani", ma ammettono di non poter fornire una motivazione esauriente a questa consapevolezza. Molti altri affermano invece che, lentamente, il fastidio provocato dal sole, l'aumento di attività durante le ore notturne ed il desiderio di nutrirsi di sangue siano comparsi a cambiare la loro esistenza diurna ed assolutamente "normale".Questi due approcci estremamente differenti alla presa di coscienza della propria natura, così come anche tutti gli altri percorsi intermedi a questi tramite cui ogni "vampiro" arriva a comprendere, riconoscere ed accettare la propria natura, sono accomunati da un percorso psicologico molto simile, che potrebbe essere suddiviso in due parti successive.

Nella prima, il "vampiro" appena risvegliato cerca di raccogliere piu' informazioni possibile riguardo se stesso e le proprie caratteristiche, informarsi su tutto e tutti e prendere pieno possesso delle particolarità che lo contraddistinguono. Psicologicamente, questo primo momento e' molo confuso per molti: eccitazione per la nuova scoperta, un senso di indecisione e incredulità, insicurezza e domande a non finire convivono.Proprio per questo, nella fase iniziale sarebbe molto utile la guida di un H.L.V. esperto, un mentore che possa dare spiegazioni e consigli basati sulla propria esperienza e rendere il passaggio meno traumatico.

Mentre la prima parte del risveglio vede il "vampiro" molo concentrato su se stesso e sullo studio della propria natura basandosi sulle esperienze in prima persona, la seconda parte del risveglio porta gli H.L.V. ad orientarsi molto più verso l'esterno: si inizia infatti ad avvertire il bisogno di conoscere altri vampiri, di intrattenere confronti e scambi, di radunarsi. Si avverte il desiderio di poter parlare della propria natura con un proprio simile, si fa più forte il desiderio di sapere di non essere soli. I sintomi di vampirismo mostrati al momento del risveglio, spesso tendono ad accentuarsi e farsi più sensibili con il passare del tempo, ma e' anche vero che, come molti H.L.V. affermano, divengono meglio mascherabili e gestibili con l'esperienza e l'abitudine, entrando a far parte della quotidianità.Volutamente, nella definizione del termine risveglio che apre questo breve testo, e' stato utilizzato il termine "periodo" e non "istante", poiché è profonda convinzione che il prendere coscienza della propria natura richieda tempo, e che possa spesso addirittura rivelarsi un processo di apprendimento senza fine, con cui addentrarsi sempre più nel proprio essere tramite nuove esperienze e conoscenze. Ma se è possibile stabilire un termine simbolico a questa fase, che non ne segni l'interruzione definitiva, ma il suo progressivo mutare d'orientamento e trasformarsi in qualcosa di differente, esso sarebbe proprio da ricercare in questo sfumare nell'abitudine e nella quotidianità, in questa accettazione del "vampirismo" e delle necessità che esso comporta come parte integrante della propria esistenza e di se stessi.

La sindrome di Renfield

Spesso la condizione di un HLV e di una persona sofferente della sindrome di Renfield vengono confusi, sia da chi osserva i due fenomeni esternamente, sia da chi li sperimenta. Questo articolo si propone dunque di spiegare brevemente in cosa consista la sindrome di Renfield e sottolineare i punti salienti che la differenziano nettamente dal vampirismo vero. La sindrome di Renfield, descritta per la prima volta dallo psicologo Richard Noll, si sviluppa nella maggior parte dei casi attraverso tre fasi:

-inizialmente, di solito durante l'infanzia, viene praticato l'auto-vampirismo. Chi ne e' affetto cioè si infligge ferite per poterne bere del sangue, il cui sapore e la cui visione provocano piacere; dopo la pubertà la pratica viene spesso accompagnata da masturbazione.

-La seconda fase della malattia, vede invece svilupparsi nel soggetto la zoofagia: il desiderio, cioè, di cibarsi di animali, in particolare di berne il sangue. Il malato, in una buona percentuale di casi, accompagna i propri gesti con pratiche sessuali.

-La fase conclusiva della sindrome infine, porta chi ne e' affetto a desiderare sangue umano; il malato puo' procurarselo con il consenso della vittima, ma in alcuni casi si verifica ricorso a violenza e, all'estremo, addirittura omicidio.

La componente sessuale associata al sangue è molto forte nella maggioranza dei casi; inoltre si possono verificare anche associazioni di orientamento più spirituale, che identificano nel sangue una fonte di vita e potere. La maggioranza dei soggetti colpiti dalla sindrome di Renfield sono di sesso maschile, e sviluppano la malattia a causa di un forte trauma subito in genere nell'età infantile. Esistono molti elementi che differenziano un HLV da una persona soggetta alla sindrome descritta sopra: innanzitutto, molti HLV affermano di non essere in alcun modo sessualmente eccitati nei momenti in cui ottengono sangue. Bere sangue porta piacere, ma nessun HLV trova questa sensazione assimilabile a quella data da un rapporto sessuale; piuttosto molti la esemplificano paragonandola quella provata quando, avendo molta fame, si assaggiano i primi bocconi di cibo.Più che uno stimolante, il sangue per un HLV sembra essere un qualcosa che calmi un bisogno dunque.Oltre a questo, la maggioranza dei HLV non si nutre di sangue animale, e non attraversa la fase di zoofagia. Alcuni affermano inoltre di non aver mai attraversato nemmeno la fase di auto-vampirismo, non trovano alcuna attrattiva nel proprio sangue; molti altri invece, pur desiderando il sangue di un donatore, ricorrono alla pratica dell'auto-vampirismo quando non e' possibile ottenerne, solo come ultimo e temporaneo ripiego. Mentre nella sindrome di Renfield, però, le fasi sono successive, e dunque irreversibili, molti HLV testimoniano un'oscillazione tra le due, assumendo sangue proprio solo casi estremi. La sindrome di Renfield colpisce principalmente soggetti maschili, mentre all'interno degli HLV non vi e' la dominanza netta di uno dei due sessi.

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Commenti al Post:
Volo_di_porpora
Volo_di_porpora il 18/09/11 alle 13:42 via WEB
ossessi pensieri rimbombano nelle vostre dita e in arco proteggono i vostri battiti.. complimenti per ciò che incidete specificando tutto..
 
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